Israele
I templari di Sarona a Tel Aviv

I destini incrociati di un luogo davvero speciale

Case in pietra dai tetti spioventi con le tegole rosse, circondate da curati giardini e alberi di eucalipti, si nascondono fra i grattacieli di Tel-Aviv, perennemente in costruzione, e le antenne militari della “ha-Kiriya” (la “cittadella”- la più grande base militare delle forze di difesa israeliane). Architettonicamente parlando questo angolo di paradiso, immerso nel traffico e la confusione della città e a due passi dalle famose torri del sempre affollato centro commerciale, stona sicuramente con la sviluppo urbano: siamo arrivati a Sarona, uno di quei posti in Israele dove, se i muri potessero parlare, ci racconterebbero una storia incredibile di vicende e di repentini capovolgimenti storici che solo una città nata dalle dune di sabbia poco più di 100 anni fa e oggi cuore pulsante del Paese può narrarci.

Tutto ha inizio nel 1861 in Germania, quando Christoff Hoffman fonda la congregazione dei Templari (da non confondere con i cavalieri templari delle crociate!). Si tratta di un gruppo indipendente di cristiani protestanti che si prefigge di vivere secondo lo spirito del Nuovo Testamento e dei Profeti d’Israele ed essere una comunità esemplare che prepari le condizioni spirituali adatte per la seconda venuta di Gesù. I primi pionieri templari arrivano a Haifa pochi anni dopo, poi si insedieranno a Giaffa e fonderanno Sarona nel 1871. Ancora oggi chi visita Haifa non può mancare di notare le casette ordinate costruite nelle uniche strade perpendicolari della cittaà oppure chi arriva a Gerusalemme potrà trovare traccia della presenza della comunità nella zona appunto chiamata la “colonia tedesca”.

A Sarona, come nelle altre colonie templari, la comunità si da subito molto da fare e con solerzia si mette al lavoro tramite piccole imprese a carattere agricolo con gestione soprattutto famigliare. Molti sono però i problemi che devono affrontare: in primis come combattere la dissenteria e la malaria, che in soli tre anni uccide il 10% degli appartenenti alla comunità. Questi fanno caso che dove erano piantate le piante di eucalipti la malattia era meno frequente ed ecco perché, per la prima volta nel Paese, si cominciano a piantare in larga scala questa specie di albero; da loro prenderanno esempio anche i haluzim ebrei che in quel periodo dovettero affrontare lo stesso problema. Anche il famoso marchio delle “arance di Jaffa” è in realta’ una “start-up” dei cristiani templari, i quali portano con sé tecnologie agricole e innovazioni varie ritenute per l’epoca moderne che gli permettono di coltivare con successo anche viti per la produzione di vini.

Le cose cambiano repentinamente nel 1917 quando le forze inglesi occupano il quartiere per trasformarlo in un campo militare e ospedale da campo: la comunità sarà esiliata in Egitto e quando potrà tornare dopo pochi anni, scoprirà i danni arrecati alle case, i campi distrutti e i materiali in gran parte rubati. Chi ha abbastanza fede non si abbatte: i templari piano piano si rimboccano le maniche e proprio il periodo degli anni ’30 vedrà un momento di fioritura economica, grazie anche al commercio con i profughi ebrei che scappano dalla Germania e sono naturalmente attirati da quello che è meno “levantino” e piu’ gli ricorda il loro paese di provenienza… ma i buoni rapporti fra gli abitanti di Sarona e l’ yishuv ebraico si guastano presto a causa della crescita dell’antisemtismo e delle persecuzioni ebraiche in Germania: non pochi appartenenti della comunità, soprattutto i più giovani, aderiscono e sostengono il partito nazista, espongono bandiere con la svastica e non nascondono il loro l’orgoglio nazionale. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale il governo inglese rinchiude chiunque abbia la cittadinanza nemica in campi e Sarona viene circondata dal filo spinato; ma questo non basta, a partire dal luglio del 1941 fino al 1944 tutti gli abitanti di Sarona verrano mano a mano cacciati nel posto più lontano possibile: saranno mandati in Australia dove i discendenti di questa comunità, vivono ancora oggi.

Una volta spogliata dei suoi fondatori Sarona cambia padrone: prima è adibita a campo militare inglese, ma appena gli inglesi all’inizio del 1948 lasciano il posto, l’ Haganah (il precursore dell’esercito israeliano prima della nascita del Paese) ne approfitterà immediatamente per prenderne il controllo. È all’interno di queste casette, che nei primissimi anni del neo-stato d’Israele si troveranno l’ufficio del Presidente, l’archivio di Stato, il quartiere generale della polizia e dei servizi segreti; ma la cosa più ironica è il fatto che in un certo senso proprio sotto le abitazioni e i campi templari nasce l’aviazione israeliana: durante la guerra di Indipendenza all’interno dei tunnel scavati dai templari nella roccia e nelle cantine che servivano per conservare le botti di vino alla giusta temperatura, l’ Haganah raccoglie i pezzi di aerei lasciati dagli inglesi per assemblarli e riutilizzarli.

 

Per fortuna negli anni si è capito e apprezzato il valore storico di Sarona e dopo una complessa progettazione di conservazione dove alcune case sono state addirittura spostate in maniera molto ingegnosa per non disturbare il disegno urbano della città, nel 2006 36 case sono state completamente ristrutturate: una di queste ospita oggi il centro visitatori e le sue stanze raccontano l’incredibile evolversi degli avvenimenti accaduti qui. Vale sicuramente la pena visitarlo, magari dopo aver assaggiato cibi gourmet nel “Sarona market” o sorseggiato vini nelle storiche cantine del quartiere.


3 Commenti:

  1. Sempre molto interessanti queste storie. Ci fanno scoprire tante curiosità e ci mostrano una parte di questa città. Giovane ma ricca di storia

  2. Sarona è stato una delle migliori scoperte di Tel Aviv. Ci è piaciuta moltissimo e ci siamo completamente persi nella sua atmosfera. Non conoscevo la sua storia quindi grazie per l’articolo!

  3. Sarona è stata una delle migliori scoperte di Tel Aviv…ci siamo completamente persi nella sua atmosfera. Consigliatissimo un passaggio….grazie per l’articolo che ne racconta la storia.


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