Voci
Appello per una gestione unitaria dell’Ucei in tempo di Covid-19

Qualche idea in vista delle elezioni del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Il prossimo 15 Novembre si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che rimarrà in carica per i prossimi 4 anni. Nelle maggiori Comunità i rappresentanti saranno eletti mentre nelle piccole, i rappresentanti saranno designati dal loro Consiglio.
Fino ad ora, Roma e Milano hanno visto la creazione di 4/5 liste, mentre le medie Comunità ne ospitano una o due, per arrivare al Consiglio con due blocchi contrapposti formati dagli eletti delle varie liste e il gruppo di maggioranza aveva il compito di eleggere la Giunta ed il Presidente.
Avendo partecipato al Consiglio diverse volte sia negli anni 90 sia recentemente, ritengo di poter tranquillamente affermare che la contrapposizione si è mano a mano accentuata e che fino ad oggi i due “blocchi” hanno rappresentato ognuno circa il 50% degli eletti.

In questi ultimi anni, le risorse a disposizione dell’UCEI sono aumentate notevolmente grazie al crescente gettito dell’8 per mille, stabilizzato recentemente.
Come spesso succede nelle Istituzioni ebraiche, quando aumentano le risorse a disposizione, si organizzano nuovi programmi che forse non sono essenziali ed imprescindibili ma anche certamente non inutili.
L’UCEI, ha creato quindi alcuni dipartimenti ben strutturati ma che, in alcuni casi, sviluppano attività che si sovrappongono a quelle delle Comunità maggiori, trasformando l’UCEI quasi nella 22ma Comunità.

In questo ultimo anno sono successi due fatti importanti:
Il primo riguarda un dibattito pluriennale causato anche da una voluta definizione non così chiara dello Statuto riguardo alla definizione dell’Ebraismo Italiano che si è concluso pochi mesi fa con una chiara dichiarazione della Giunta UCEI che definiva chiaramente il posizionamento dell’Ebraismo Italiano nell’Ebraismo Ortodosso.
Certamente questo ha eliminato un importante motivo di contrapposizione tra coloro che desideravano una modifica dello Statuto per includere altre denominazioni e coloro che spingevano nella direzione che ha prevalso.
Ciò ha permesso alla Giunta UCEI di creare un tavolo di lavoro con la presenza dei Rabbini dell’ARI (Assemblea Rabbinica Italiana)  che affrontasse serenamente alcuni temi pratici che interessano tutti (come per esempio quello dei cimiteri).

Il secondo fatto riguarda la terribile Pandemia COVID-19 che ha colpito tutta l’umanità pesantemente ma che, per quello che riguarda l’UCEI direttamente, ha determinato una situazione di perdita di lavoro e di reddito da parte di molti nostri iscritti. Il risultato è che per molti, vivere il proprio ebraismo ( scuole, movimenti giovanili, Kasherut ecc.) avrà un costo non più sostenibile senza il sostegno del “Sistema Istituzionale ebraico” e si troveranno costretti a rinunciarci e ad allontanarsene, incrementando l’assimilazione.

Perché ho voluto evidenziare questi argomenti?
Perché ritengo sia indispensabile affrontarli nell’ambito delle prossime elezioni.
Il mio appello è di mettere da parte per una volta le differenze ideologiche sui “massimi sistemi” ed impegnarci tutti per una gestione unitaria dell’UCEI post COVID-19, mirata ad una decisa diminuzione delle sue spese e dei suoi programmi per poter liberare importanti risorse affinché il “Sistema Ebraico Italiano” che io vedo comprendente  UCEI – ARI – CER – CEM  e medie e piccole Comunità, possa sostenere i propri iscritti in difficoltà consentendo la loro partecipazione ed il loro impegno comunitario.

Personalmente presenterò una lista che si impegnerà in questa direzione, con un programma che, tenendo conto della mia lunga partecipazione ai Consigli UCEI, presenterà delle proposte di miglioramento nel funzionamento di Presidenza, Giunta e Consiglio che permetteranno di affrontare positivamente la situazione attuale e che facilitino e stimolino una partecipazione corale dei membri del Consiglio e di tutti quelli  coinvolti, sostenendo una Presidenza di alto livello che si impegni in questa direzione e che raccolga un’ampia maggioranza.

Come abbiamo superato situazioni difficili in passato, supereremo certamente anche questa e forse ne usciremo anche più uniti e più forti.


1 Commento:

  1. Caro Cobi,

    Vorrei cogliere l’opportunità per precisare che dall’altra parte del Tavolo di Consultazione dell’UCEI, menzionato nel tuo articolo, c’è la FIEP– la Federazione Italiana per l’Ebraismo Progressivo. Un fatto importante.

    Il Tavolo di Consultazione è stato costituito dall’UCEI in risposta alla richiesta della FIEP di far parte dell’UCEI, sancita dall’Intesa, da rappresentare tutti gli ebrei in Italia. Pagine Ebraiche ha dato la comunicazione del Tavolo l’8 settembre 2020.

    La FIEP rappresenta 5 congregazioni progressiste attive in Italia da circa 20 anni e, con i nostri iscritti, stimiamo di essere circa il 2% degli ebrei italiani.

    Grazie per l’apertura di Joi Mag in questi anni al concetto di pluralismo, che da voce a tutte le correnti dell’ebraismo: ortodosso, progressista (reform) e conservative, oltre alla scelta laica.

    Joyce Bigio
    Co-presidente, FIEP – Federazione Italiana per l’Ebraismo Progressivo e
    Membro consiglio UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane


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