Cultura
27 gennaio: tre Graphic novel e mezzo

Una lista di graphic novel da leggere (o riprendere in mano) per il 27 gennaio.

Art Spiegelman, Maus, ed. Einaudi

Maus è IL libro. Grazie all’espediente che utilizza l’autore, rappresentare le diverse “categorie” con animali diversi, alcuni tra i momenti più crudi della Storia riescono a essere disegnati, e quindi visti dal lettore, in maniera potente rimanendo delicata. È un racconto che si sviluppa su due livelli: l’autore è un figlio della Shoah, e Maus è il risultato di anni di conversazioni con suo padre, sopravvissuto ad Auschwitz. È un dialogo che non fila liscio, risente di anni di risentimenti, incomprensioni, della morte della madre e dei confronti con un fratello mai cresciuto e perciò perfetto. La narrazione delle vicende dei genitori prima e durante la guerra, passando dalla discriminazione al campo di sterminio, si alterna alla raffigurazione del rapporto tra genitore e figlio, ma soprattutto risultano chiaro e forte come un pugno nello stomaco gli effetti che quella guerra ha sul sopravvissuto, anche a distanza di anni, dal gas lasciato acceso per risparmiare sui fiammiferi, agli imprevedibili momenti di ira e scostanza.  Da leggere, e se l’avete già letto, da rileggere, perché a ogni lettura si scoprono nuovi dettagli.

 

Greg Pak, Zeb Wells, Carmine Di Giandomenico, Matt Hollingsworth, Marko Djurdjevic, X-Men: Magneto. Il Testamento, ed. Panini Comics

Negli ultimi anni vi è forse un surplus di film, telefilm, e chi più ne ha più ne metta di supereroi e simili. Personalmente, direi che non è mai troppo, ma capisco che potrebbe essere un po’ troppo per molti. Non dovreste però farvi scappare per questo motivo X.Men: Magneto. Il Testamento: in queste pagine ritorna forte qual è stata l’origine di queste figure, così comuni apparentemente, così dimessi nella vita quotidiana, così esclusi soprattutto, ma che a un certo punto prendono consapevolezza della propria forza. Non è un caso che moltissimi degli autori e dei personaggi dei fumetti che ritraggono supereroi e mutanti sono ebrei o appartenenti alla popolazione Roma. Ripartiamo quindi dal momento in cui Magneto smette di essere un bambino, ma inizia quella trasformazione che piano piano lo porterà a lottare tutta la vita per non essere più escluso, discriminato, chiamato diverso. Il resto è storia.

 

Will Eisner, Il complotto, ed. Einaudi

Will Eisner è uno dei maestri del fumetto, e i suoi libri, che si focalizzano sui diversi, su coloro che sono ai margini della società, andrebbero letti tutti. Il complotto è stato pubblicato poco dopo la sua morte, e nella sua edizione italiana è accompagnato da una prefazione di Umberto Eco. Primo volume in cui Eisner si butta non nella fiction, ma nella realtà, rendendola altrettanto avvincente. La storia è quella del più grande falso storico, un fantomatico manifesto sionista in cui i congiurati pianificano la scalata per il controllo dell’economia mondiale. Quella che sembra una premessa assurda e poco credibile, creata ad hoc dalla polizia zarista per identificare un nemico che non fosse lo zar stesso per un popolo in fermento, diventerà la base su cui giustificare gli orrori del ‘900. Attraverso queste strisce assume una nuova luce, e lo sguardo di Will Eisner è in grado di dar senso a questa assurdità.

 

Jennifer Elvgren, Fabio Santomauro, La città che sussurrò, ed. Giuntina

Partiamo subito col mettere le mani avanti: questo libro non è una graphic novel, ma un illustrato per bambini. Cerco sempre in queste liste di inserire almeno un libro per la fascia d’età 3 – 10 anni, e questo è ciò che più si avvicina tra quelli che mi sono piaciuti e che consiglierei. Dopo questa dovuta premessa, passiamo a parlare del perché questo è un libro da avere e da regalare. Spesso quando si tratta di dover affrontare temi come la guerra, l’ingiustizia, la morte la parte più difficile è cercare di veicolare questi argomenti con un linguaggio e un approccio che per un bambino siano recepibili, che siano in positivo, e non in negativo. La città che sussurrò risponde esattamente a questa esigenza: oltre a essere un bel racconto, scritto bene, con belle illustrazioni, porta una storia di coraggio, di resistenza, di scelta. Una storia in cui un intero villaggio si mette d’accordo per aiutare persone che non conoscono, estranei, senza chiedere nulla in cambio. Ci dice che in ogni occasione è sempre possibile scegliere. Perché a volte resistere vuol dire sussurrare una parola, tendere una mano.

Talia Bidussa
Collaboratrice

Classe 1991, attiva per anni in ambito comunitario, tra Hashomer Hatzair, UGEI e European Union of Jewish Students. “Political junky”, qualsiasi cosa nerd è bene accetta, libri e concerti ancora meglio. Lavora come responsabile eventi e mostre al Memoriale della Shoah di Milano.


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