Cultura
Il Kung Fu? Si racconta con il Talmud

Sì, avete letto bene. Si tratta di un nuovo spericolato spettacolo firmato Jesse Freedman

L’anteprima è in calendario per il 12 settembre. Quel giorno sotto i riflettori andrà il nuovo lavoro di Jesse Freedman, spregiudicato direttore artistico di Meta-Phys Ed, società americana che ha prodotto nel tempo spettacoli teatrali decisamente “speciali” come la versione in karaoke delle Baccanti di Euripide. Questa volta presenta Talmud. Ma, tenetevi forte, ha a che fare con il Kung fu. La storia di questo spettacolo comincia nel 1983 quando Freedman, vedendo una scena del film “Canton Viper”, dedicato appunto a una scuola di quest’arte marziale, ha pensato al Talmud.

Poi, si sa, i pensieri restano lì, continuano a macinare nella mente di chi li ha concepiti, fino a trovare la quadratura del cerchio. Così si arriva al gennaio scorso, quando dalla ricerca intertestuale emerge un interessante lavoro dedicato al kung fu e incentrato su una particolare selezione di testi talmudici, riguardante un periodo di guerra e conflitti in Giudea che ebbe, tra le conseguenze, anche la vendita di terreni per ragioni legali.

Et voilà, il 12 settembre Talmud verrà presentata al Target Margin’s Doxsee Theater in Sunset Park di Brooklyn.

“Abbiamo eliminato tutte le parti noiose” ha dichiarato a The Forward l’autore, “C’è un approccio per mettere in scena il Talmud in cui prendi solo le storie. Credo sia una grande idea, ma a me interessava a un aspetto molto particolare, fatto di storie e non-storie: le leggi”. E poi spiega vicinanze e distanze dei due mondi. Che almeno un tratto evidente in comune lo hanno: quella talmudica e quella dell’arte marziale cinese sono due tradizioni orali molto antiche che si trasmettono da maestro a discepolo. P-J. Grisar nel parla nel suo articolo dal titolo Bruce Lee? Yes. Shammai? Yup. The Talmud meets Kung Fu in a New Play.


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