Scarsa conoscenza della storia, antisemitismo e intolleranza: che cosa si nasconde dietro le polemiche per la scelta dell’attrice israeliana nel ruolo della regina egizia
“Gli infaticabili zeloti del politically correct hanno forse passato il limite: la Paramount è stata contestata per avere scelto l’attrice israeliana Gal Gadot per il ruolo di Cleopatra. Doveva essere egiziana, dicono gli egiziani. No, doveva essere greca, dicono i greci. Magari araba, azzardano gli arabi. Ma almeno è nata nel Mediterraneo, ha risposto la Paramount, quasi a volersi scusare. Non basta più fare attenzione a razza, genere e orientamenti sessuali: ora anche la nazionalità viene presa di mira, e se sei un’attrice israeliana devi fare molta attenzione a quello che reciti” scrive La Stampa a proposito delle polemiche che hanno coinvolto la casa di produzione per la scelta della Gadot.
“Se ogni attore che interpreta un ruolo storico dovesse avere le proprie origini nella stessa terra del suo personaggio, decidere da dove dovrebbe venire l’attrice di Cleopatra sarebbe un bel rompicapo, e bisognerebbe andare per esclusione” sostiene il quotidiano torinese.
“Chi mai a Hollywood ha pensato che sarebbe stata una buona idea scegliere una israeliana come Cleopatra quando c’è una fantastica attrice araba come Nadine Njeim?”, ha scritto la giornalista Sameera Khan: “Vergognati Gal Gadot: il tuo paese ruba la terra agli arabi e tu ci rubi i ruoli al cinema…”
Interessate al riguardo la riflessione su Wired.it del critico Gabriele Niola: “È fondamentale mettere il riflettore su questo aspetto di rivendicazione politica che sottostà alla polemica. Perché alla fine chi si sottomette, come ha fatto ad esempio la Disney che nel nuovo Aladdin ha preso solo attori etnicamente corretti o addirittura nel nuovo Il re leone ha fatto doppiare solo attori di origini africane, anche se si parla di leoni e iene, non è chi ha interesse a fare un buon film, ma chi ha interesse a non attirare polemiche, a non alienarsi parte del pubblico e non inquinare il brand…Che poi, detto tra di noi, Cleopatra non era araba, era greco-macedone. Ma, di nuovo, non è che interessi a nessuno questo. Cleopatra è un simbolo della cultura egizia (e quindi araba) e quindi deve farlo un’araba. È un gesto d’affermazione culturale, non una questione artistica. Trattiamolo così”.
“Non è la prima volta, a memoria d’uomo” scrive Jewish Telegraphic Agency “che si mette in discussione la capacità degli ebrei di svolgere ruoli non ebraici. Non è nemmeno la prima volta che una star del cinema ebrea che interpreta il sovrano egiziano ha suscitato polemiche. Il più famoso film di Cleopatra è uscito nel 1963 con Elizabeth Taylor, un film molto costoso per l’epoca (Taylor è stata la prima attrice ad essere pagata 1 milione di dollari per un ruolo). L’attrice si era convertita all’ebraismo qualche anno prima, prima del suo matrimonio con il cantante Eddie Fisher, ed era diventata apertamente solidale con Israele. All’epoca, l’Egitto vedeva Israele come suo nemico e proibiva ogni tipo di relazione con gli ebrei e gli israeliani. Così, quando il film uscì per la prima volta, l’Egitto lo proibì.
“Sul punto si può solo allargare le braccia: cosa si risponde ai razzisti?” scrive Dario Ronzoni su Linkiesta.it. “Piuttosto meglio far notare che Gal Gadot con molto più stile, ha sorvolato sulla questione. Dal suo account si è limitata ad annunciare l’arrivo del film condividendo il suo entusiasmo per il nuovo progetto, che racconterà la storia da un punto di vista femminile”.