Israele
Jewish Film Festival, cinque film da non perdere a Gerusalemme

Al via la 24esima edizione del festival cinematografico che, come ogni anno, si svolge durante la festività di Hanukkah. Per chi è a Gerusalemme, l’appuntamento è imperdibile

Dal 17 al 22 dicembre, come ogni anno in concomitanza con le festività di Hanukkah, la Cinematheque di Gerusalemme ospiterà la 24a edizione del Jewish Film Festival.
Quest’anno in programma sono previsti 40 film provenienti da 20 paesi, oltre a una serie di eventi speciali, incontri con registi e attori provenienti da tutto il mondo, conferenze, panel, concorsi cinematografici, spettacoli di musica dal vivo. Assieme, ogni giorno, all’accensione di una delle candele, come da tradizione, durante la Festa delle Luci.

Sarà anche che in occasione di queste festività, questo Festival, rispetto ad altre prestigiose rassegne cinematografiche che si svolgono in Israele a cadenza annuale, si contraddistingue per attirare sempre un pubblico eterogeneo, proveniente da tutto il Paese e dall’estero, offrendo un’esperienza che va oltre a quella cinematografica. Si tratta, infatti, di un momento di scambio culturale, attraverso la cinematografia contemporanea, in cui essere esposti all’affascinante vita ebraica, su scala mondiale, attraverso la lente del cinema, e con prospettive diverse sia nel genere che nei soggetti trattati.

In particolare, il programma artistico di quest’anno comprende una raffinata selezione di film che trattano questioni di identità ebraica, fede e stile di vita, cultura, letteratura, storia e filosofia, memoria, vita contemporanea in Israele e nella diaspora, riflessioni sulla Shoah e il rapporto tra ebraismo e altre religioni.
Anche dal punto di vista della forma espressiva, durante il festival verranno proiettati film che coprono lo spettro della diversa produzione cinematografica: documentari che raccontano la storia di famiglie e comunità ebraiche sparse per il mondo; cinema israeliano che affronta temi sociali e politici attuali; la presentazione di due rari film d’archivio appena restaurati; documentari e fiction su influenti figure culturali e artistiche del mondo ebraico; lungometraggi e cortometraggi.
Infine, come ogni anno, prima delle proiezioni si terranno conferenze di critici cinematografici e ricercatori accademici di storia e cultura ebraica, che proporranno una breve introduzione ai film e parteciperanno a discussioni e incontri con il pubblico, al termine dei film.

Ecco la nostra top 5 dei film in cartellone.


Armageddon Time di James Gray (USA 2022)
Un commovente dramma di formazione sulla storia di un introverso ragazzo di talento che cresce in una famiglia ebraica nella New York degli anni ’80. Quando cambia scuola, stringe una coraggiosa amicizia con uno studente afroamericano che arriva da un contesto famigliare difficile.
Nonostante la disapprovazione dei suoi genitori (di cui la madre interpretata dal premio Oscar Anne Hathaway) a capirlo è invece il nonno, ex sopravvissuto alla Shoah (interpretato dal premio Oscar Anthony Hopkins). Una storia di formazione profondamente personale sulla forza della famiglia, le complessità dell’amicizia e la ricerca generazionale del sogno americano.

My Father’s Secrets di Véra Belmont (Francia, Belgio, 2021)
Film di animazione, adattato dalla commovente graphic novel “Second Generation”, del celebre illustratore israeliano Michel Kichka.
Nel Belgio degli anni ’60 Michel e suo fratello Charly vivono un’infanzia felice, ignari del passato che il loro padre tarda a rivelare. I due ragazzi lo immaginano come un grande avventuriero o cacciatore di tesori, fino a scoprire le sue origini e il suo passato nei campi di concentramento.
Attraverso lo splendido linguaggio dell’animazione la regista Véra Belmont affronta la storia sull’Olocausto, quella del post-trauma generazionale e, infine, il percorso verso la guarigione.

Where Life Begins di Stéphane Freiss (Italia – Francia, 2022)
Una famiglia ebraica ultraortodossa proveniente da Aix-les-Bains si reca ogni anno, durante la Feste di Sukkot, in una fattoria della Puglia, per passare la festività ma anche per svolgere una missione sacra: la raccolta degli etrogim, i cedri per Sukkot. Qui Elio, il proprietario della fattoria, incontra Esther, la figlia del rabbino, stanca delle costrizioni imposte dalla sua religione e dalla sua famiglia. Attraverso la loro relazione Esther scopre l’importanza della libertà e trova la sua strada mentre, allo stesso modo, Elio (interpretato da Riccardo Scamarcio) ritrova la pace che aveva perso da tempo. Attraverso uno scambio di prospettive loro inaspettata amicizia incoraggiera’ entrambi a esplorare nuove direzioni di vita.

March 68 di Krzysztof Lang (Polonia, 2022)
Varsavia, 1968. Hania, studentessa della scuola di teatro statale, sperimenta il risveglio politico e la propria rivoluzione personale. Si innamora intensamente dello studente di tecnologia Janek, che incontra alla prima di uno spettacolo teatrale; gradualmente, però, si rende conto che i suoi concittadini ebrei – compreso il padre medico di Hania – vengono perseguitati in una serie di purghe antisemite condotte in risposta alla retorica alimentata dall’odio del leader polacco, Władysław Gomułka. Quando la sua famiglia decide di emigrare per la propria sicurezza, Hania non vuole unirsi a loro e cerca invece di costruirsi una vita con Janek. Tuttavia, le cose vanno fuori controllo, portando a un potente climax ambientato durante gli eventi del marzo 1968, in un’epocale collisione tra storia e romanticismo.

Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song di Dan Geller e Dayna Goldfine (USA, 2021)
Documentario che esplora la vita del cantautore canadese Leonard Cohen, scomparso nel 2016, attraverso il prisma del suo inno di fama internazionale: “Hallelujah”. Il film offre un repertorio vastissimo di materiali d’archivio mai visto prima, inclusi i taccuini personali di Cohen, fotografie, filmati di performance e registrazioni audio estremamente rari. Attraverso un percorso non lineare a partire dalla celebre canzone-manifesto, i due registi hanno ricostruito l’intera carriera del poeta-cantautore ma anche un viaggio di esplorazione delle sue origini ebraiche e del suo percorso di spiritualità e fede.

 

Fiammetta Martegani
collaboratrice

Curatrice presso il Museo Eretz Israel, nasce a Milano nel 1981 e dal 2009 si trasferisce a Tel Aviv per un Dottorato in Antropologia a cui segue un Postdottorato e nel 2016 la nascita di Enrico: 50% italiano, 50% israeliano, come il suo compagno Udi. Collaboratrice dal 2019 per l’Avvenire, ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo “Life on Mars” (Tiqqun) e nel 2017 “The Israeli Defence Forces’ Representation in Israeli Cinema” (Cambridge Scholars Publishing). Il suo ultimo libro è Tel Aviv – Mondo in tasca, una guida per i cinque sensi alla scoperta della città bianca, Laurana editore.


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