Cultura
La commedia della vanità torna a teatro

La piéce teatrale di Elias Canetti in scena al Piccolo Teatro di Milano per la regia di Claudio Longhi

A parlare del presente pensa Elias Canetti. Che nel 1933 scrisse La Commedia della vanità, una piéce teatrale distopica e grottesca, pubblicata nel ’50 e messa in scena per la prima volta nel 1965. Se nel luogo immaginato da Canetti infatti sono banditi gli specchi, a venir meno non è l’autocelebrazione ma il senso profondo di appartenenza alla propria storia, alle proprie radici, al proprio essere: l’identità.

O meglio, Claudio Longhi sceglie quest’opera teatrale (nella traduzione di Bianca Zagari) per ripensare il presente e metterlo in scena. Non per attualizzare l’opera canettiana, ma per guardare l’attualità con le lenti di uno spettacolo quasi profetico. Come dice Longhi stesso, “tornare ai capricciosi sogni di Canetti, senza alcun desiderio di attualizzarne i contenuti, ma solo per esercitarsi, da provetti materialisti storici, a decifrarne scenicamente geroglifici e ideogrammi (generati dal sonno o dalla morte della ragione?), affinando così il nostro spirito critico”.

Ne viene fuori uno spettacolo di tre ore abbondanti, con, tra gli altri, Fausto Russo Alesi, Donatella Allegro, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Aglaia Pappas, Franca Penone, Simone Tangolo, Jacopo Trebbi, che parla di Europa (o del suo probabile epilogo) di una possibile (imminente?) dittatura e della perdita della propria identità. In un mondo in cui un governo totalitario stabilisce “per legge” che la vanità è vietata, sono banditi tutti gli specchi e i produttori degli stessi messi a morte. Quel che resta è un lessico intricato, che restituisce il lavoro linguistico fatto da Canetti con l’esperimento della “maschera acustica”, cioè la riproposizione del linguaggio esattamente come si presenta nella realtà, che sia dialettale, sgrammaticato o aulico. Che si trasforma in un’onda pronta a travolgere il pubblico per immergerlo nel testo del premio Nobel.
Ad accompagnare le scene (di Guia Buzzi), il violino di Renata Lackó e il cimbalom di Sándor Radics.

Con Canetti, Claudio Longhi traccia una continuità con alcuni dei suoi ultimi lavori realizzati per Emilia Romagna Teatro Fondazione, fra cui La resistibile ascesa di Arturo Ui, Il ratto d’Europa e Istruzioni per non morire in pace, accomunati tutti da una riflessione sull’idea di Europa, nel nostro presente e nei primi anni del secolo scorso, e sui rischi di uno sbandamento dittatoriale.

Elias Canetti, La commedia della vanità, regia di Claudio Longhi, Piccolo Teatro di Milano, dal 15 al 26 gennaio

Venerdì 17 gennaio, ore 17, al Chiostro Nina Vinchi (via Rovello 2 – M1 Cordusio),
la compagnia incontra il pubblico. L’ingresso è gratuito previa prenotazione su www.piccoloteatro.org


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