Cultura
The Wall compie quarant’anni: la vera storia del disco cult dei Pink Floyd

La complicatissima genesi del capolavoro dei Pink Floyd, reso possibile grazie alla mediazione del produttore jewish, Bob Ezrin

Senza Bob Ezrin, con tutta probabilità The Wall non sarebbe mai stato pubblicato, o non sarebbe stato pubblicato nella versione che tutti conosciamo. Alla fine degli Anni 70 i rapporti tra i componenti dei Pink Floyd erano tesissimi, i quattro non si parlavano e in particolare tra Roger Waters e David Gilmour non c’era più alcun dialogo.

A questo punto della storia della band entra in scena Bob Ezrin, canadese d’origine ebraica, classe 1949, un genio dello studio di registrazione, il produttore e regista sonoro di capolavori come Berlin di Lou Reed, Welcome to my nightmare di Alice Cooper e Destroyer dei Kiss.

Siamo alla fine del 1978 (The Wall uscirà nel 1979 e quest’anno compie quarant’anni) e Bob Ezrin, che Alice Cooper amava descrivere come un geniale “hippie jewish” si ritrovò tra le mani un nastro con un solo brano di 90 minuti: la primitiva versione di The Wall. Un intreccio di suoni e parole inestricabili, impossibili da utilizzare nel contesto di un album e che lui ebbe il merito di trasformare nel concept album più famoso della storia della musica.

Ezrin mediò i contrasti tra i Pink Floyd, mise un freno all’inarrivabile ego di Waters ed ebbe lampi di genio fenomenali, quelli che trasformarono un’ora e mezza di musica geniale quanto confusa in un doppio album leggendario.

Alcuni esempi sono essenziali per comprendere quanto Ezrin sia stato il vero artefice sonoro dell’operazione The Wall: fu lui a scegliere le decine di suoni, rumori e voci che accompagnano le canzoni di The Wall come il parlato dell’operatore telefonico, il rumore assordante delle pale dell’elicottero, il coro dei bambini di una scuola inglese che caratterizza Another brick in the wall. Non solo: fu sempre Ezrin a convincere i Pink Floyd ad utilizzare Another brick in the wall come singolo per le radio e fu sempre lui a salvare dall’oblio una delle più belle composizioni del disco, ovvero Comfortably Numb.  

Il brano era fatto e finito per quanto riguardava la parte musicale, incluso lo straordinario assolo di David Gilmour, uno dei più emozonanti della sua carriera. Mancava però il testo che Waters non aveva alcuna intenzione o voglia di scrivere. Diceva che quelle note non lo ispiravano.

Senza le parole la canzone non sarebbe mai stata inclusa nel disco. Ezrin provocò Waters dicendogli che di fronte alle sfide difficili non ci si tira indietro. Waters lo insultò e girò i tacchi, salvo poi presentarsi il mattino dopo in studio con un foglio di carta appallottolato. Lo lanciò addosso a Ezrin che lo srotolò e vi trovò il testo completo della canzone… E Comfortably Numb venne inserita all’ultimo istante nella tracklist di The Wall…

Gianni Poglio

Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze radiofoniche e televisive, ha fatto parte della redazione del mensile Tutto Musica e del settimanale Panorama (Mondadori). Conduttore dii talk show per Panorama d’Italia Tour, con interviste “live” ai protagonisti della musica italiana e di dibattiti tra scienza ed intrattenimento nell’ambito di Focus Live, ha pubblicato per Electa Mondadori il libro “Ferdinando Arno Entrainment”


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