Cultura
Riportate Naama a casa: il caso della ragazza detenuta in Russia scuote Israele

L’opinione pubblica israeliana si mobilita per la ragazza condannata a sette anni e mezzo di prigione per nove grammi di hashish

Ventisei anni, israelo-americana, Naama Issachar è da nove mesi detenuta nelle prigioni russe. La sua colpa è quella di essere stata trovata in possesso di 9 grammi di hashish all’aeroporto di Mosca dove si era fermato per uno scalo tecnico il suo volo proveniente dall’India.

Un gesto avventato che le è costato una condanna a sette anni e mezzo di carcere. Nel suo caso le autorità russe non hanno mostrato alcuna indulgenza e la condanna è apparsa da subito molto severa e volutamente esemplare. Una durezza, quella russa, che, secondo Haaretz, potrebbe essere giustificata dal caso dell’hacker russo Aleksey Burkov, arrestato in Israele e poi estradato negli Stati Uniti con l’accusa di frode.

Pare, stando a quanto riportato dal quotidiano israeliano, che le autorità russe avessero fatto pressioni per uno scambio di detenuti. Ma le così non sono andate così e, oggi, il caso di Naama scuote le autorità israeliane a causa della risonanza mediatica sempre più forte e del sostegno polare alla liberazione di Naama. Nelle strade e nelle piazze spuntano ogni giorno cartelli con la scritta “Bring Naama Home”, e questo sta diventando un problema per il premier Netanyahu in vista delle elezioni del 2 marzo.

Per questo sarà decisivo l’incontro tra Bibi e Putin che si troveranno faccia a faccia in Israele nelle prossime ore in occasione del Forum sull’Olocausto e l’antisemitismo.

 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.