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Come usiamo e cosa cerchiamo nei social media

Il bello della mia generazione… nelle parole di una liceale

Ghila Schreiber, studentessa del liceo linguistico alla scuola ebraica di Milano, ci scrive un articolo su come lei e la sua generazione utilizzano i social. Pubblichiamo volentieri questo contributo con l’idea di inaugurare uno spazio aperto alla generazione Z.

I social sono davvero “social”?
Generazione Z, una generazione tecnologica, nata nel bel mezzo di un’avanguardia informatica sempre in aggiornamento, con lo scopo di semplificare sempre di più le comunicazioni e la diffusione di informazioni. I social network sono il mezzo pubblico che permette ad una rete di dati, di venire condivisi ogni secondo, favorendo sì la diffusione di notizie, ma offrendo anche tante altre possibilità. Fare nuove conoscenze, ritrovare vecchi amici, condividere i momenti belli della propria vita, esprimere le proprie idee e pensieri, divertirsi leggendo frasi spiritose o guardando video, sono solo alcuni degli utilizzi dei social. Un passatempo divertente, così tanto da farci perdere la cognizione del tempo, fino a ritrovarci a scrollare senza fine, cercando qualcosa che neanche sappiamo cos’è, senza fare attenzione a ciò che vediamo.

Ma cosa cerchiamo nei social? Che tipo di socialità? Una socialità basata sulle belle esperienze, sulla conoscenza di nuove persone a noi comuni per interessi e la condivisione di foto o video per far sapere a chi ci segue che anche noi facciamo cose interessanti. Una socialità basata sulle apparenze, in fondo. Ma allora perché ne siamo cosi affascinati? Anche a me piace usare i social, ma non in modo eccessivo, sono profondamente convinta che i momenti vadano prima di tutto vissuti, e in un secondo tempo magari, renderne partecipi anche gli amici o conoscenti, creando una bacheca di ricordi virtuali. Quando sono in compagnia, infatti, preferisco concentrare me stessa sulle persone con cui mi trovo, ed è cosi anche per le mie amiche. Penso che ogni cosa nasca neutra: è il modo in cui decidiamo di usarla che la rende positiva o negativa. Se usati con lo scopo di divertirsi, senza urtare la sensibilità di nessuno e mantenendo toni educati, o per informarsi e sviluppare il senso critico, il problema non si pone. È quando si fa una cosa con il solo scopo di condividerla, facendola diventare un’ossessione, esprimendosi in toni sbagliati, facendosi mal influenzare o passandoci su troppo tempo che la cosa diventa negativa. È importantissimo stare sempre attenti ai siti in cui si entra e distinguere la realtà dalla virtualità. C’è il rischio di farsi coinvolgere in giochi pericolosi, come prove di un coraggio che ti fanno credere di non avere. Penso che sia proprio questo ciò che più ci interessa dei social, dare una dimostrazione che noi siamo importanti e viviamo vite intense, proprio per questo stereotipo di vita perfetta, bellezza perfetta che troppo spesso viene fatto passare dai social. Quello che a volte ci dimentichiamo è che abbiamo una vita intera davanti e che c’è tutto il tempo per fare quelle magnifiche esperienze che ci vengono mostrate. Stessa cosa per le amicizie, non è la quantità che conta, ma la qualità! Trovo che l’amicizia sia un valore fondamentale sempre. Per questo è indispensabile focalizzarsi su rapporti veri, concreti, che formino dei legami empatici, tramite il contatto fisico, visivo, percettivo. È così bello potersi incontrare alle attività organizzate dai gruppi giovanili, stare insieme e confrontarsi dal vivo! Nonostante ciò, in questo periodo di Corona Virus, senza i social non sarebbe possibile mantenersi informati ed in contatto con essi. Infatti grazie alla pagina Instagram del Bene Akiva (@beneakivamilano/roma) per esempio, si viene a conoscenza di piccole pillole di Torà, iniziative e progetti virtuali, senza i quali perderemmo ancora di più lo spirito di gruppo purtroppo un po’ limitato.
I social network ci permettono di sapere cosa succede nel mondo a rapida velocità, garantendo un po’ più di informazione su qualsiasi argomento come per esempio eventi, iniziative (di comunità ebraiche nel mondo, brand ecosostenibili, programmi tv…), moda, cucina, cinema e moltissimi altri. Instagram principalmente, è più usato dai giovani, per la possibilità di condividere foto e video che forse sono meno noiosi da guardare rispetto ai testi più lunghi di Facebook per esempio, considerato dai giovani un po’ superato, ma ultimamente ha spopolato anche Tik tok, dai video più brevi e al solo scopo intrattenitivo, mentre Youtube e Twitter vengono utilizzati da più tempo ma da meno gente. Proprio su Instagram, esistono molte pagine di ragazzi poco più grandi di me, che diffondono notizie giornaliere, fatti di cronaca, episodi razzisti o di discriminazione e sensibilizzano su questi temi, e ci aiutano a crearci un’opinione ed a formare le nostre idee sociali e politiche (@apriteilcervello, @nxwss, @giornale_di_insta…).

Sono queste le cose che mi rendono orgogliosa della mia generazione, che porge le sue speranze ed impiega le sue forze in un futuro migliore, costruito da noi. Molto seguite dai giovani sono anche testate famose come @fanpage, @ilcorriere o @larepubblica, che grazie ai social network vengono più facilmente visualizzate da chi magari non ha voglia di ascoltare un telegiornale, ma che tramite un veloce post/storia può rimanere comunque aggiornato. Trovo che la quantità di materiale diffuso tramite i social sia tale da accontentare tutti e anche aiutare molto in qualsiasi tipo di ricerca e curiosità, anche grazie ai “consigliati” pagine che vengono segnalate in base ai gusti dell’utente. A me è capitato così: seguendo diverse pagine ebraiche, ho trovato l’annuncio per giovani scrittori messo da Joi Mag ed eccomi qui. La curiosità non va mai soppressa, perché è solo grazie ad essa che veniamo a conoscenza di cose che non immaginavamo di aver bisogno di sapere! 
“I social possono essere comparati alla montagna, che non è pericolosa in sé, ma lo diventa se si va mal equipaggiati, in solitudine. (Fondazione Carolina onlus)”

Ghila Schreiber

 


4 Commenti:

  1. Ciao, mi chiamo hanna e io penso che la scrittura di gila spiega e racconta in completa totalizazzione il sogetto dei social e la sua relazione con gen z.
    Mi e molto piacciuto leggere l’articolo.

  2. Davvero bell’articolo! Complimenti all’autrice! Un’analisi interessante e matura da parte di un ‘appartenente alla Generazione Z!
    Kol ha kavod!


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