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Lituania, storia di una comunità che guarda al futuro

I Litvkas, letteralmente i lituani, erano gli ebrei di quel territorio, una comunità pari quasi alla metà della popolazione locale. Viaggio tra passato e presente

Litvaks: dal 1880 gli ebrei del Granducato di Lituania vengono chiamati così, nonostante in polacco e in yiddish il termine indichi semplicemente “lituano”. Basti pensare che a Vilnius la comunità prima della II guerra mondiale ammontava a circa 100’000 membri, o circa il 45% degli abitanti della città.
Oggi, il censimento nazionale conta lo 0,05% di quella cifra: circa 4’000 ebrei vivono ancora in Lituania in un paese di meno di 3 milioni di abitanti. 110 sinagoghe e almeno 10 yeshivot arricchivano in passato la vita ebraica di Vilnius, non a caso chiamata “la Gerusalemme dell’est”: ad oggi, solo una sinagoga accoglie tutti i membri della comunità. Pochi, ma buoni.

Leggendo sul sito della comunità di un gruppo comunitario di danza ebraica e canto etnico, o di un negozio della comunità interamente dedicato ai bagel, ero incuriosita e affascinata dalle attività dei litvak odierni.
Dovilė Rūkaitė, fantastica project manajer della Comunita Ebraica Lituana ci racconta in un’intervista su Zoom i progetti e le idee per ricordare il passato, arricchire il presente, e guardare al futuro degli ebrei lituani.

“Mi sono sempre occupata di gestione progetti nelle ONG. Nel 2013 ho ricevuto una chiamata per condurre i progetti della comunità. Insieme a Faina Kukliansky, abbiamo pensato a delle idee per valorizzare l’heritage ebraico della Lituania. Così nacque l’idea del Bagel Shop, ad oggi il nostro progetto più famoso internazionalmente e localmente”.

“I bagel kasher hanno viaggiato per continenti e sono famosissimi a New York. Nonostante l’origine sia lituana, fino a qualche anno fa non c’erano tracce dei bagel kasher a Vilnius. Così abbiamo chiesto a una signora della comunità di partecipare al progetto: una giovane di 70 anni, Rinva Portnaja, nata a Telsiai, una cittadina lituana che un tempo ospitava una yeshiva tutta sua. La ricetta del suo bagel proviene da sua nonna e continua a impastare nello stesso modo”.

“Il primo giorno di attività fu incredibile. Le persone inseguivano lo staff per avere il bis. Migliaia di persone venivano al negozio – ti ricordo che siamo in Lituania, fa freddo, si gela, ma le persone erano lì fuori in fila ad aspettare il loro bagel. Così per il giorno dopo cucinammo bagel tutta la notte. E ora possiamo dire che il Jewish Bagel è tornato a casa. Così valorizziamo l’heritage, che si esprime anche tramite la cultura del cibo”.

Il negozio di bagel come molte altre piccole imprese ha subito duri colpi durante la pandemia a causa di lockdown e restrizioni che hanno limitato il flusso turistico estero.
“Ma il Bagel Shop non è la nostra unica missione. Il nostro lavoro continua a gonfie vele nelle scuole pubbliche. Cuciniamo Challot insieme ai bambini mentre raccontiamo la storia della comunità ebraica lituana. I nonni di questi bambini avevano tra i loro amici degli ebrei – quando i bimbi imparano qualcosa nei nostri workshop, chiedono informazioni a casa e la cultura ebraica lituana viene spolverata nelle mura casalinghe”.

“Generalmente a causa della pandemia e del freddo, non abbiamo molti eventi in inverno, ma organizziamo almeno un evento Zoom alla settimana. Per le feste, molti eventi fisici sono legati al cibo. Per Hanukkah ad esempio abbiamo cucinato latkes e sufganiot, per Purim le orecchiette di Amman. Sebbene gli eventi siano spesso laboratori di cucina per i bambini, i genitori non lasciano quasi mai le tavole perché sono anche loro curiosi”.

E proprio per gli adulti più curiosi, Dovilė suggerisce alcuni libri dedicati alla cucina litvak: un esempio è il Gefilte Manifesto, di Jeffrey Yoskowit. L’autore descrive il suo libro come “più che un ricettario. è un invito all’azione, al riprendere delle tecniche antiche e degli ingredienti del passato”.
In lituano, i libri di Fania Lewando  sono un esempio di cucina ebraica lituana e vegetariana.

“Le ricette della cucina ebraico-lituana sono solitamente economiche e veloci, in quanto storicamente le famiglie erano numerose e non particolarmente facoltose”, spiega Dovilė.

In una comunità che ha perso il 95% dei membri, mantenere vive le tradizioni è una sfida contro il tempo. Lo accenna anche Dan Falk in un articolo per Tablet. L’articolo ripercorre la storia di Moshe Vorobeichich, nonno del giornalista, originario dei dintorni di Vilnius e attivo come artista a Tzfat, Israele dal 1936. Scomparso nel 1995, la sua testimonianza di giovane fotografo è utile a immaginare la Vilnius ebraica prima della Shoah.
Nella primavera del ‘29, il ventenne Vorobeichich aveva base a Parigi e tornava nello shtletl vicino Vilnius per visitare la famiglia. Gli scatti della sua Leica 35mm raffiguranti l’antico quartiere ebraico di Vilnius, caratterizzato dalla Žydų Gatve, la strada ebraica, furono pubblicati a Zurigo e Parigi nel 1931 sotto il titolo “La strada del Ghetto a Vilnius”. Vorobeichic era particolarmente interessato ai più poveri della comunità. Le foto sono tra le poche a testimoniare la vita ebraica lituana prima della guerra: molti luoghi oggi non esistono più, e quasi la totalità dei protagonisti perse la vita solo dieci anni più tardi.
A Vilnius in 100’000 furono costretti a una marcia della morte in direzione della foresta Paneriai dove vennero uccisi e sepolti per nascondere le prove.

Dovilė spiega: “Parlare di questo passato è ancora difficile. Centinaia di migliaia di ebrei scomparsero durante la guerra. È un trauma enorme per entrambi i lati che non viene discusso abbastanza. Da anni chiediamo una giustizia storica che ristabilisca la memoria del passato nazionale lituano”.

“Parallelamente a un antisemitismo in crescita, abbiamo notato anche un interesse maggiore nell’heritage ebraico. La cultura ebraica lituana è tanto urbana quanto contadina. L’intero paese era pieno di piccoli shtetl a maggioranza ebraica. Diverse sinagoghe in legno sono state restaurate e sono visitabili. Anche nelle piccole città, alcune case sono rimaste perfettamente intatte sebbene abbondonate – un potenziale enorme per una riscoperta del passato”.

Tanti ebrei lituani sono sparsi per il mondo , in gran numero in Sudafrica. A gennaio,  il Parlamento lituano ha approvato gli emendamenti necessari a correggere le regolamentazioni legate al ripristino della cittadinanza lituana per gli ebrei emigrati all’estero. Una buona notizia per il futuro dei latvik.

Micol Sonnino
collaboratrice

Micol-con-la-emme Sonnino, da pronunciare tutto d’un fiato, nasce a Roma nel 1997. Studia tutto ciò che riguarda l’Asia dell’Est all’Università di Bologna e vive tra Italia, Austria e Giappone per una magistrale in sviluppo sostenibile, con focus su sviluppo urbano e rurale. Le piace cucinare con la nonna e mangiare carciofi di stagione.


2 Commenti:

  1. Molto interessante Micol
    Sonó stats a Vilna nel 2017
    Trovata la sinagoga, porta chiusA, fotse ora sbaglists

  2. Siempre interessante quanti pubblich Micol

    Sonó stats a Vilna nel 2017
    Bella sinagoga, non sonó potuta entraré
    E miente dapevo delBagel Shop


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