Al via i lavori di riqualificazione del giardino di Milano con un nuovo progetto che mette d’accordo (quasi) tutti.
Un luogo della memoria per la cittadinanza. Tutta. Perché la montagnetta di San Siro, all’anagrafe Monte Stella, è esattamente questo, un Memoriale della Seconda Guerra Mondiale. Realizzata sulle macerie che quella terribile guerra ha prodotto nella città grazie a un’idea geniale dell’architetto Piero Bottoni che ne fece il progetto, è un simbolo. Con tutta la bellezza però delle cose vive: prima di tutto, la montagnetta è un parco. Ci si facevano i concerti d’estate, ci si va a correre e ad allenarsi, con i cani, i bambini, il fidanzato, gli amici…e qualche volta ci si andava a sciare, in occasione di qualche importante nevicata, come non ce ne sono più state.
I 300 mila metri quadrati di verde collinare nella città della pianura accolgono anche 8000 metri quadri dedicati ai Giusti, donne e uomini che hanno combattuto per la difesa dei diritti umani nel mondo. Si chiama proprio il Giardino dei Giusti ed è nato nel 2003 grazie all’omonima associazione, composta da Gariwo, Comune di Milano e Ucei. Un parco nel parco, dove ogni albero è dedicato a un nome per ricordarne il valore morale, civile e politico. Un luogo della memoria, ancora una volta. Ancora una volta, un parco da vivere. A cominciare dalle scuole che lo visitano, per arrivare ai passanti più distratti che ci capitano per caso.
Da quel giorno del 2003 a oggi sono stati piantati 50 alberi, ma entro quell’area non ce ne stanno più. Così l’associazione Giardino dei Giusti ha optato per nominare e ricordare i nuovi benemeriti solamente con una targa, ma anche in questo caso era necessaria una riorganizzazione dello spazio disponibile.
Le polemiche
Qui cominciano le polemiche. L’Associazione propone un progetto che viene bocciato da Italia Nostra, Consiglio di zona 8, comitati di quartiere e molte personalità milanesi, benché sia stato approvato dal Comune e dalle autorità competenti. Il progetto in effetti presenta alcune criticità: i muri che avrebbero dovuto ospitare le targhe commemorative sono troppo alti, i materiali proposti a forte impatto ambientale e l’arena, posta alla fine del percorso, come luogo dove le scolaresche potevano fermarsi e ascoltare le storie racchiuse nel parco, un po’ troppo grande.
Inizia così un lungo dialogo, costellato da ricorsi al Tar (vinti dal Giardino dei Giusti), proteste, diverbi e qualche altra spiacevolezza tipica dell’inasprimento dei toni, ma lo scambio, nella sua accezione migliore, consente di trasformare il progetto firmato da Stefano Valabrega e ottenerne l’approvazione.
“Il Giardino ospita i Giusti di tutto il mondo, uomini che salvano uomini”, spiga l’architetto Stefano Valabrega, “L’anno scorso abbiamo messo una targa per la Guardia Costiera perché salva i migranti: è un luogo laico e universale (che forse non piace a tutti). E per questo riteniamo importante che sia identificabile anche al viandante più frettoloso, oltre ad accogliere l’attività didattica”. Così è nato il progetto di riqualificazione di un giardino che vuole raccontare, trasmettere il concetto di Giusto alle nuove generazioni. “Nonostante avessimo avuto l’approvazione del Comune e del Tar, abbiamo deciso di rivedere il progetto per risolvere le obiezioni e ora abbiamo incontrato il favore anche di chi lo aveva bocciato”.
Tutto è cambiato: l’altezza dei muri ora è di 80 cm, in pietre posate a secco. Le stesse pietre, esattamente quelle che l’architetto Bottoni aveva utilizzato sul Monte Stella, sono posate sui vialetti per rendere il parco fruibile a tutti, portatori di handicap inclusi, e in ogni stagione (senza sprofondare nel fango invernale), l’arena, ben più piccola, è di 200 posti e l’ingresso sarà segnato solo simbolicamente con due colonne che richiamano i vecchi cancelli delle cascine. A questo punto, con il benestare della sezione milanese di Italia Nostra, il Tar, del Consiglio di zona 8 e naturalmente del Comune, il cantiere è stato aperto. “Abbiamo ritenuto che il nuovo progetto avesse superato i motivi di opposizione che erano stati sollevati sul primo”, commenta Luca Carra, direttore del giornale di Italia Nostra. Tra le polemiche, anche l’invito a spostare il Giardino dei Giusti. “Impossibile”, commenta Giampaolo Gualla di Gariwo, “per il lavoro che in questi anni abbiamo fatto sul posto. Ma soprattutto perché la scelta del luogo non è stata casuale: dalle macerie sorgono i giusti”.
Sabato, dal mattino alle 9.30, le associazioni contro la riqualificazione del Giardino saranno davanti al cantiere, ma ci sarà anche l’associazione Giardino dei Giusti, pronta ad accogliere chi voglia conoscere meglio il progetto.
Come mai non viene citato l’albero d’acciaio altro 5/6 metri?