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Attentato a Pittsburgh, la solidarietà di JoiMag

Hias, l’associazione ebraica di assistenza ai migranti, nel mirino del killer. Pubblichiamo il loro appello.

Il responsabile dell’attentato antisemita di questo sabato a Pittsburgh aveva un obiettivo specifico: colpire l’associazione ebraica di assistenza ai migranti (HIAS). Ha scritto il suo nome in due twit che ha postato poco prima di compiere la strage nella sinagoga, nel giorno in cui si leggeva il passo biblico relativo a Sodoma e Gomorra. In quei versi si racconta la distruzione di tutte le sinagoghe da parte di Dio per punire gli ebrei del loro terribile comportamento verso gli stranieri.

JoiMag pubblica nelle sue pagine un post ripreso dal profilo Facebook di Ben Brodsky, attivista impegnato nella raccolta fondi di HIAS, che potete leggere qui di seguito.

It is being reported that the shooter at the Tree Of Life – Or L’Simcha Congregation targetted Jews because of the work HIAS (Hebrew Immigrant Aid Society) does with refugees.

HIAS rescues people whose lives are in danger for being who they are.
• We protect the most vulnerable refugees, helping them build new lives and reuniting them with their families in safety and freedom.
• We advocate for the protection of refugees and assure that displaced people are treated with the dignity they deserve.
Guided by our Jewish values and history, we bring more than 130 years of expertise to our work with refugees.

(Gli aggiornamenti sui fatti di Pittsburgh riportano che il killer del Tree Of Life-Or L’Simcha Congregation avesse nel mirino gli ebrei a causa del lavoro che Hias fa con i profughi. Hias salva le persone le cui vite sono in pericolo semplicemente per il loro esistere.
• Proteggiamo i profughi più vulnerabili, aiutandoli a costruire nuove vite e a riunirsi con le loro famiglie in sicurezza e libertà.
• Sosteniamo la tutela dei rifugiati e assicuriamo che gli sfollati vengano trattati con la dignità che meritano.

Guidati dai valori ebraici e dalla storia ebraica, mettiamo al servizio del nostro lavoro con i profughi più di 130 anni di competenza).

Rimandiamo al magazine Forward per l’ottimo approfondimento

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