Cultura
Il lato ebraico di Rocky Horror Pictures Show

Tra Purim e il Golem: ecco cosa succede nel castello di Frank-n-Furter

Il magazine online The Forward in questo mese di agosto propone una ricca galleria di personaggi e opere che inaspettatamente rivelano il proprio lato ebraico. E Rocky Horror Picture Show non poteva mancare.

Beh, non è difficile pensare alla creatura che prenderà vita in quello strampalato castello come a un Golem… Ma non è tutto: The Forward scrive: “In uno dei momenti più apertamente ebraici del film, il discorso del Dr. Frank-N-Furter per salutare la creazione della creatura simile al Golem del titolo, Rocky Horror, viene accolto da un caotico rumore da parte dei partecipanti alla festa (sullo schermo e fuori, nelle versione in cui il pubblico in sala mette in scena le vicende narrate, come al Cinema Mexico di Milano). Nel film originale come nella versione teatrale, parte della folla genera rumore con i cricchetti, uno strumento a percussione, come se il Dr. Frank avesse detto “Haman”. Ci sono altri tocchi simili a Purim nel film, tanto che alcune congregazioni ebraiche hanno trasformato “Rocky Horror” in un quasi rituale, come un “Rockin ‘Hora Purimshpiel” in cui molti dei numeri musicali vengono riscritti come canzoni di Purim“.

Il camice da laboratorio del Dr. Frank, inoltre, riprende nello stile quello dei detenuti dei campi di concentramento, con tanto di triangolo rosa, il simbolo usato dai nazisti per indicare l’omosessualità. Ci sono anche teorie che sostengono che il nemico di Frank sarebbe un nazista… E quel finale dove le creature umane non sono che piccoli esseri spersi nella polvere smossa dalla partenza del castello-astronave di ritorno sul pianeta Bisesso, nella galassia Transilvania, che nelle parole del narratore suona così: “E striscianti sulla superficie della Terra, degli insetti, chiamati ‘la razza umana’… Persi nel tempo. Persi nello spazio. E nel significato”…

Questo film è diventato un vero e proprio fenomeno di costume e le sue riprese teatrali oltre che quelle cinematografiche lo rendono una pellicola immortale (tra i migliori 50 cult movies per la rivista statunitense Entertainment Weekly). Ma anche una fonte inesauribile di ispirazione. Ebraica inclusa.


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