Cultura
Marco Vigevani, tutto comincia con un libro

Intervista all’agente letterario cresciuto tra i libri che questa sera interverrà ai JTalks Streaming Edition

Questa sera alle 18,30,  JTalks Streaming Edition avranno come ospite Marco Vigevani, fondatore di una delle più importanti agenzie letterarie italiane. Lo abbiamo intervistato, ma voi collegatevi su zoom e facebook per seguirlo live.

Il suo intervento di oggi ha un titolo interessante: Tutto comincia con un libro. Perché lo ha scelto?
Si pensa che il libro sia un mezzo antiquato, invece, dopo che si è liberato della sua forma fisica, si è scoperto che il libro, opera di un autore nata dal suo ingegno, fruttifica nei campi più nuovi: vediamo le trasposizioni di libriiin film, serie tv, ebook, audiolibri e podcast. Ma tutte le idee nuove vengono – ancora – dai libri, di qualunque genere, che siano narrativa o saggistica. E se si pensava a un superamento del libro e dell’autore, con le idee del copyfree, della scrittura collettiva e dell’intervento del lettore nella scelta del finale, dopo le sperimentazioni siamo tornati al modello classico del libro come opera di un autore. Esistono dei collettivi, certo, ma sono sempre esistiti e non hanno di certo soppiantato il rapporto classico tra autore – libro – lettore. Quella relazione 1:1, cioè tra l’autore e il suo scritto e quella tra il lettore e l’opera, non è stata scalfita dalla tecnologia e anzi sembra rispondere proprio a un bisogno ancestrale.

Tutto comincia con un libro è un titolo che starebbe bene anche per raccontare la sua storia personale e famigliare
Certamente. Mio padre Alberto era un uomo-libro: era scrittore, editore, libraio antiquario e lettore feroce. Io ho respirato questo nella mia infanzia e sin da giovanissimo ho fatto il critico dei libri di mio padre (cattivissimo, solo come può esserlo un figlio). Ho studiato poi filosofia e mi immaginavo una carriera accademica, ma ho deragliato… sono finito a lavorare per Mauro Spagnol come editor, quindi in Mondadori (dove sono stato a lungo), per poi tornare studente per un anno a New York e infine, nel 2001, dare vita alla mia agenzia letteraria, che cinque anni fa è confluita nella The Italian Literary Agency.

Da editor ad agente: come cambia il rapporto con gli autori?
Sostanzialmente, l’editor acquista e l’agente vende. E, almeno per quanto mi riguarda, ritengono che la posizione del primo sia decisamente più piacevole. Nel mio lavoro attuale sono certamente più libero e indipendente dalle logiche di una casa editrice, anche se, naturalmente quando l’autore è d’accordo, continuo a intervenire molto su tutto il processo, copertine incluse. Il rapporto con l’autore è un fatto personale e a me è sempre piaciuto occuparmene da vicino e forse questa è la ragione per cui, quando ho aperto la mia agenzia, molti autori hanno deciso di seguirmi. Sono da sempre allenato a leggere e frequentare gli scrittori e a fornire loro un aiuto, un servizio. Faticoso, certo, ma non posso farne a meno.

Ha parlato delle copertine. Che valore ha la forma del libro in questa epoca “liquida”?
Con la smaterializzazione del libro, l’aspetto fisico ha assunto ancora più valore. Deve essere un oggetto bello, erotico. Anche le edizioni tascabili, un tempo piuttosto brutte, oggi sono molto curate e il lavoro degli editori è anche quello di dare ai loro prodotti un vestito sempre più elegante. Audiolibri e podcast poi arricchiscono ulteriormente il panorama: la scelta di una bella voce per la lettura è fondamentale: fa davvero la differenza e viaggia di pari passo con la costruzione della bellezza.

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