Riceviamo e pubblichiamo un commento al nostro articolo sul tema dall’Ufficio stampa della Comunità Ebraica di Roma
Riportiamo il testo della lettera che abbiamo ricevuto con preghiera di pubblicazione dall’ufficio stampa della Comunità Ebraica di Roma
Gentile Redazione,
La presente per segnalare che l’articolo “Tradurre il nome di D-o”, pubblicato il giorno 16 giugno risulta offensivo e poco rispettoso della sensibilità ebraica.
Dei nomi divini e delle loro traduzioni se ne occupa diffusamente la tradizione esegetica e intensamente quella mistica. Rappresenta, allo stesso modo, un argomento decisivo nella critica biblica e spesso diventa attualità in alcuni best seller di dubbio valore scientifico.
Nell’articolo viene tralasciato un aspetto altrettanto rilevante. Nel popolo ebraico, anche per chi è “non credente” o di vario livello di ortodossia, di solito si fa molta attenzione a come trattare il tema del Nome, con la maiuscola, che esige rispetto, quale ne sia la pronuncia o la grafia in trascrizione consonantica o vocalizzata. Ben vengano le spiegazioni sul significato, la storia e le interpretazioni dei Nomi, ma si faccia attenzione a non oltrepassare la linea rossa che separa la sensibilità ebraica, anche la più laica, dalle modalità espressive di altre culture, spesso di area protestante. Che con l’uso disinvolto di espressioni, sotto la copertura del linguaggio critico scientifico, risultano irrispettose non solo di ciò che il Nome rappresenta, ma di un’intera cultura.
L’Ufficio Stampa
Grazie per l’attenta lettura dell’articolo https://www.joimag.it/tradurre-il-nome-di-dio/
Confesso che non riesco a capire, da questa succinta nota dell’ufficio stampa della Comunità ebraica di Roma, per quale motivo l’articolo sia etichettato come “offensivo e poco rispettoso della sensibilità ebraica”. L’appello a fare attenzione a rispettare la sensibilità ebraica è certo genericamente condivisibile, credo però che sarebbe fondamentale conoscere in che cosa questa sensibilità sia stata offesa, se davvero è così. Sicuro di ricevere obiezioni chiare e circostanziate, un saluto cordiale