Joi with
Il Natale degli ebrei

Tentativi di dialogo inter-religioso

“Beh, se non ci vediamo più, buon Natale!”. È la frase che ti senti dire da sempre, tra il 18 e il 23 dicembre, e il tuo cervello processa, ogni anno, una rapida tabella di rischi e benefici rispetto all’opportunità di precisare che tu, il Natale, non lo festeggi. Sai già le risposte, dai più sobri silenzi accompagnati da sguardi stupiti fino al commento – premio speciale della giuria: “Ah, non sapevo che non fossi italiano!”.

La via di mezzo è quella della traduzione religiosa, resa al meglio negli Stati Uniti con l’acronimo Chrismukkah, un entusiasmante mix tra Christmas e Channukah (e i conseguenti hag-auguri), le due feste che in comune hanno il periodo e soprattutto l’usanza di mangiare dolci e scambiarsi regali. In altre parole, che l’interlocutore non ebreo si riferisca alle tue feste come fossero un arrangiamento delle sue, ti mette addosso un certo stress. Hannukah è Hannukah, e basta. Cioè, tu nella pausa caffè coi colleghi non te ne sei mai uscito con “Quindi quando cade quest’anno la Pesach cristiana?” o “Da cosa ti vesti per il tuo Purim?”. Le contaminazioni però tutto sommato possono essere divertenti. Panettone, pandoro, torrone… ti scofani tutta l’offerta dolciaria del periodo. Dopotutto, sei ebreo, non sei a dieta. Non si capisce perché dovresti restare escluso dai fasti, tanto più che quasi tutti i grandi marchi dei dolci natalizi hanno la teudà [certificazione kasher].

Il pranzo del 25 con tutti i parenti, il grande albero illuminato, lo scambio dei regali, il caminetto acceso mentre fuori scende la neve…è uno dei tuoi sogni proibiti di sempre. No, non sei in conflitto con la tua identità ebraica, hai solo guardato un po’ troppi film.
Da bambino c’è stato almeno un episodio in cui hai scoperto che là fuori c’era tutto un mondo di lettere per un vecchio signore barbuto che vola su una slitta e calze per una vecchia signora che vola su una scopa e hai cominciato a tormentare i tuoi poveri genitori perché volevi farne parte. Anni dopo, hai fatto pace con quel periodo, anche se in casa ti prendono ancora in giro per quanto hai frignato perché volevi l’albero di Natale. Ora vai a farti un giro in centro, tra il grande albero in piazza, i mercatini e le luminarie. C’è caos, ma le luci sono sempre belle. Commenti estensivamente le scelte dell’amministrazione comunale. Hai votato alle elezioni, non è che perché si parla di luci natalizie la tua verve polemica deve venire meno.

Insomma, il 25 dicembre è un giorno come tanti altri. Cioè, non proprio. È un giorno che si gode. La sera prima puoi uscire a cena senza lo stress di dover prenotare. Da bambino era il giorno in cui ti portavano al cinema a vedere il nuovo cartone della Disney. Oggi è sempre una data importante: il cinema volendo è sempre lì, e per tutto il pomeriggio, prima dell’assalto dei reduci dal grande pranzo, sarà un posto piacevolissimo. E poi mancano solo dieci giorni all’inizio dei saldi.


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