Cultura
La cura della memoria. Il Museo Monumento al Deportato, ricordo e ammonimento

La mostra per celebrare i cinquant’anni del Museo Monumento al deportato di Carpi, creato dallo studio di architettura BBPR insieme al pittore Renato Guttuso e al contributo di diverse personalità, tra cui Lica e Albe Steiner

Inaugurata in occasione della Giornata della Memoria e visitabile fino al primo maggio 2024, la mostra La cura della memoria. Il Museo Monumento al Deportato, ricordo e ammonimento è stata allestita nella Sala dei Cervi all’interno del Palazzo dei Pio, molto vicina ad uno dei luoghi della Shoah e della Resistenza italiani tra i più significativi. Questa, allestita alla Fondazione Fossoli per celebrare il cinquantesimo anniversario del Museo Monumento al Deportato di Carpi, inaugurato nel 1973, non è una semplice mostra da guardare, ma rappresenta una testimonianza materiale e immateriale unica che offre, per la prima volta, la possibilità per i visitatori, di conoscere approfonditamente la storia dell’edificio nella sua complessità e ricchezza storica. Curata con attenzione e profondità, la mostra vuole essere anche un modo per ricordare tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione e al funzionamento del Museo nel corso degli anni.
Il progetto originale del Museo Monumento al Deportato di Carpi è stato ideato nella seconda metà degli anni Sessanta dallo studio di architetti BBPR insieme al pittore Renato Guttuso e al contributo di diverse personalità, tra cui Lica e Albe Steiner.

Il percorso espositivo della mostra temporanea offre una panoramica completa e coinvolgente sulla genesi e l’evoluzione del Museo Monumento al Deportato di Carpi. Attraverso cinque sezioni tematiche ben strutturate, i visitatori vengono condotti attraverso un viaggio emotivo e informativo che abbraccia la storia del campo di concentramento di Fossoli, il racconto dell’inizio della commemorazione del luogo, il coinvolgimento degli artisti nel progetto, l’inaugurazione del Museo e il suo sviluppo come opera civica e collettiva.
Già a partire dal titolo, La Cura della Memoria, è chiara la volontà dei curatori di trasferire ai visitatori il significato profondo del luogo in cui si trovano, instillando in questi ultimi la necessità di preservare e promuovere il valore storico e umano del Museo e del Campo, sottolineando il potere terapeutico della memoria stessa, la quale è un tassello fondamentale per la comprensione del passato.

Attraverso opere originali, documenti d’epoca e testimonianze visive e multimediali, la mostra è una panoramica coinvolgente e riflessiva sulla storia del Museo e sul suo impatto duraturo sulla comunità di Carpi e oltre. Ed è un invito ad “aprire gli occhi” su questioni ancora attuali. Inoltre, l’inclusione di stazioni multimediali arricchisce l’esperienza del visitatore, offrendo immagini e filmati pertinenti al tema.
Una modalità di fruizione che riesce a trasmettere non solo informazioni storiche, ma anche un senso di partecipazione emotiva e riflessione critica sul significato della memoria e del ricordo. Infine, è proprio attraverso l’analisi del rapporto tra il Museo e il visitatore che la mostra invita il pubblico a considerare il ruolo attivo che ognuno può svolgere nel mantenere viva la memoria delle vittime dell’Olocausto e nel promuovere la comprensione e la tolleranza.

Eirene Campagna
collaboratrice

Classe 1991, è PhD Candidate dello IULM di Milano in Visual and Media Studies, cultrice della materia in Sistema e Cultura dei Musei. Studiosa della Shoah e delle sue forme di rappresentazione, in particolare legate alla museologia, è socia dell’Associazione Italiana Studi Giudaici.


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