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Se Israele vuole aiutare il Libano

Tutto pronto per fornire aiuti immediati a Beirut da parte del governo Israeliano. Ma il Libano non risponde. Un articolo del Jerusalem Post

A poche ore dall’esplosione che ha distrutto Beirut, Israele era pronto a fornire aiuti immediati. Lo racconta il Jerusalem Post in un interessante articolo che riprendiamo qui.

Libano e Israele, scrive il Jerusalem Post, hanno molti tratti in comune. A cominciare dall’architettura delle loro città portuali con edifici degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso, costruiti lungo la stessa linea costiera, fino alla mentalità aperta delle persone che popolano Beirut come Tel Aviv. Ma le politiche del governo libanese pare abbiano impedito che gli aiuti immediati messi a disposizione da Israele raggiungessero il paese colpito dalla tragedia.

Israele è molto esperto nel fornire soccorsi in caso di calamità e in disastri simili a quello che ha colpito Beirut. Lo ha dimostrato nell’assistenza che ha prestato ad Haiti nel terremoto del 2010, in occasione dello tsunami che ha disattivato i reattori di Fukushima Daiichi nel 2012, ma anche in Nepal, nelle Filippine e in Messico, mettendo a disposizione tecnologie sempre più aggiornate per mappare e localizzare i sopravvissuti dopo un disastro. Lo ha fatto anche durante la guerra civile siriana e, nel 2018, nella Giordania colpita da una terribile inondazione
Ma le autorità libanesi sono state lente a rispondere.

Il Ministero degli Affari Esteri israeliano afferma che Israele sostiene i più alti standard di assistenza ed è disposto ad aiutare i civili ovunque, dall’Africa all’Iraq, compresi Stati come il Libano, con cui non ha relazioni.  In collaborazione con l’IDF, Israele ha fornito aiuti a quasi 30 paesi durante i disastri.

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La ragione per cui le autorità libanesi sono rimaste in silenzio nelle ore mattutine del 5 agosto riguardo alle offerte di Israele, continua il Jerusalem Post, è probabilmente dovuta alla stretta di Hezbollah sul Libano.
Il movimento si pone come difensore del Libano, ma nega al Paese il sostegno di cui ha bisogno, sia nel passato recente in tempo di crisi economica prima, in tempo di COVID-19 poi e ora nel momento di quest’ultimo disastro.
Un approccio miope che dimostra l’incapacità di mettere da parte la politica a favore della gente comune, che contrasta con l’attuale lavoro che due importanti compagnie di difesa israeliane stanno svolgendo con una società di Abu Dhabi. La loro collaborazione, annunciata a luglio, è molto importante nella lotta contro il COVID-19 e mostra di cosa sono capaci Israele e i Paesi della regione, anche in assenza di relazioni dirette.

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