Cultura
Il mondo ricorda Primo Levi nel centenario dalla nascita

Una selezione di articoli della stampa italiana e l’omaggio di Tabletmag.com

Tabletmag.com celebra i 100 anni dalla nascita di Primo levi con un articolo intitolato: Primo Levi’s Comedy of Hell: “Quelli di Levi sono i più necessari tra i libri che raccontano la Shoah” scrive David Mikies. “Le parole del libro di Levi, , sono scolpite nel tuo cuore perché richiedono non solo che tu provi orrore e compassione, ma che afferri ciò che è successo. (Come se tu potessi…)”.

Il Corriere della Sera, all’interno dello Speciale Primo Levi propone un’intervista a Vincenzo Melgaldo, filologo e autore di una nuova raccolta di saggi, Per Primo Levi (Einaudi). Mengaldo definisce Se questo è un uomo “il testo più alto di letteratura sui campi di sterminio”. E aggiunge: “La narrazione di Se questo è un uomo è quasi sempre condotta al presente “storico”, perché Auschwitz continua a incombere come una domanda attuale e una ferita sempre aperta”.

Levi umorista“:  titola così Doppiozero.com “Primo Levi che sorride. L’ha colto con il suo obiettivo fotografico Paola Agosti nel settembre del 1977 a Canale d’Alba. Una bella foto…” racconta Marco Belpoliti. Che nel suo articolo aggiunge: “Tuttavia Levi non era solo seriosissimo, sapeva anche sorridere e ridere… Quando è morto nel suo ricordo sul quotidiano torinese “La Stampa” Massimo Mila, musicologo, come lui amante della montagna, ha scritto: “Parrà una enormità, ma se mi chiedessero di definire con una sola parola lo scrittore, direi che era un umorista”.

Lo storico Mirco Dondi, sul Fatto Quotidiano sottolinea l’importanza del libro uscito nel 1963, La Tregua, la storia del ritorno da Auschwitz attraverso l’Europa devastata, un incubo lungo dieci mesi:  “L’incubo del “campo” è solo una tregua, non ce ne si libera più, neanche a casa: quella paura è penetrata nelle ossa e sarà parte dell’esistenza dei sopravvissuti“. scrive Dondi.

Primo levi, la chimica, l’olocausto e la letteratura. L’Espresso ricorda così l’autore di Se questo è un uomo: “Il 13 dicembre 1943 viene catturato e spedito nel campo di concentramento di Fossoli, vicino a Carpi. Da lì, pochi mesi dopo, è caricato su un treno direzione Auschwitz. Levi ha studiato, è considerato manodopera specializzata, per questo i tedeschi lo fanno lavorare nell’impianto chimico di Buna. È uno dei fattori che contribuiranno alla sua salvezza, insieme alla scarlattina…”.

Un paio di cose che non sapevate su Primo Levi, in occasione del suo centesimo compleanno. Linkiesta.it scrive: “L’omaggio più alto e curioso a marcare il centenario viene dalla Nuova Zelanda ed è una traduzione, in stampa limitata, delle poesie di Primo Levi. A compiere la traduzione, un poeta americano, Harry Thomas, e un grande studioso e traduttore italiano, Marco Sonzogni,  esegeta massimo di Seamus Heaney, speleologo nell’opera di Montale, che insegna e vive a Wellington. Il libro si intitola The Occasional Demon“.


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