Perché guardare il documentario Prosecuting Evil: The Extraordinary World Of Ben Ferencz
Nominarla soltanto, o osare dire-parlare-scrivere della Shoah è un’impresa che a volte è meglio resti un’intenzione.
Le parole si scontrano con il Fatto, e con il timore/tremore che ci assale quando misuriamo la nostra inadeguatezza.
Eppure – anzi, di più: proprio per questo – dobbiamo confrontarci con Lei, e con noi.
Saggi, Memorie, Romanzi, Poesie, Quadri, Musiche, Coreografie, Film…: la Forma che hanno assunto questi tentativi sono numerose, forse innumerevoli – conosciamo soltanto quelle edite. Alcune più degne di altre, con rari capolavori e molte prove ben riuscite. E – si capisce – anche fallimenti, parziali o totali, faziosi o inconsapevoli. Tutte, TUTTE preziose.
Nella mia Lista d’Onore entra di diritto e alla grande “PROSECUTING EVIL: THE EXTRAORDINARY WORLD OF BEN FERENCZ”
Realizzato nel 2018, recensito e premiato, questo documentario / intervista di Barry Avrich, è al tempo stesso entusiasmante e terribile: è commovente, è traumatico e catartico.
Ben Ferencz è sia un uomo comune, sia un eroe dei nostri tempi. La sua storia è anche la nostra, che eroi non siamo, perlopiù.
Altro non voglio dirvi, preferisco lasciar a lui raccontarsi e raccontarci.
Chi lo vedrà e ascolterà (ma affrettatevi, non so per quanto tempo sarà ancora disponibile liberamente su Vimeo ) potrà dire di aver conosciuto un Uomo.
Grazie a Marina Morpurgo per avermelo segnalato.
Valerio Fiandra abita a Trieste ma vive altrove.
Ha sessantotto anni ma non li dimostra.
È Ebreo, ma non ebraico.