Cultura
MiYam LeYam: il cammino da mare a mare

La storia del sentiero, che si può precorrere esclusivamente immersi nella natura, affonda le sue radici tra le organizzazioni giovanili ebraiche che lo battevano già negli anni Cinquanta

Oggi vi raccontiamo di un sentiero escursionistico che attraversa il nord di Israele dal Mar Mediterraneo al Mar di Galilea, Kineret in ebraico, il lago d’acqua dolce più basso della terra. L’estremità occidentale del percorso si trova sulla spiaggia di Achziv, vicino al confine libanese, nell’estremo nord del Paese. Il cammino conclude ad est, a Ginosar, sulle coste del Kineret, per un totale di circa 71 km, percorribili, a seconda del passo e dell’allenamento, tra i 3 e i 5 giorni, con una media di 20-25 km al giorno. Un ottimo compromesso per gli amanti della natura e di Israele, che non hanno però a disposizione le 6/8 settimane necessarie per completare lo Shvil Israel, il Cammino di Israele, conosciuto anche come INT: Israel National Trail.

La storia del sentiero “da mare a mare” affonda le sue radici tra le organizzazioni giovanili ebraiche che lo battevano già negli anni Cinquanta. Ancora oggi, il Movimento Scout Ebraico organizza ogni anno un ritrovo nazionale, con questa escursione, durante le festività di Pesach.

La prima parte del sentiero sale dal Mare Mediterraneo, attraverso Nahal Amud, fino alla tomba del rabbino Shimon bar Yochai, sul monte Meron. Questa sezione, per altro, fa parte anche dell’Israel National Trail, tanto che chi lo ha già percorso, talvolta, parte proprio da questo punto. Così come non mancano i temerari che decidono di allungare il Cammino di Israele attraverso questo D tour.

La seconda sezione del sentiero prosegue dal monte Meron attraverso Nahal Kziv a Ma’alot-Tarshiha, mentre il terzo giorno, per chi riesce a stare al passo con tempi, prosegue da Nahal Kziv fino al Mare di Galilea.

Una delle caratteristiche principali di questo cammino, rispetto allo Shvil Israel, è che, oltre a essere di gran lunga più breve, è un trekking che può essere percorso quasi in qualsiasi periodo dell’anno. Ad eccezione della stagione delle piogge, perché gran parte del sentiero passa lungo letti di fiumi, normalmente asciutti, che quindi non sono percorribiliin periodi di pioggia intensa. Il percorso è sconsigliato anche durante il picco dell’estate. Ma il periodo migliore per esplorarlo è sicuramente la primavera, quando tutto germoglia e le temperature sono miti. Anche per questa ragione questo percorso è molto popolare durante il periodo di Pesach.

Solitamente si viaggia da ovest a est, dal Mediterraneo al Kineret, ma è possibile procedere anche al contrario. Per la sua brevità, con le dovute scorte – e mappe cartacee alla mano – è possibile percorrere l’intero sentiero completamente immersi nella natura e senza dover mai mettere mano al portafogli e al telefono.

Ma in caso di necessità, si può sempre tornare alla “civiltà” poiché tocca alcuni villaggi e cittadine dove far riferimento di acqua e viveri. O magari approfittarne per fermarsi un giorno intero nella splendida Zfat, una delle più antiche città di Israele che, secondo la tradizione biblica, fu fondata da Sempre, uno dei tre figli di Noè. Ancora oggi è particolarmente importante per la storia dell’ebraismo avendo ospitato numerosi eruditi trasferitisi in seguito all’espulsione degli ebrei dalla Spagna, nel 1492, immediatamente dopo la Reconquista, e per essere diventata uno dei principali centri di elaborazione intellettuale legata alla Kabbalah, con personalità quali Moshé ben Yaakov Cordovero o Isaac Luria. Purtroppo, nei secoli, una serie di epidemie, terremoti e conflitti con la componente araba ne costituirono il declino. La città fu praticamente spopolata della sua componente ebraica dopo i moti arabi del 1929, fino alla sua rinascita, con la fondazione dello Stato d’Israele,che decretò la ripresa del suo ruolo di centro di studi ebraici, oltre a essere diventata un interessante sito artistico, ricco di gallerie e negozi di artigianato.

Da qui si procede per l’ultima tappa in direzione Ginosar, dove si conclude il cammino. Il giorno seguente, se avete ancora le forze, un’altra avventura imperdibile è quella di circumnavigare il Kineret in bicicletta, che si può affittare a Tiberiade. Sono circa 60 km, per cui si raccomanda di partire al mattino presto e con abbondanti scorte di acqua, possibilmente in un periodo dell’anno dal clima mite. Lungo questo tragitto, oltre a passare per luoghi sacri dell’ebraismo e del cristianesimo – inclusi Capernaum e il Monte delle Beatitudini – al nord del lago è possibile scrutare una natura incontaminata, fino a tornare a Ginosar.

Se avete tempo a disposizione, in quest’ultima tappa del percorso vale la pena di prolungare il soggiorno nello splendido kibbutz fondato sulle rive del Mar di Galilea, dove è possibile terminare il proprio cammino prendendosi qualche giorno di relax, specie dopo aver dormito, nei giorni precedenti, in tenda: una delle soluzioni più pratiche, economiche e sicure, poiché lungo questo tragitto è consentito campeggiare ovunque, specie nelle fattorie dei kibbutz e dei moshav, ormai abituati ad “ospitare” i pavidi escursionisti nelle loro terre. Per i meno temerari, è possibile invece alloggiare, a pagamento, nelle zimmer. Previa prenotazione – con largo anticipo – poiché quelle più vicine al percorso sono, ovviamente, molto ambite.

 

Fiammetta Martegani
collaboratrice

Curatrice presso il Museo Eretz Israel, nasce a Milano nel 1981 e dal 2009 si trasferisce a Tel Aviv per un Dottorato in Antropologia a cui segue un Postdottorato e nel 2016 la nascita di Enrico: 50% italiano, 50% israeliano, come il suo compagno Udi. Collaboratrice dal 2019 per l’Avvenire, ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo “Life on Mars” (Tiqqun) e nel 2017 “The Israeli Defence Forces’ Representation in Israeli Cinema” (Cambridge Scholars Publishing). Il suo ultimo libro è Tel Aviv – Mondo in tasca, una guida per i cinque sensi alla scoperta della città bianca, Laurana editore.


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