Cultura
Leonard Cohen: compie 50 anni il capolavoro Songs of love and hate

Un album dark reso immortale da brani geniali come Joan of Arc e Famous Blue Raincoat

Un capolavoro dark, introspettivo, che raggiunge picchi artistici e depressivi altissimi: questo è il terzo album in studio di Leonard Cohen, una perla pubblicata cinquant’anni fa. Era il 1971…

Ma entriamo nelle pieghe di un 33 giri che vi consigliamo vivamente di riascoltare, a cominciare da Sing an other song, Boys registrata dal vivo il 31 agosto del 1970 all’isola di WightJoan of Arc è un brano straordinario caratterizzato dal dialogo tra Giovanna d’Arco e il fuoco che ne brucia la carne mentre brucia sul rogo, dopo essere stata condannata per eresia (nel 1431). Nel testo del brano Giovanna racconta di essere “stanca della guerra” e spiega come preferirebbe indossare un abito da sposa bianco (una delle accuse a suo carico era quella di essersi vestita da uomo). In un’intervista del 1988 Cohen spiegò: “Pensavo al destino degli esseri umani e a come sposano questo destino. Non voglio sostenere che quello che Giovanna voleva veramente fosse essere una casalinga. Quello che voglio dire è che, per quanto fosse sola e solitaria, doveva per forza incontrarsi ed essere abbracciata dal suo destino. Vista dal punto di vista della liberazione femminile, Giovanna rappresenta davvero qualcosa di incredibilmente originale e coraggioso”.

A proposito di un altro dei brani iconici del disco, Famous Blue Raincoat, Cohen nel testo racconta di un uomo che scrive una lettera ad un altro uomo che ha avuto una relazione con la sua compagna, Jane. Il destinatario della lettera viene ribattezzato dal cantautore come “mio fratello, il mio assassino”.

Molto interessante per comprendere il mood e il concept del disco la recensione e la lettura della carriera di Cohen pubblicata da Pitchfork a cura di Brian Howe: “Nato da un padre religioso severo e da una madre bohémien, la sensibilità di Cohen si è forgiata nella tensione tra l’attitudine liberal e il conservatorismo. È stato un sensualista religioso, uno studente di polizia e di legge, un poeta emarginato borghese, e un disciplinato dilettante della marijuana e dell’Lsd. Mentre emergeva come un folk Singer ispirato a Dylan, la sua musica era anacronistica e solo nominalmente politica, meno interessata alle questioni puntuali del giorno che alle questioni senza tempo dello spirito. Cohen era interessato alla Old Revolution, con i suoi concetti antiquati di cavalleria, e i suoi imperativi religiosi (non laici). Il fermento politico degli anni Sessanta si manifesta solo obliquamente, come nel brano Story of Isaac, che riguarda tanto la soggezione di Cohen per la severa religione del padre quanto il sacrificio dei giovani sull’altare della guerra”

 

Gianni Poglio

Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze radiofoniche e televisive, ha fatto parte della redazione del mensile Tutto Musica e del settimanale Panorama (Mondadori). Conduttore dii talk show per Panorama d’Italia Tour, con interviste “live” ai protagonisti della musica italiana e di dibattiti tra scienza ed intrattenimento nell’ambito di Focus Live, ha pubblicato per Electa Mondadori il libro “Ferdinando Arno Entrainment”


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