Cultura
La rassegna stampa di JoiMag #8

Il sacrificio dei “liquidators” a Chernobyl, Jeremy Corbyn e l’antisemitismo e la vera storia di un milionario transgender. Che era un fan di Trump…

Una selezione di articoli che stimolano la riflessione, invitano al dibattito e parlano di storia, cultura, entertainment ed attualità. Da leggere e magari commentare su queste pagine: ci piace sempre conoscere la vostra opinione.

Liquidators: uomini e donne che hanno perso la salute a Chernobyl

Si parla molto in questi giorni della serie tv prodotta dalla HBO e dedicata al disastro nucleare di Chernobyl dell’aprile 1986.

I cinque episodi narrano le vicende e le vite di uomini e donne (detti anche “liquidators”) che si sono sacrificati per salvare l’Europa da un disastro nucleare. Le storie raccontate si basano, in gran parte, sui resoconti degli abitanti di Pripyat, raccolti dalla scrittrice Premio Nobel per la letteratura Svetlana Alexievich nel suo libro Preghiera per Cernobyl.

Ksenia Svetlova, per quattro anni membro della Knesset, dedica su Timeofisrael.com un articolo ai millecinquecento “liquidators” che vivono attualmente in Israele. E in particolare si sofferma sulla storia di Alex Kalantirsky, che nel 1986 aveva 40 anni, sposato e con figli. Venne mandato a Cernobyl per lavorare alla costruzione del sarcofago, decisivo per contenere le radiazioni.

Non sapeva cosa lo stesse aspettando e che la sua salute sarebbe stata irreparabilmente danneggiata.  “Sapevamo che se le radiazioni avessero continuato a diffondersi, non solo sarebbero state colpite l’Ucraina, la Bielorussia, la Lituania e la Russia, ma tutta l’Europa, incluso il bacino del Mediterraneo. Questo era tutto ciò a cui stavamo pensando. Speravamo di riuscire a scongiurare quell’immenso pericolo” ha raccontato a Svetlova.

Come era prevedibile quasi tutti i 1500 “liquidators” residenti in Israele convivono con gravi problemi di salute e sono in grande difficoltà a causa del’attuale legislazione che non li tutela quanto sarebbe necessario.

Nel 2001 venne avviato un progetto di legge che riconosceva il grande lavoro svolto dai liquidators assegnandogli un alloggio pubblico e facilitazioni per le cure mediche. Un progetto che però non è mai stato attuato, spiega Svetlova. Che ricorda l’incredibile risposta ricevuta dal Vice Ministro della sanità, Yaakov Litzman, interpellato in proposito: “La ricerca non dimostra che liquidators di Chernobyl soffrano di malattie a causa del lavoro al reattore. La maggior parte di loro sono fumatori ed è possibile che il cancro nei loro casi sia una conseguenza del fumo…”.

Da fan a oppositore di Trump: la vera storia del milionario transgender

Da sostenitore di Trump a transgender: è la storia del multimilionario Jennifer Pritzker, schierato da sempre con il Partito Repubblicano e con l’attuale presidente degli Stati Uniti, e poi diventato una donna transgender che prende una dura posizione nei confronti del bando emanato da Trump per impedire ai transgender l’accesso all’esercito. Lo raccontano Vanity Fair e Forward.com .

Pritzker appartiene alla settima famiglia più ricca d’America. Jennifer Prizker, all’anagrafe Nicholas Pritzker, è la pronipote di Naphtali ben Yakov Pritzker, un immigrato ebreo arrivato a Chicago dall’Ucraina e diventato un avvocato e un investitore di straordinario successo. 

Pritzker ha sempre sperato in un cambio di direzione da parte dei Repubblicani sul tema dei diritti della comunità LGBT. Ma dopo il bando di Trump nei confronti dei transgender si chiede “come sia possibile sostenere uno schieramento che vuole mettermi ai margini della società?“. Uno schieramento, quello Repubblicano, che sicuramente gli chiederà fondi per la campagna presidenziale del 2020. Jennifer sembra però avere la risposta pronta: “Perché dovrei contribuire alla mia rovina?”

Jeremy Corbyn e l’antisemitismo

‘The genius of Jeremy Corbyn’ è il titolo dell’articolo di Tamara Berens apparso su Mosaicmagazine.com e interamente dedicato al leader dei Laburisti inglesi. Un articolo duro che prende una posizione netta nei confronti dell’uomo politico britannico: “Intendo esplorare il ruolo centrale svolto dall’antisemitismo nel favorire e consolidare la sua ascesa” scrive Barens.

Che sviluppa la sua tesi partendo da un punto di vista molto esplicito: “Corbyn personifica il programma della cosiddetta alleanza rosso-verde, che si è coalizzata ideologicamente attorno ai principi della rivoluzione islamica del 1979 in Iran. L’alleanza sostiene che Israele è il “piccolo Satana”, secondo solo agli Stati Uniti nella classifica dei mali che caratterizzano la civiltà occidentale nel suo complesso“. La parte rossa di questa alleanza, sostiene Barnes,  è impegnata a combattere il capitalismo, l’imperialismo e il razzismo; mentre la parte “verde” punta alla dominazione degli infedeli”. 

L’estate scorsa, i tre giornali ebraici più importanti nel Regno Unito hanno pubblicato un editoriale congiunto con il titolo “United we stand”, che non era soltanto contro Corbyn nel presente, ma anche contro la minaccia, abbastanza credibile, che possa diventare Primo Ministro.

Germania: la marcia antisionista a Berlino

Cnaan Liphshiz su The Jerusalem Post parla della marcia annuale del giorno di Al-Quds a Berlino. L’Al-Quds day venne istituito in Iran nel 1979 come una giornata antisionista da celebrare nell’ultimo venerdì del Ramadan. 

Liphshiz scrive che questa marcia, andata in scena come sempre a Berlino,  viene “spesso citata come esempio della nascita del cosiddetto nuovo antisemitismo in Europa: Nonostante i tentativi degli organizzatori negli ultimi anni di sopprimere alcune espressioni di antisemitismo, la marcia incita alla uccisione di israeliani, parla di cospirazioni sioniste e gli imam citano regolarmente versetti antisemiti dal Corano“. 

L’articolo di Liphshiz si sofferma poi sulla sottovalutazione da parte delle autorità tedesche di questi fenomeni e su come sia in atto un tentativo di non voler attribuire questi atti alla comunità musulmana, ma piuttosto alla rinascita di gruppi di estrema destra. A questo proposito, cita un articolo scritto da Krisztina Koenen, giornalista del Frankfurter Allgemeine Zeitung e Der Welt, e pubblicato a marzo nella rivista ungherese-ebraica Neokohn: “Il nuovo antisemitismo musulmano è un tabù, e la vera ragione sta nel fatto che affrontarlo rafforzerebbe solo gli oppositori interni dell’immigrazione“.

Gianni Poglio

Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze radiofoniche e televisive, ha fatto parte della redazione del mensile Tutto Musica e del settimanale Panorama (Mondadori). Conduttore dii talk show per Panorama d’Italia Tour, con interviste “live” ai protagonisti della musica italiana e di dibattiti tra scienza ed intrattenimento nell’ambito di Focus Live, ha pubblicato per Electa Mondadori il libro “Ferdinando Arno Entrainment”


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