Joi in
La Apple, Pesach e la libertà. Appuntamento con Gheula Cannaruto Nemni

Al via la Jtalks Streaming Edition. Si comincia martedì 24 per parlare di libertà

Domani alle ore 18,15 va in scena su Zoom e sul nostro canale Facebook il primo JTalk della Streaming Edition, promosso da Joi e dall’Assessorato Giovani della Comunità ebraica milanese, con la scrittrice Gheula Cannaruto Nemni. Titolo: Quando la Apple si ispirò a Pesach.

Ne abbiamo parlato con lei, in questa piccola anticipazione sul suo talk. Scaricate Zoom: consente di interagire con lei in diretta. Quindi, sintonizzatevi e se volete candidatevi per i prossimi incontri in streaming.

Perché questo titolo?
Think different è il cavallo di battaglia della Apple, quando avere un Mac significava distinguersi, essere dei pionieri di una nuova forma di comunicazione e di informazione. Il senso di quel claim sta nel valore di essere diversi. E noi siamo pionieri di questo pensiero: un valore fondamentale è mantenere l’autonomia intellettuale. Siamo la Apple del mondo: abbiamo lanciato la moda del monoteismo!“.

E Pesach?
“Tra Purim e Pesach pensiamo molto al concetto di libertà, così importante poi nella lettura della Haggadà. E cos’è la libertà se non mantenere una propria autonomia di pensiero?”.

Un esercizio che ha caratterizzato tutta la storia passata e presente del popolo ebraico. Un pensiero laterale, anche, che forse può essere utile in questo tempo sospeso, dettato dalla pandemia?
“In questa rivoluzione di ogni comportamento e abitudine della nostra vita, in realtà noi ebrei non siamo stati colti proprio di sorpresa. Si tratta di un ritorno a un pensiero di fondo, alla nostra guida per eccellenza, la Torah. Proprio perché mantenere la propria autonomia di pensiero, al di là delle manipolazioni che vengono dal mondo esterno, significa mantenerci vivi”.

Sta parlano di una forma di resilienza?
“Sì. Abbiamo sviluppato una forma di pensiero alternativo, fatto di contraddittorio e di interpretazione. Per un ebreo un testo è qualcosa che va interpretato. Il testo non è un testo, dunque, e la realtà non è unica, ma ha molte sfaccettature. Ecco, siamo sempre sull’attenti, almeno dal punto di vista intellettuale. Dunque questo periodo di quarantena… è come un lungo Shabbat!”.

Martedì 24 marzo, ore 18,15, su Zoom e sul nostro Facebook

 

Micol De Pas

È nata a Milano nel 1973. Giornalista, autrice, spesso ghostwriter, lavora per il web e diverse testate cartacee.


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