Cultura
Israele e il governo che non c’è: gli scenari possibili

Domani Netanyahu potrebbe rimettere il mandato per formare il nuovo esecutivo: le incognite, lo stallo e la possibilità di nuove elezioni

“La nazione non vuole un’ulteriore elezione” ha detto chiaramente il presidente israeliano Rivlin. Un’affermazione che però contrasta con il dato di realtà di queste ore, e cioè che Benjamin Netanyahu, incaricato di formare il nuovo governo, potrebbe in realtà rimettere il mandato nelle prossime ore. Una decisione che verrà presa dopo l’incontro del 2 ottobre con Benny Gantz. Appare abbastanza chiaro quanto per il leader di Blue and White la volontà di formare un governo di unità nazionale sia strettamente connessa alla presenza o meno di Netanyahu nel governo stesso.

I principali media israeliani sottolineano il peso della questione giudiziaria che riguarda il premier incaricato: di fronte alla possibilità di essere incriminato per corruzione e frode nei prossimi mesi, Netanyahu è alla disperata ricerca di rimanere nella posizione di primo ministro. Bibi non sta solo combattendo per la sua vita politica, ma anche potenzialmente per la sua libertà, con tre casi di udienze preliminari contro di lui che si apriranno in sole due settimane. Una maggioranza a lui favorevole nel parlamento potrebbe contribuire a garantirgli l’immunità dall’azione penale.

Questi gli scenari possibili: 

Avigdor Lieberman di Yisrael Beiteinu cede e sostiene Netanyahu garantendogli i voti necessari per formare un governo di centro destra. Secondo i commentatori politici più accreditati in Israele, le possibiità che questo avvenga sono prossime allo zero.

Netanyahu fallisce e Gantz riceve il mandato. Il premier israeliano e il suo rivale Benny Gantz si incontreranno Mercoledì 2 Ottobre sera per un tentativo in extremis di formare un governo di unità nazionale. Se i colloqui di mercoledì si rivelassero inutili, il presidente Reuven Rivlin potrebbe passare il mandato a Gantz. A questo punto, partendo da 54 seggi, toccherebbe a lui provare a costruire il suo puzzle. I 54 seggi includono quelli delle forze di centrosinistra più la maggior parte dei partiti arabi.

Un terzo membro della Knesset riceve il mandato. Se Gantz non riuscisse a formare una coalizione dopo il tentativo di Netanyahu, Rivlin avrebbe per legge la possibilità di assegnare il mandato a un altro membro della Knesset che potrebbe formare un governo di unità più facilmente. Potrebbe, ad esempio, rivolgersi a Yuli Edelstein, un leader del Likud formalmente in contrasto con Netanyahu e quindi con maggior simpatie da parte del partito Kahol-Lavan di Benny Gantz.

Un’altra elezione. Mentre ci spostiamo nel nuovo anno 5780, il disfunzionale sistema politico israeliano sembra essere in pieno stallo, un punto morto che solo un diverso sistema elettorale (l’attuale è proporzionale in senso stretto) avrebbe potuto evitare.

Jonathan Misrachi
Youth and social engagement

Ora di casa a Nairobi, collaboratore di JOI dai suoi primissimi giorni, è laureato in scienze politiche e specializzato in Cooperazione internazionale all’ISPI.


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