Voci
Un anno senza Inge Feltrinelli

Il 20 settembre dello scorso anno, Milano ha detto addio alla sua “regina dei libri”.

Germania, anni ’30, primi anni ’40: ci sono molte cose che Inge bambina non può fare, posti dove non può andare, però non le hanno mai spiegato perché. Vive con la madre e il patrigno, il padre è fuggito negli Stati Uniti e non fa più parte della sua vita. Ma le leggi di Norimberga guardano al sangue: essere figlia di padre ebreo è sufficiente per essere perseguitate. Quando Inge Schöntal compie 14 anni, scopre che le porte del liceo di Gottinga, la città in cui vive. per lei sono chiuse.

Ma il patrigno la protegge, le dà il suo cognome. Benvenuta al liceo di Gottinga, Inge Heberling! La bambina ebrea non esiste più. Dopo la guerra, la fame e la disoccupazione. Inge si trasferisce ad Amburgo alla ricerca di fortuna, diventa assistente di una fotografa. È il preludio di una folgorante carriera di fotoreporter in giro per il mondo, mestiere che letteralmente si inventa per sfuggire alla povertà del dopoguerra: il primo viaggio è negli Stati Uniti, tra autostop e notti passate su un lettino da campeggio. Primo punto segnato: quell’incredibile colpo di fortuna e di bravura. Chi altri nell’indaffaratissima Manhattan si è accorto che la donna intabarrata, ferma al semaforo intenta a soffiarsi il naso, è Greta Garbo? Inge tira fuori la macchina fotografica. Lo scatto rimarrà nella storia, anche se nell’immediato il ricavo è misero: appena 50 dollari dalla rivista Life.

Nel 1953, l’incontro con Ernest Hemingway all’Avana, sempre per un reportage fotografico. I due lì per lì non si piacciono affatto. Lui “un colonialista sempre ubriaco”, lei “un po’ troppo nazista per i miei gusti”. Ma il giorno dopo, la mattina presto, mentre Inge fa per accommiatarsi, lo scrittore la trattiene. È il 5 marzo: “Stalin è morto, lo sai?”. I due attaccano a parlare di politica, lasciandosi alle spalle le incomprensioni del giorno prima. Inge trascorre con Hemingway due settimane, le sue foto fanno il giro del mondo: lo scatto più celebre, senza dubbio, è quello di loro due in barca, con Inge che regge un marlin, pesce protagonista de Il vecchio e il mare.

A partire da lì, un reportage segue l’altro: Chagall, Picasso, Simone De Beauvoir…è il 1958 quando a una festa dell’editore Rowohlt, ad Amburgo, conosce Giangiacomo Feltrinelli. Trascorrono la notte a parlare su una panchina. A Inge avevano detto: “Vieni che c’è quello che ha appena pubblicato il Dottor Živago, quell’italiano miliardario e comunista”.

Un anno dopo si sposano in Messico: per lui non sono le prime nozze e il divorzio in Italia non sarà legale fino al 1978. A Milano, la casa editrice accoglie Inge con “un grande scetticismo”. Ma dovranno ricredersi tutti quando, dopo l’entrata in clandestinità e poi la morte del marito, si metterà al timone della nave: se oggi possiamo leggere in traduzione italiana i libri di Gabriel Garcia Marquez, Amos Oz, Doris Lessing, Nadine Gordimer, Henry Miller, Günter Grass, Marguerite Yourcenar, Charles Bukowski e molti altri, lo dobbiamo al suo fiuto straordinario.

Il mestiere dell’editore? In un’intervista a Repubblica del 2013, Inge lo raccontava così: “Oggi c’è più tecnologia e specializzazione. Una volta un editore riassumeva in sé molti ruoli: cassiere, psicoanalista, badante, segretario, amico e seduttore. Era questo che lo scrittore cercava”.

E Inge è stata tutto questo: larger than life. Sempre al centro, colorata, esuberante, una “diluviale vitalità” che pure traeva un segreto piacere dal regalarsi la discrezione, dallo sgattaiolare al cinema di pomeriggio e dal congedarsi dalle occasioni mondane senza formalità, semplicemente quando le andava. Dov’è Inge? Se n’è andata. E la festa già non sembra più la stessa.

In ricordo di Inge Feltrinelli, le librerie Feltrinelli a Milano organizzano oggi incontri di lettura e musica in cinque librerie, a partire dalle 18. La serata continua in viale Pasubio con “Feste e danze brillanti”.

Silvia Gambino
Responsabile Comunicazione

Laureata a Milano in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale, ha studiato Peace & Conflict Studies presso l’International School dell’Università di Haifa, dove ha vissuto per un paio d’anni ed è stata attiva in diverse realtà locali di volontariato sui temi della mediazione, dell’educazione e dello sviluppo. Appassionata di natura, libri, musica, cucina.


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