Cultura
Hedy Lamarr: la vita di “Lady Bluetooth” in mostra al Museo Ebraico di Vienna

Un viaggio intimo e inedito, attraverso le foto di famiglia, nella storia dell’attrice che ha inventato il Wi-Fi

Lo scorso agosto, la 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia è stata inaugurata dalla proiezione, per l’occasione restaurata, del famoso film Exstase; ed è attesa su Showtime la miniserie della regista Sarah Treem con protagonista Gal Gadot. A fine novembre ecco una nuova, speciale opportunità per immergersi nella vita di Hedy Lamarr. Il 27 novembre al Museo Ebraico di Vienna, città natale dell’attrice-scienziata, si inaugura la mostra Lady Bluetooth, un percorso sulla vita di Hedy Lamarr attraverso inedite foto di famiglia.

Hedwig Kiesler, 1922. ©Anthony Loder Archive_ Foto_Grete Kolliner

“La mostra abbraccia ogni aspetto dell’incredibile vita di Hedy Lamarr, dall’infanzia e giovinezza in Europa fino alla seconda parte della storia, negli Stati Uniti. Le fotografie che conducono il visitatore in questo viaggio sono state gentilmente messe a disposizione dal figlio, Anthony Loder”, spiega la curatrice Andrea Winklbauer, storica dell’arte e critica d’arte e cinema. “Nella mostra sono raccontati diversi episodi di famiglia (tra cui la riunificazione con la madre, Gertrude Kiesler, che riuscì a fuggire dall’Europa e a raggiungere Hedy negli Stati Uniti dopo anni di separazione), gli amori e il loro epilogo (sei matrimoni, il che vuol dire anche sei divorzi), la carriera d’attrice, il genio e l’inventiva, ma anche gli aspetti più amari, quelli che evidenziano la sua vulnerabilità”.

Insieme alla madre Gertrude, 1933 © Anthony Loder Archive

 

Nata Hedwig Kiesler, il primo matrimonio dell’attrice è con l’austriaco Fritz Mandl, uomo d’affari e commerciante in armi e munizioni. “Un uomo violento”, racconta Winklbauer, “ossessionato dalla gelosia e dal controllo, che letteralmente la segregò in casa. Ma Hedy Lamarr riuscì a scappare, prima a Parigi e poi a Londra, e da lì si imbarcò per gli Stati Uniti, dove ricominciò da capo e presto divenne una diva di Hollywood. Ma in quegli stessi anni – gli Stati Uniti erano entrati in guerra – Hedy Lamarr rivelò anche la sua mente curiosa e inventiva. Sviluppò una tecnologia che fece brevettare ufficialmente come Secret Communication System, ovvero la tecnologia a rapida variazione di frequenza sulla quale si basano il Wi-Fi, il Bluetooth e il GPS che usiamo noi oggi. Dimostrò un ingegno straordinario, considerando che non aveva ricevuto una formazione accademica (a soli 15 anni aveva abbandonato la scuola a Vienna per inseguire il sogno del cinema). Tutto ciò che sapeva di tecnologia militare lo aveva imparato ascoltando e memorizzando, facendo finta di nulla, i discorsi del primo marito e degli altri commercianti d’armi che frequentavano la casa”.

Austria, 1930 ©Anthony Loder Archive

L’auspicio di Hedy Lamarr, ebrea sfuggita alle persecuzioni in Europa, nonché alla vita a fianco di un marito filonazista, era che la sua invenzione contribuisse agli sforzi militari americani contro la Germania nazista. “Ma la Marina statunitense, alla quale si rivolse per proporre la sua tecnologia, la ignorò. La società non era pronta a prendere sul serio un’attrice-inventrice”.

Stati Uniti, 1938 ©Anthony Loder Archive

Nella presentazione della mostra c’è una frase, in particolare, che colpisce: “La vera tragedia della sua affascinante vita fu che questa donna brillante e sicura di sé non credette possibile inventare un ruolo moderno per se stessa, al di là dei convenzionali stereotipi di genere”. E il primo stereotipo, soprattutto nel suo caso, riguardò l’aspetto fisico. “Poiché aveva costruito tutta la sua carriera sulla bellezza – non avendo molta altra scelta – nell’ultimo periodo della sua vita la prospettiva di perderla prese a ossessionarla. Il declino e l’invecchiamento erano inaccettabili. Si sottopose a interventi di plastica facciale, che però diedero risultati deludenti. A poco a poco l’idea di mostrarsi agli altri divenne così insopportabile che prese a vivere come una reclusa sociale. Ci sono diversi episodi legati a questa situazione. Uno di questi fu che rifiutò di incontrare la fidanzata e poi moglie del figlio Anthony. Altri accadimenti poi resero difficili gli ultimi anni. In un’occasione ad esempio fu accusata di taccheggio in un grande magazzino e dovette presentarsi in tribunale; alla fine fu dichiarata innocente, ma si trattò dell’ennesimo episodio amaro e destabilizzante”.

Stati Uniti,1938 ©Anthony Loder Archive

Indagando la biografia di Hedy Lamarr, è possibile capire fino a che punto la sua ossessione per la bellezza era dovuta alla sua propria personalità, e fino a quale invece a un effetto della società in cui viveva? “Penso che il suo atteggiamento dipendesse in larga parte dalla sua personalità”, dice Winklbauer. “Sapeva di essere bellissima e di volerlo essere, per sempre. Non avrebbe saputo immaginare se stessa in altro modo. Senz’altro c’era un elemento personale. Ma anche l’ambiente sociale fece la sua parte. Se Hedy Lamarr avesse vissuto in un’epoca diversa, se il suo amore e talento per la scienza fossero stati presi sul serio, forse oggi saremmo qui a raccontare una storia ben diversa”.

Se Hedy Lamarr fosse qui oggi, nel 2019, chi sarebbe dunque? Una scienziata, un’attrice, o entrambe? “Credo che sarebbe una scienziata”, afferma Winklbauer. “Perché pur con tutte le difficoltà troverebbe una società più incline ad accettarla e a permetterle di costruirsi un’autostima non esclusivamente sulla bellezza, ma soprattutto sul talento e sull’intelligenza”.

Lady Bluetooth. Hedy Lamarr – Dal 27 novembre al 10 maggio 2020 al Museo Ebraico di Vienna.

Silvia Gambino
Responsabile Comunicazione

Laureata a Milano in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale, ha studiato Peace & Conflict Studies presso l’International School dell’Università di Haifa, dove ha vissuto per un paio d’anni ed è stata attiva in diverse realtà locali di volontariato sui temi della mediazione, dell’educazione e dello sviluppo. Appassionata di natura, libri, musica, cucina.


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