Cultura
Persona e identità al Festival Filosofia

Al via la 20esima edizione del festival

Si può declinare la parola “persona” in diversi modi, incrociando le identità possibili. La persona ha un’identità, o forse ne ha molteplici (o almeno più di una), potrebbe aver perso l’identità o potrebbe esserle stata rubata o violata. L’identità potrebbe significare appartenere e declinarsi in forma di noi, ma, al contempo esprimersi in una ricerca del sé per tradursi in un io. La persona poi si relaziona con gli altri, le altre persone, sia nel meccanismo sociale sia in quello privato e famigliare, sia attraverso la salvaguardia dei propri diritti, ma anche nell’esplicare i propri doveri. Nel presentarsi, nel mostrarsi agli altri nella sua accezione etimologica di maschera.

Insomma, la parola persona apre molti scenari possibili in cui incanalare il pensiero filosofico. E proprio di persona si parla alla 20esima edizione del Festival Filosofia che dal 13 al 15 settembre si svolge nelle piazze di Modena, Carpi e Sassuolo. Delle genealogie della persona, indagate dal punto di vista religioso, storico, fenomenologico e biopolitico (fino a interrogarsi su animali e piante: esiste un io vegetale? Si chiede Emanuele Coccia) parleranno Enzo Bianchi, Emanuele Stolfi, Massimo Cacciari, Roberta de Monticelli e Roberto Esposito.

Del significato etimologico della parola persona, che è prima di tutto maschera, parla Marc Augè concentrandosi sulla dimensione rituale, mentre Remo Bodei crea un dialogo tra maschera e volto fino ad arrivare al ritratto. Sempre lungo un confine del nostro essere esterno si muovono gli interventi di Maria Bettetini a proposito del velo nelle diverse culture e religioni, Carlo Sini circa il nostro corpo come prima maschera e quello di Jean-Luc Nancy, incentrato sulla pelle e la sua fragilità.

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I linguaggi dell’individuo, della singolarità e della soggettività compongono un discorso sul concetto filosofico di persona, mentre un dialogo tra io e noi mette in scena il tema dell’identità. Donatella Di Cesare farà vedere come l’identità valga soprattutto come cancellazione dell’alterità. Su un diverso piano, Silvia Vegetti Finzi mostrerà viceversa che essere se stessi è un’arte che si impara nel lungo passaggio tra infanzia e vita adulta.

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Di identità politica, collettiva e identità culturale parleranno invece Colin Crouch, Carlo Galli e Olivier Roy. Non può mancare poi l’analisi della costituzione psichica del sé e della persona come fondamento morale e dei diritti.

Festival Filosofia, 13 – 15 settembre, Modena, Carpi e Sassuolo


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