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L’economia ai tempi del coronavirus: un incontro con Alberto Foà

Il nuovo appuntamento con i JTalks Streaming Edition

Per il calendario dei JTalks Streaming Edition, gli appuntamenti di Joi con l’assessorato giovani della Comunità ebraica milanese, questa sera si parla di economia con Alberto Foà che tratteggerà lo scenario attuale per provare a guardare a quello prossimo in una conferenza dal titolo L’economia ai tempi del coronavirus. Non anticipiamo troppo gli argomenti che verranno sviluppati nell’incontro, solo una breve chiacchierata con il relatore.

Per seguirlo, collegatevi su zoom o su facebook oggi alle ore 18.30

“L’impatto che la pandemia di coronavirus ha sull’economia e sulla finanza riguarda prima di tutto la domanda”, spiega Alberto Foà, “Che naturalmente con il lockdown crolla e di conseguenza crollano tutte le attività direttamente connesse a questa. Tale crollo in alcuni casi può essere fatale e questo potrebbe avere impatti negativi sulla capacità produttiva a lungo termine: occorrerà ricostruire. L’impatto poi coinvolge anche le banche e cioè il settore della finanza, perché se queste non possono recuperare i prestiti, a catena la crisi si estenderà ad altre realtà produttive. A questo va aggiunto il fatto che i singoli risparmiatori consumeranno meno. Dunque il rischio è che una recessione momentanea diventi di lungo termine“.

Alcuni analisti parlano di crisi del liberismo
“Del liberismo e della globalizzazione, dicono in tanti. Non siamo in guerra ma in una situazione estrema che ci costringe a guardare all’economia di guerra, dove le considerazioni collettive prevalgono sulle libertà economiche individuali. Dunque il ruolo dello Stato e delle autorità aumenta, intervenendo sulle libertà dei singoli. Non solo, i singoli stati si concentrano su se stessi, a discapito della globalizzazione. Quali poi saranno gli effetti di tutto questo è difficile dirlo, dipende da molte cose, dall’elettorato, dalle reazioni delle persone…”.

Eravamo da poco usciti dalla crisi economica del 2008, originata da cause ben diverse, ma con un impatto sulla vita delle persone non troppo diversa da quella che si prospetta. Abbiamo oggi degli strumenti in più per affrontarla?
“In effetti questa volta abbiamo una serie di strumenti per gestire la crisi che nel 2008 non conoscevamo e che hanno richiesto un tempo molto lungo per essere attuati. Se la pandemia ci ha trovato impreparati dal punto di vista della sanità, non è stato lo stesso per l’economia”.


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