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Cultura ebraica italiana, una storia da conoscere

Intervista a rav Joseph Levi, fondatore della scuola di studi ebraici Shemah

La cultura ebraica italiana è patrimonio nazionale. Si intreccia con la storia del Paese in un reciproco gioco di influenze e ispirazioni, utili a capire chi siamo. Chi sono, meglio, gli ebrei italiani e chi sono i non ebrei italiani. Sembra questo il punto di partenza che anima i corsi della scuola Shemah di Firenze, nata con l’idea di fornire un servizio di insegnamento autorevole sull’ebraismo, la sua cultura e la sua storia. A volerla fortemente è stato rav Joseph Levi, che ha realizzato una sua vecchia idea, nata quando arrivò a Firenze a ricoprire la funzione di rabbino capo. “All’epoca”, racconta, “avevamo dato vita al bet midrash che funziona tuttora e si occupa degli aspetti religiosi, rivolto all’interno della comunità. Quando ho lasciato l’incarico ero sempre più convinto della necessità di fornire un servizio culturale anche fuori, aperto a tutti: si parla tanto di ebraismo ma nessuno lo conosce!”.

La scuola esiste da due anni e ora ha trasferito la didattica online, rendendo il progetto da locale a nazionale. Anzi addirittura internazionale: un corso di ebraico, un’ulpan vera e propria messa a punto con l’Università israeliana di Bar Ilan ha appena iniziato il suo secondo anno e prevede una specializzazione universitaria. Ma chi frequenta i corsi della scuole Shemà? “L’utenza è molto mista, sia per età sia per provenienza, ci sono studenti universitari e pensionati ebrei e non, si sta creando una comunità di curiosi molto interessante. Mi piacerebbe coinvolgere maggiormente le comunità ebraiche e la conferenza di apertura del nuovo anno accademico tenuta da Alberto Cavaglion è stata molto seguita da vari iscritti”. Le ambizione di rav Levi in qualità di intellettuale sono quelle di creare un luogo di crescita e di creatività attraverso la conoscenza del mondo ebraico, inteso appunto come stimolo al sapere. “Ce ne occupiamo dal punto di vista accademico, con professori universitari che offrono le proprie competenze, dalla letteratura ebraica moderna israeliana (con Fabrizio Lelli) alla musica (con Enrico Fink), passando per studi storici sul Rinascimento e la modernità. Quest’anno abbiamo attivato due nuovi corsi sulla storia dell’ebraismo italiano con Gadi Luzzatto Voghera (Cdec) e sulla presenza ebraica in Italia meridionale con Gincarlo Lacerenza dell’Università L’Orientale di Napoli. Mi interessa stimolare una crescita culturale, presentando diverse chiavi di lettura della storia ebraica che ci aiuterebbe a coltivare una visione aperta ed inclusiva del procedimento storico dell’ebraismo ed i suoi legami con le culture nelle quale ha vissuto, dall’Italia alla Polonia o dalla Germania al Marocco, la babilonia del periodo del tardo impero persiano e alle correnti dei mistici o aristotelici, iconoclasti o poetici del mondo islamico. In ogni paese le sintesi create con le culture locali  influivano non solo sulla cultura ebraica in generale, sulle sue forme artistiche o letterarie, ma anche su quelle halachiche. Per questo è importante conoscere la storia e le modalità delle culture ebraiche locali “. La scuola propone anche un corso sul Talmud, grazie anche all’ottima edizione publicata da Giuntina. Ha avuto successo, come anche quello fatto in precedenza sulla mistica ebraica. “Ma sa quali sono le mie speranze?”, riprende rav Levi, “Vorrei trovare un sostenitore in modo da trasformare Shemah in un istituto di ricerca: la cultura ebraica italiana ha bisogno di una bella spolverata! E lo dico in senso largo, ma anche più strettamente religioso: ci vorrebbe una spolverata anche alle notizie sull’Halakhah ebraico-italiana. Abbiamo avuto rabbini illuminati che hanno lasciato commenti e responsi di alto livello, almeno dal Medioevo all’età Moderna”.

Una visione che ha a che fare con l’ebraismo ortodosso contemporaneo? “Certamente. E lo sa perché? Glielo dico io: gli ebrei italiani hanno potuto confrontarsi con la modernità prima del resto del mondo, grazie al Rinascimento. Ma questa è un’altra storia….”. Di storie ce ne sono tantissime, tutte pronte ad essere affrontate nel centro studi Shemah, luogo di ricerca, divulgazione, apertura e inclusione, verso tutti coloro che amano il sapere.

Shemah – Scuola di Studi e Cultura Ebraica Margulies-Levinas – Firenze

Micol De Pas

È nata a Milano nel 1973. Giornalista, autrice, spesso ghostwriter, lavora per il web e diverse testate cartacee.


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