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“Le domande di Leonardo”: 500 anni e non sentirli

La nuova mostra del Bloomfield Science Museum di Gerusalemme dedicata alla “persona più curiosa del mondo”

Tra le ipotesi su cui si fantastica riguardo Leonardo Da Vinci – come se ciò che conosciamo della sua vita non fosse già abbastanza straordinario – c’è quella delle origini della madre, Caterina. Secondo alcuni, la donna di umili origini con cui Piero Da Vinci ebbe quella relazione che regalò all’umanità il suo genio, avrebbe potuto avere origini mediorientali ed essere ebrea. Non disponiamo di prove di smentita né di conferma, né forse dovremmo guardare a Leonardo in modo diverso nel secondo caso. Ma se volessimo a tutti i costi insistere a trovargli una qualche “anima ebraica”, non avremmo bisogno di andare chissà dove, basterebbe pensare all’occupazione principale della sua vita: fare domande.

E dove, se non a Gerusalemme, si poteva pensare di partire dalle domande per celebrare i 500 anni dalla sua morte? Il focus della mostra “Le domande di Leonardo”, inaugurata venerdì 5 luglio al Bloomfield Science Museum di Gerusalemme, è proprio la “curiosità onnicomprensiva” del genio. E non a caso, il Museo la dedica al suo fondatore e primo direttore, il professor Peter Hillman (1928-2013), “scienziato e uomo dalla mente aperta, da Rinascimento, che non smise mai di porre domande”. Per realizzarla, lo staff del museo ha visitato tutti i luoghi che di Leonardo furono casa, dall’Italia e Francia, e ha consultato esperti di diverse discipline: docenti di arte e spettacolo, musicisti, medici, geologi, botanici, ornitologi…

©Avi Hayun

Il Bloomfield Science Museum è legato all’Italia da numerose partnership, di tipo bilaterale e multilaterale; di lunga data e particolarmente significativa è la connessione con Città della Scienza a Napoli, confermata di recente dal lavoro congiunto per la realizzazione della mostra internazionale e itinerante #Bike_it dedicata a storia e futuro delle due ruote (ora a Napoli fino ad aprile 2020).

©Avi Hayun

Le oltre quaranta opere e installazioni della mostra “Leonardo’s questions”, molte delle quali interattive e integranti i disegni iconici di Leonardo, seguono le tre regole del metodo di studio della “persona più curiosa del mondo”: fare domande, osservare e registrare. Con l’aggiunta di altri due concetti: analogia e anatomia, del corpo umano e della macchina. L’interattività è un richiamo per il visitatore a farsi domande e sperimentare a sua volta. Disposte su quattro aree diverse attraverso il museo, ogni installazione è dedicata a un aspetto della formazione poliedrica di Leonardo: Anatomia e Corpo Umano, Botanica e Geologia, Volo, Meccanica, Ottica, Disegno.

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Si comincia con il “Teatro di Leonardo”, uno spazio in stile rinascimentale che, a ore regolari, presenta dimostrazioni guidate degli stupefacenti macchinari – tra cui un tamburo a vite aerea, uccelli su un filo, un carrello automotore – che rivelano una delle passioni meno note di Leonardo, produrre performance teatrali. Nell’area denominata “Analogie in Natura”, il visitatore si confronta con le domande di Leonardo sui vortici, gli uccelli, il volo: grazie a una copia digitale del Codice sul volo degli uccelli (messo a disposizione dai Musei Reali di Torino con la collaborazione dell’Ambasciata Italiana in Israele e dell’Istituto Italiano di Cultura a Tel Aviv), è possibile interagire con il movimento dei tornadi e dei mulinelli d’acqua; menzione speciale, un albero (vero) appeso al soffitto, un’analogia tra i rami e le vene del corpo umano.

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Una delle principali installazioni della mostra porta la firma degli artisti Itamar Mendes Flor e Naphtali Radzyner: si tratta di un aliante gigante (9 metri per 5) che i due artisti hanno voluto realizzare usando solo strumenti manuali e materiali del tempo di Leonardo: un tipo raro di pioppo, fibre di lino, lenzuola di lino sigillate con la gommalacca. Arriviamo infine alla parte “Ottica e Osservazione” dove, complice una grande camera oscura, il genio di Leonardo dialoga con due grandi pensatori e scienziati che lo precedettero: Rabbi Levi Ben Gershon (noto con l’acronimo di RalBag, 1288-1344) e il musulmano Ibn al-Haytham (conosciuto in Europa come Alhazen, 965-1040).

©Avi Hayun

A integrazione della mostra, il museo ha pensato a numerose attività per i visitatori, dal punto di vista delle domande, sicuramente più leonardeschi: i bambini. Teatro, laboratori, costruzione di una macchina volante (che poi vola davvero, sembra), sperimentazione di tecniche di disegno (carboncino, penna e inchiostro…), fino allo spettacolo dell’acrobata Amir Ner-Gaon e a FLOCK, opera dell’artista Guy Hadany ispirata a Leonardo e accompagnata dalla colonna sonora di Shlomi Shaban.

La mostra “Le domande di Leonardo”, curata da Damon Schusterman e Amir Ben Shalom resterà al Bloomfield Science Museum di Gerusalemme fino al 30 giugno 2020.

Informazioni: 02-6544888; mada@mada.org.il ; www.mada.org.il

Silvia Gambino
Responsabile Comunicazione

Laureata a Milano in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale, ha studiato Peace & Conflict Studies presso l’International School dell’Università di Haifa, dove ha vissuto per un paio d’anni ed è stata attiva in diverse realtà locali di volontariato sui temi della mediazione, dell’educazione e dello sviluppo. Appassionata di natura, libri, musica, cucina.


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