Ritratto del nuovo leader del Labour party israeliano, l’anima jewish di Woody Guthrie, l’incredibile storia degli ebrei fuggiti dall’olocausto in Giappone e… il nuovo scandalo sessuale di Donald Trump
ITZIK SHMULI: IL VOLTO E LA MENTE DEL NEW LABOUR
Gil Hoffman sulle colonne del Jerusalem Post delinea un ritratto del nuovo candidato alla leadership del Labour Party. 39 anni, dichiaratamente gay, vive con il compagno e il figlio e ama ricordare di aver la stessa età che aveva Macron poco prima di diventare Presidente della Francia. Ha un passato da leader della National Union of Israeli Students e una solida formazione socioeconomica, oltre che il favore di tutti i pronostici per le primarie Labour che si terranno il 2 luglio, spiega Hoffman.
La ricetta di Shmuli per sconfiggere Netanyahu è “costruire legami con i movimenti per creare un insieme più vasto delle sue parti, anche al di fuori del nostro campo” spiega.
“Credo nella separazione dai palestinesi, nei diritti civili, nella giustizia sociale, nelll’uguaglianza, nella democrazia e nella difesa dei diritti umani. Se questo è essere di sinistra, io sono di sinistra. Se è di Centro, allora sono di Centro. Invece di soffermarsi su definizioni di poco conto, dobbiamo concentrarci sul vero pericolo causato dall’attuale governo israeliano”.
L’UOMO CHE HA SALVATO GLI EBREI DAI NAZISTI IN GIAPPONE
Tabletmag.com racconta una storia poco conosciuta e per molti versi inedita. La storia di un imprenditore tedesco, Willy Foerster, che salvò la vita a un numero ancora oggi imprecisato di ebrei, facendoli lavorare nelle sue fabbriche in Giappone. Anche se le vicende sono diverse tra loro appare evidente come la storia di Foerster abbia punti di contatto con quella di Oskar Schindler. La vita della piccola comunità ebraica composta da uomini e donne fuggiti dall’Europa non fu facile in Giappone. Gli ufficiali nazisti arrivati nelle metropoli giapponesi esercitarono forti pressioni affinché le autorità locali perseguissero gli ebrei senza esitazioni.
La storia di Foerster che nel corso degli anni della Seconda Guerra Mondiale si complicò maledettamente (venne accusato di essere una spia al servizio dell’Unione Sovietica, fu torturato da un un ufficiale nazista e tutti i suoi beni vennero confiscati) è stata finalmente raccontata con la pubblicazione di Fall der Foerster, il libro scritto dal Dr. Clemens Jochem, uno scienziato tedesco di Amburgo. In un’intervista esclusiva con Tablet, Jochem getta nuova luce sulle sue scoperte e sugli ultimi sviluppi della vicenda, compreso il ruolo inquietante delle forze americane nel sostenere le accuse dell’ufficiale nazista che aveva arrestato Foerster.
L’ANIMA JEWISH DI WOODY GUTHRIE
Will Kaufman su Forward.com racconta di una full immersion negli archivi del Woody Guthrie Center di Tulsa, in Oklahoma che le ha consentito di scoprire aspetti inediti della vita e della personalità del folk Singer. Compreso il coinvolgimento di Guthrie in vari aspetti della storia e della cultura ebraica. La seconda moglie di Guthrie era la celebre ballerina Marjorie Greenblatt Mazia, figlia di Aliza Waitzman Greenblatt, uno delle più note poetesse in lingua yiddish d’America.
Kaufman si sofferma anche su alcuni pezzi di Guthrie registrati dai Klezmatics di New York nei loro due album, Happy Joyous Hanukkah e Wonder Wheel, vincitore del Grammy Award, e sulle sue associazioni tra gli ebrei in fuga dal Terzo Reich e i Dust Bowl Refugees americani che egli sosteneva. Con il termine Dust Bowl si indicano una serie di spaventose tempeste di sabbia che colpirono gli Stati Uniti centrali e il Canada tra il 1931 e il 1939, causate da di tecniche agricole inappropriate e dalla mancanza di rotazione delle colture. Durante la siccità, il suolo si seccò diventando polvere, e venne soffiato via verso est, principalmente in grandi nuvole nere. Questo disastro ecologico causò un esodo da Texas, Kansas, Oklahoma, e dalle grandi pianure circostanti, con oltre mezzo milione di americani che restarono senza casa e senza lavoro. Molti, disperati, migrarono verso gli Stati dell’ovest in cerca di lavoro. Kaufman cita poi gli amari scritti di Woody sulla Shoah, e il suo noto brano Ilse Koch dedicato alla “iena di Buchenwald”, moglie del comandante del campo di concentramento, diventata tristemente famosa per le violenze terribili e i soprusi nei confronti dei prigionieri. Condannata all’ergastolo nel 1947, la Koch si suicidò impiccandosi in una cella del carcere bavarese dove era detenuta.
“DONALD TRUMP MI HA VIOLENTATA”
L’accusa di stupro è contenuta nel suo libro di prossima pubblicazione, What do we need men for? A modest proposal. L’autrice del memoir è la giornalista E. Jean Carroll che, come riporta dettagliatamente il New York Magazine, accusa il Presidente Trump di averla violentata 23 anni fa nella dressing room di Bergdorf and Goodman, sulla Fifth Avenue di New York a pochi metri dalla Trump Tower. Sul New York Magazine (vedi il link sopra) è presente un ampio estratto del libro della Carroll che contiene i retroscena del nuovo presunto scandalo sessuale che ha investito il Presidente degli Stati Uniti.
Immediata la reazione di Trump che, come scrive il New York Times, nega ogni addebito. “Non ho mai incontrato questa donna” sottolinea. E aggiunge: “Sta solo cercando di vendere il suo nuovo libro. Che meriterebbe di stare nella sezione fiction delle librerie”.
La Carroll ha anche aggiunto di non aver mai sporto denuncia per timore di ripercussioni. “Ho avuto paura di ricevere minacce di morte e di essere trascinata nel fango”.