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Yemen, addio all’ultima comunità ebraica

Una storia lunga secoli quella degli ebrei yemeniti, da oggi affidata unicamente alla memoria e allo studio

A fine marzo un quotidiano saudita con base a Londra, l’Asharq Al-Awsat, ha riportato la notizia del trasferimento in Egitto di tre famiglie yemenite, per un totale di 13 ebrei. Le famiglie sono state costrette a lasciare il paese sotto minaccia di ritorsioni contro Levi Salem Marhabi, un ebreo catturato dai ribelli Huthi sei anni fa nel tentativo di far uscire dal paese 17 ebrei e un antico rotolo di Torah.
Il Times of Israel riporta che la comunità conta a oggi solo sei membri, includendo Marhabi.
La presenza ebraica in Yemen è antichissima – le fonti storiche la attestano almeno a partire dal VI secolo a.e.v. L’ebraismo fu anche religione ufficiale per due secoli, fino al 525 p.e.v con l’arrivo dei Cristiani dall’Etiopia.
A partire dal VII secolo ebbe inizio invece il dominio musulmano sul territorio e gli ebrei divennero dhimmis, cittadini di seconda categoria. Rimasero relativamente isolati dalle altre comunità ebraiche del Medio Oriente: forse per questo tutt’oggi gli ebrei yemeniti conservano un proprio rito che si distingue dal rito ashkenazita e sefardita. Nell’ebraismo yemenita è importante l’uso dell’aramaico nella liturgia, a testimonianza della storia antichissima della comunità nel territorio. Una particolarità del rito riguarda il diwan, ovvero il patrimonio di musica devozionale yemenita che include brani sia religiosi che secolari, composti in ebraico, aramaico e lingue arabe.


Il quotidiano Haaretz presenta un bellissimo reportage sugli ebrei yemeniti del 1901. La loro migrazione verso Israele era già cominciata. La prima si attesta al 1882, raggiungendo un picco di 50’000 ebrei tra il 1948 e il 1950, anno dell’Operazione Tappeto Magico all’emergere di un clima antisionista nel paese.

Ma gli attacchi contro gli ebrei sono aumentati particolarmente a partire dal 2008 con l’omicidio di un insegnante ebreo a Raydah. Nel 2012 un secondo omicidio a Sanaa fu accompagnato da un rapimento di una donna ebrea, poi costretta alla conversione e a un matrimonio forzato.
Gli ebrei in Yemen hanno avuto quindi diverse opportunità per lasciare il paese tramite sforzi dell’Agenzia Ebraica attivati in risposta a questi attacchi. Alcune famiglie si sono trasferite negli EAU a seguito degli Accordi di Abramo. Nonostante il motto degli Huthi sia “Dio è Sommo, morte all’America, morte a Israele, maledizione sugli ebrei, vittoria per l’Islam” altre famiglie avevano deciso di rimanere – fino allo scorso mese. Le tre famiglie espulse hanno dichiarato all’Asharq Al-Awsat: “La storia ci ricorderà come gli ultimi ebrei yemeniti che si aggrapparono alla loro madrepatria fino all’ultimo momento. Abbiamo rifiutato più volte […] ma oggi siamo stati costretti ad andarcene”.

Di cosa parleremo
L’appuntamento della prossima settimana è con la comunità di Taiwan, in particolare con l’artista Leon Fenster, autore di una speciale Haggadah illustrata.

Micol Sonnino
collaboratrice

Micol-con-la-emme Sonnino, da pronunciare tutto d’un fiato, nasce a Roma nel 1997. Studia tutto ciò che riguarda l’Asia dell’Est all’Università di Bologna e vive tra Italia, Austria e Giappone per una magistrale in sviluppo sostenibile, con focus su sviluppo urbano e rurale. Le piace cucinare con la nonna e mangiare carciofi di stagione.


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