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Israele, 10 giorni al voto: Netanyahu spera che il piano di Trump lo faccia vincere. Ma i sondaggi…

La frustrazione del Likud e di Kahol Lavan per l’immobilità dei sondaggi che nemmeno il “Deal of the Century” ha cambiato di una virgola

Si avvicinano le terze elezioni in un anno, ma la fotografia fornita dagli ultimi sondaggi rimane sempre la stessa. quello che si profila per la terza volta consecutiva è una situazioni senza vinti e vincitori. Le percentuali dei partiti e i relativi seggi attribuiti alla Knesset, salvo sorprese clamorose, non consentiranno do formare una chiara maggioranza di governo, come racconta Haaretz. Un sostanziale nella di fatto in cui il partito di Avigdor Lieberman potrebbe diventare l’ago della bilancia. Insomma, le stesse identiche previsioni che circolavano prima dell’ultima tornata elettorale che ha poi condotto a un nulla di fatto.

Nulla sembra in grado di rompere lo stallo o di spostare masse consistenti di voti. Nemmeno i guai giudiziari di Netanyahu, il cui processo dovrebbe iniziare il 17 marzo, due settimane dopo il voto. Stando alle ultime rilevazioni, nemmeno il deal of the century, ovvero il piano di pace proposto dal Presidente Trump, avrebbe rafforzato il Likud, che invece aveva ben altre aspettative. Anche perché appare evidente come la realizzazione di quanto previsto dal piano Trump richiederebbe un governo forte sostenuto da una solida maggioranza. E sia Netanyahu che il suo partito sanno bene che molto difficilmente questa condizione si realizzerà dopo il voto del 2 marzo. Sempre secondo i sondaggi quello che smuoverebbe realmente l’elettorato sarebbero altri temi, molto concreti e legati alla vita quotidiana come il costo della vita, i prezzi delle case, la sanità…

Nemmeno aver ottenuto dalla Russia la liberazione di Naama, la ventiseienne israeliana condannata a sette anni e mezzo di carcere per qualche grammo di hashish, ha sortito alcun effetto sui polls commissionati dal Likud. Un grande piano per la sanità e la salute è invece propugnato in questi giorni da Benny Gantz e dal suo partito, ma per ora questa mossa non sembra smuovere gli elettori. E infatti gli ultimi rilevamenti dicono la stessa identica cosa di dieci giorni fa: 35 seggi per Gantz, 33 per Netanyahu, 13 per Joint List e 9 per l’alleanza Labor-Meretz. Tra 7 e 8 i seggi previsti per Avigdor Lieberman… In sintesi, l’ennesimo inamovibile stallo…

 

 

 

 


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