Cultura
Mahmood: così “Soldi” ha conquistato Israele

Dal Festival di Sanremo alla vetta della classifica israeliana: ecco come è andata

La musica è, tra le arti, quella più universale, in grado di accorciare, in poco più di tre minuti, enormi distanze, sia fisiche che culturali. Ne è un fulgido esempio Soldi di Mahmood, la canzone italiana più ascoltata di sempre in streaming, oltre che vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo e seconda arrivata all’Eurovision Song Contest di Tel Aviv.

E proprio questa vetrina ha permesso al pubblico israeliano di innamorarsi delle qualità di Alessandro Mahmood, un perfetto esempio di multiculturalismo vincente, nato a Milano il 12 settembre 1992 da madre sarda e da padre egiziano.

Soldi è diventata la maggiore hit estiva in Israele, con quattro settimane consecutive in cima alle classifiche della radio dell’esercito israeliano Galgalatz, la vetrina che  sancisce definitivamente il successo dei cantautori.

La canzone è inoltre in cima al ranking di Shazam, app per il riconoscimento delle canzoni, e di Spotify e Youtube, superando di gran lunga Arcade, la canzone arrivata prima all’Eurovision dell’olandese Duncan Laurence.

Soldi è un ipnotico brano urban a cavallo tra rap e pop, in cui Mahmood fa i conti con il suo difficile rapporto con il padre (che lo ha abbandonato quando aveva solo 6 anni), ha un sound moderno e un ritornello accattivante che si stampa subito in testa: “Io da te non ho voluto soldi/è difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio/lasci casa in un giorno/Tu dimmi se volevi soldi soldi soldi”.

L’eccellente produzione congiunta di Dardust e di Charlie Charles, il padrino della trap italiano, è stata garanzia sia di contemporaneità che di grandi numeri, sia in streaming che in radio.

«Ho scritto Soldi perché avevo bisogno di fissare i ricordi di qualcosa che poteva andare meglio», ha rivelato Mahmood per spiegare che cosa lo avesse spinto a scrivere quel testo.

Lo spunto di partenza è stata la frase in  arabo “waladi habibi ta’aleena” (figlio mio, amore, vieni qua): le parole che usava il padre per farlo tornare a casa quando, da bambino, Alessandro giocava nel parco di Gratosoglio, nella periferia milanese.

Probabilmente è proprio quella suggestiva mescolanza di italiano, arabo e sonorità urban mediorientali ad aver conquistato l’audience israealiana, tanto che Soldi “la si sente su ogni frequenza, in ogni negozio di vestiti e a ogni festa: è il tormentone dell’estate”, come ha rivelato il quotidiano di Tel Aviv Haaretz.

Il fatto che Soldi non sia in inglese o francese, lingue alle quali sono più abituati gli ascoltatori delle radio israeliane, ha aumentato il fascino esotico del brano, che ha superato i 100 milioni di ascolti sia su Youtube che su Spotify, oltre ad aggiudicarsi un disco di platino in Italia, Spagna e Grecia, a conferma della sua universalità.

“Nel 2011 avevo iniziato a mettere delle cover in inglese su YouTube e più ne mettevo più le visualizzazioni aumentavano, anche ad arrivare a 100,000 views, che già mi sembrava un risultato spaventoso- ha scritto Mahmood il 19 giugno sulle sue pagine social- Vedere che il video di Soldi ha raggiunto 100 milioni di views mi fa capire che tutto ciò che ho fatto fino ad oggi lo rifarei altri milioni di volte. GRAZIE RAGAZZI , GRAZIE DAVVERO”.

Oltre che il particolare timbro di voce, di Mahmood colpisce anche l’umiltà, merito dei tanti anni di gavetta in cui ha coltivato con tenacia il sogno di vivere di musica.

Nel 2012 ha partecipato, senza troppa fortuna, alla sesta edizione del talent show “X Factor” nella categoria Under Uomini capitanata da Simona Ventura.

Non si perde d’animo e tre anni dopo, nel 2015, vince il concorso canoro Area Sanremo, guadagnando il diritto di partecipare, nella sezione “Nuove Proposte”, al Festival di Sanremo 2016, dove presenta il brano Dimentica, classificandosi al quarto posto.

Nel 2017 pubblica il singolo Pesos, con il quale partecipa alla quinta edizione del Summer Festival, e nel frattempo collabora alla composizione di Nero Bali di Elodie con Michele Bravi e Gué Pequeno, Hola (I Say) di Marco Mengoni feat. Tom Walker e Luna di Fabri Fibra.

Dopo aver vinto da poco Sanremo Giovani, il cantante si è ripetuto a sorpresa con Soldi, un risultato clamoroso, che nessuno poteva immaginare alla vigilia.

I voti delle sala stampa e della giuria di “esperti”, che insieme valevano il 50% totale, hanno completamente sovvertito il risultato del televoto, dove Mahmood aveva appena il 14%, il Volo il 39% e Ultimo il 46%. Le polemiche che ci furono allora sulla presunta “non italianità” del brano risultano oggi,  risultati alla mano, ancora più surreali. Una delle qualità maggiori della musica di Mahmood è proprio quella di superare i muri di lingua e di generi musicali, mettendo d’accordo sia il pubblico italiano che quello israeliano.

Non male, per un cantautore di soli 26 anni che, fino a pochi anni fa, era praticamente uno sconosciuto che sognava di uscire dalla periferia di Milano per portare la sua musica in tutto il mondo.

Gabriele Antonucci
Collaboratore

Giornalista romano, ama la musica sopra ogni altra cosa e, in seconda battuta, scrivere. Autore di un libro su Aretha Franklin e di uno dedicato al Re del Pop, “Michael Jackson. La musica, il messaggio, l’eredità artistica”,  in cui ha coniugato le sue due passioni, collabora con Joimag da Roma


1 Commento:

  1. Bell’articolo, come tutti quelli di Gabriele Antonucci.
    Per dovere di cronaca segnalo che è anche autore di un ottimo libro su Michael Jackson, pubblicato di recente da Hoepli.


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