Joi with
Issa, il Babbo Natale della Città Santa

Arriva sul cammello e festeggia il Natale in tre date diverse… Chi è il Santa Claus di Gerusalemme?

Negli ultimi giorni sempre più persone affollano i vicoli del quartiere cristiano nella città vecchia di Gerusalemme sfidando le fredde serate, per godere della suggestiva atmosfera delle stradine illuminate per il Natale. Ma in uno di questi vicoli in particolare, che per tutto il resto dell’anno è tranquillo e silenzioso, si crea una fila di persone: famiglie o gruppi di adulti, che aspettano pazientemente il loro turno per poter entrare nella casa del “Babbo Natale di Gerusalemme”.

In una casa in pietra di 700 anni fa vive con la famiglia Issa Anis Kassissieh, nato a Gerusalemme 43 anni fa e giocatore professionale ed insegnate di basket da almeno 25 anni. Circa 15 anni fa Issa trova in un armadio il costume di Babbo Natale che il padre usava indossare durante la festa per far felici i figli; decide di indossarlo e di camminare verso la Porta di Giaffa e subito intuisce l’entusiasmo che trasmette ai bambini solo a vederlo. Ed è così che, quasi per scherzo e un po’ come Clark Kent, Issa, che da piccolo sognava di poter un giorno incontrare Babbo Natale, si trasforma durante le festività nel personaggio tanto amato da piccoli, ma anche (a giudicare dalle visite che riceve), dagli adulti. Issa ha addobbato il piano inferiore della casa di famiglia come la grotta di Babbo Natale, creando così un piccolo paese delle meraviglie visitato ogni giorno da persone di ogni età e religione.

“Non basta indossare il costume rosso per essere Babbo Natale”, mi svela Issa, “ma devi farlo col cuore”: non puoi promettere ai bambini che realizzerai i loro desideri, ma devi dir loro che farai del tuo meglio perché ciò succeda, dando loro speranza ed infondendo ottimismo.
Non solo l’abito non fa il monaco, ma come in ogni percorso che si rispetti, anche per ottenere il titolo ufficiale di “Babbo Natale di Gerusalemme” occorrono corsi di studio e diplomi. Issa ha frequentato ben due scuole negli Stati Uniti: la più rinomata è la “Charles W. Howard Santa Claus School” fondata nel lontano 1937, che prepara Santa Claus (in versione maschile e femminile) nei dettagli più importanti per diventare un Babbo Natale professionale.
Poco prima dell’inizio della pandemia, nel gennaio del 2020, il Ministero del Turismo Israeliano ha promosso in Israele un incontro ufficiale di decine di Santa Claus provenienti da diverse parti del mondo: è stato davvero divertente incontrare gruppi di persone vestite da Babbo Natale in giro per il paese o vederli galleggiare allegramente nelle acque del M. Morto!

Il Babbo Natale di Gerusalemme deve certamente adeguarsi alle circostanze locali ed affronta sfide a cui colleghi in altre parti del mondo non devono far fronte: Issa non arriva con la slitta trainata dalle renne, ma esce per rallegrare le persone a dorso di un cammello; dovrà essere un poliglotta per comunicare nelle tante e diverse lingue parlate a Gerusalemme, ma anche essere pronto ad accogliere i bambini nelle tre date in cui viene festeggiato il Natale in questa unica città: il 25 dicembre per cattolici e protestanti, il 7 gennaio per i cristiani ortodossi e il 19 gennaio per gli armeni.

Cosa chiede Issa a Babbo Natale per il 2022? – gli ho domandato alla fine della nostra conversazione- “Chiede che questa pandemia finisca e che possiamo riappropriarci della nostra normale quotidianità”. Non posso che unirmi al desiderio del Babbo Natale di Gerusalemme, augurando a ognuno un “normale e sereno 2022”.


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