Cultura
Nurith Gertz, biografia di un amore

Nel nuovo romanzo della scrittrice israeliana le vicende sentimentali della poetessa Rachel Bluwstein e dell’ingegnere Michael Bernstein

“Non è il mare tra di noi / non è l’abisso tra di noi / non è il tempo tra di noi. Siamo noi due tra di noi.” Dopo aver terminato la lettura del romanzo di Nurith Gertz, Tra me e te il mare, mi trovo a ripetere questi versi di Leah Goldberg come un mantra. Del resto, serve altro per descrivere una storia d’amore abortita? Penso, in particolare, a quei sentimenti che nascono nel bel mezzo di una tormenta, eppure riescono a sopravvivere per un poco, parando colpo su colpo, fino a quando, per qualche ragione, nel momento decisivo ogni cosa si spegne. Tristemente, senza clamori. Perché sarebbe servito quell’unico gesto che non è stato fatto. Perché si aspettava quell’unica parola che non è stata detta.
L’eccezionalità di questo romanzo storico-biografico è che la vicenda amorosa di cui si racconta non coinvolge personaggi anonimi, bensì una delle figure più note del patrimonio storico-letterario israeliano, vale a dire la poetessa Rahel Bluwstein, meglio conosciuta col semplice nome di “Rahel”. La figura di Rahel è celeberrima in Israele, dove tutt’oggi è celebrata come una sorta di mito culturale, mentre è pressoché ignota in Italia. Nata in Russia nel 1890, Rahel arrivò per caso nella Palestina Ottomana, durante un viaggio che avrebbe dovuto portarla nel nostro Paese per motivi di studio. Innamoratasi del paesaggio della Terra d’Israele e della lingua ebraica, Rahel decise di sposare l’ideologia sionista-laburista. Si unì ad alcuni collettivi agricoli e iniziò a lavorare la terra.

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Nel 1913 si recò a Tolosa per studiare agronomia e perfezionare così la propria preparazione. Fu proprio nella città francese che avvenne l’incontro fatale tra lei e Michael Bernstein, un ingegnere elettrico di origini russe. La Storia burrascosa del periodo, però, rimescolò le carte in tavola e pose i due amanti di fronte al proprio destino. Che cosa scegliere: l’amore o l’ideologia? La passione o la fedeltà al proprio ambiente? La Russia o Israele? Gli anni descritti nel romanzo sono carichi di fato soprattutto per Rahel che, in attesa di tornare in Palestina, fu costretta dal conflitto a riparare in Russia, dove contrasse la tubercolosi, la malattia che l’avrebbe condotta a una fine prematura.

Tuttavia, la trovata geniale dell’autrice del romanzo, Nurith Gertz ‒ stimata studiosa di letteratura e di cinema ‒ è di porre al centro della scena non la figura più romantica e passionale della poetessa, ma quella grigia e banale di Michael. La storia d’amore tra i due è sapientemente ricostruita grazie a un attento lavoro sulle lettere che il giovane ingegnere spedì a Rahel nel corso della sua intera esistenza, anche dopo che le loro strade si divisero. Non è mia intenzione fare spoiler: è la stessa autrice a ricordare questo dettaglio nel prologo al racconto. Questa notizia, infatti, non sottrae piacere alla lettura, poiché, a dispetto di ogni convenzionalità narrativa, non conta tanto l’epilogo della storia d’amore quanto piuttosto il suo percorso tortuoso.
Le poesie che Rahel dedicò a Michael rimangono sullo sfondo della vicenda. Sono presenti qua e là e, anche nella loro assenza, le sentiamo palpitare. Anzi, si può dire che esse siano un personaggio aggiuntivo alla trama, pronte a far udire la propria eco a chiunque le conosca, anche solo in una piccola parte. “Puoi udire la mia voce, mio tu, che sei lontano?”. Rahel continuò a invocare quell’amore ormai perduto anche nella Tel Aviv degli anni ’20, quando l’infermità l’aveva già costretta a un brusco isolamento.
Insomma, Tra me e te il mare di Nurith Gertz è un libro da non perdere. È un libro per chi ama Israele e il suo straordinario bagaglio di storie, per chi ama l’amore e le sue traversie e per chi, semplicemente, vuole leggere un buon romanzo. Vale la pena quindi ringraziare l’editore messinese Mesogea per aver investito le proprie risorse in un progetto così significativo e, last but not least, l’impeccabile traduttrice Alessandra Shomroni.

 

 

 

 

Tra me e te il mare di Nurith Gertz. Traduzione di Alessandra Shomroni, Messina 2018, Mesogea.

Sara Ferrari
Collaboratrice

Sara Ferrari insegna Lingua e Cultura Ebraica presso l’Università degli Studi di Milano ed ebraico biblico presso il Centro Culturale Protestante della stessa città. Si occupa di letteratura ebraica moderna e contemporanea, principalmente di poesia, con alcune incursioni in ambito cinematografico. Tra le sue pubblicazioni: Forte come la morte è l’amore. Tremila anni di poesia d’amore ebraica (Salomone Belforte Editore, 2007); La notte tace. La Shoah nella poesia ebraica (Salomone Belforte Editore, 2010), Poeti e poesie della Bibbia (Claudiana editrice, 2018). Ha tradotto e curato le edizioni italiane di Yehuda Amichai, Nel giardino pubblico (A Oriente!, 2008) e Uri Orlev, Poesie scritte a tredici anni a Bergen-Belsen (Editrice La Giuntina, 2013).

 


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