Cultura
Stragi & armi: Israele ha qualcosa da insegnare agli Stati Uniti

Il Jerusalem Post mette a confronto gli approcci dei due Stati nei confronti del possesso delle armi e della prevenzione degli attentati

Stragi con le armi: Israele ha qualcosa da insegnare agli Stati Uniti. Così il Jerusalem Post affronta la questioni delle stragi di civili che stanno insanguinando l’America nel 2019.

“Israele ha avuto successo nel prevenire tali attacchi e, dicono gli esperti, può fornire indicazioni su come prevenirli in futuro” scrive il Jerusalem Post.

Il punto di partenza del ragionamento è che anche in Israele molte persone hanno il permesso di portare armi, eppure non si registrano episodi di mass shooting frequenti come in America. Secondo le statistiche del governo israeliano, circa il 40 percento delle domande di porto d’armi vengono respinte. Non solo: i permessi per possedere armi in Israele devono essere rinnovati regolarmente e i proprietari devono sottoporsi, prima e dopo, ad una valutazione psicologica.

Opposta la situazione negli Stati Uniti, dove si stima che ci siano più pistole che persone.

Danny Yatom, ex direttore del Mossad, ha dichiarato a The Media Line che “è tempo che gli Stati Uniti cambino atteggiamento nei confronti della violenza armata, riporta il Jerusalem Post. “Forse gli Stati Uniti dovrebbero considerare questi crimini come un attacco terroristico”  ha detto Yatom. “Quando un assassino è dotato di armi per massacrare persone innocenti, si tratta di terrorismo “.

Yatom  sottolinea come a livello di prevenzione sia necessario studiare con più cura e attenzione quel che succede nei social media. L’altro problema, sempre secondo Yatom, è che le forze speciali in America arrivano sempre dopo l’inizio dell’attacco. A questo proposito Yatom, infine, raccomanda di posizionare le guardie con le armi da fuoco agli ingressi di tutti i luoghi pubblici (Israele paga  compagnie di sicurezza private). Un deterrente in grado di salvare molte vite umane.


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