Cultura
La rassegna stampa di JoiMag #4

Una breve selezione di articoli dalla stampa internazionale

Una selezione di articoli che stimolano la riflessione, invitano al dibattito e parlano di storia, cultura ed attualità. Da leggere e magari commentare su queste pagine: ci piace sempre conoscere la vostra opinione.

Effetto Eurovision

Non vinceva un’edizione dell’Eurovision Song Contest dal 1975 l’Olanda. Ce l’ha fatta quest’anno a Tel Aviv con Arcade il brano interpretato da Duncan Laurence (vero nome Duncan De Moor).

Duncan, 25 anni, autore di una ballad intensa e molto orecchiabile, anche se non esattamente originale, si è laureato alla Rock Academy di Tilburg, in Olanda, dove ha studiato per diventare cantautore e produttore musicale. Al secondo posto Mahmood con Soldi, un’altra medaglia dopo la vittoria al Festival di Sanremo.

Ovviamente non è passata inosservata la performance di Madonna che si è conclusa con due dei suoi ballerini che hanno lasciato il palco abbracciati, sfoggiando sulle schiene una bandiera israeliana ed una palestinese. Come riporta The Independent, la European Broadcasting Union, che organizza l’evento, non ha approvato la scelta, sottolinenando il carattere apolitico della manifestazione.

Anche timeofisrael.com sottolinea quanto dichiarato dagli organizzatori del Festival, e cioè che l’esposizione delle due bandiere sulla schiena dei ballerini non era stata annunciata durante le prove e che la performance approvata non conteneva il finale a sorpresa. Madonna nelle scorse settimane era stata duramente criticata da colleghi come Peter Gabriel e Roger Waters per la scelta di non boicottare, rinunciando all’esibizione, l’evento di Tel Aviv. Nel corso della serata finale anche gli islandesi Hatari hanno sfoggiato una bandiera palestinese al termine della loro esibizione. Ma al di là delle connotazioni politiche, quel che ha fatto scalpore sono le recensioni, specie della stampa inglese, riservate alla performance di Madonna The Guardian ha definito la sua apparizione “straziante”, aggiungendo che “avrebbe fatto meglio a stare a casa”, sottolinenando le stonature evidenti sul suo classico, Like a Prayer. Quanto al nuovo singolo, Future, interpretato con il rapper Quavo, The Guardian lo definisce “poco brillante”. Il sito dell’Express riporta poi alcune reazioni social non esattamente entusiasmanti. Tipo: “Madonna, che imbarazzo” o, ancora peggio, “Questo è il funerale della sua carriera?”.

Salvate il pianeta, non cremate i morti.

No alla cremazione. Anche per salvare il pianeta: è questo il tema dell’articolo di Ben Sales per JTA.org che ha intervistato al riguardo il rabbino Jay Lyons, fondatore del cimitero ebraico nel sud della Florida (contea di Pam Beach). Quando il rabbino Jay Lyons prepara un cadavere per la sepoltura, pare vederlo all’opera all’interno di una sinagoga durante il giorno più sacro del calendario ebraico. Lyons, insieme ad altri ebrei incaricati di prendersi cura dei defunti, toglie loro i vestiti. La salma viene poi bagnata e avvolta in sudari bianchi. Infine è sorvegliata, ininterrottamente, fino alla sepoltura.

“L’anima sta per intraprendere questo fantastico viaggio finale e affronta quindi il suo ultimo giorno di espiazione”, ha dichiarato in un’intervista presso il nuovo cimitero ebraico da lui fondato quest’anno. “Siamo totalmente consapevoli del fatto che il corpo e l’anima siano partner per la vita. Quando si muore, il corpo diventa inutile, ma in realtà l’anima non si limita semplicemente ad andare avanti dimenticandosene. L’anima ha bisogno che il corpo sia curato adeguatamente, anche dopo la morte.”

Questa è l’idea alla base della nuova impresa di Lyons, il Cimitero ebraico nel sud della Florida nella contea di Palm Beach, che lui pubblicizza come luogo sia alla moda che radicalmente tradizionale: in un’epoca in cui la maggioranza degli americani opta per la cremazione, Lyons chiede agli ebrei di seppellire i loro morti come la tradizione ebraica ha comandato per millenni.

“Dal punto di vista ambientale, tu stai preservando la terra, stai prendendo quello che potrebbe essere usato in un crematorio per garantire la creazione di un luogo rigoglioso e pieno di alberi” commenta Lyons. “Ci sono molti ebrei là fuori che sono più preoccupati per l’ambiente che per la tradizione ebraica “. Dal 2017, la maggior parte delle persone negli Stati Uniti e in Canada cremano i loro morti – salendo fino a circa il 28% nel 2002, secondo la Cremation Association del Nord America. I sostenitori della sepoltura naturale stanno anche indicando l’impatto ambientale della cremazione: rilascia nell’atmosfera più di 800 libbre di anidride carbonica e utilizza una quantità di energia pari a quella di un viaggio in auto di 500 miglia.

Nonostante i dettami religiosi, un numero crescente di ebrei sembra optare per la cremazione. Il direttore del cimitero nel sud della Florida spiega infatti che i tassi di cremazione ebraica hanno raggiunto il 15% rispetto al 2% degli anni 70. Una questione di costi. Per questo il  cimitero di Lyons cerca di essere competitivo sui prezzi per tornare alla tradizione, limitare l’uso di mezzi meccanici e fare bene al pianeta.

Queer Yeshiva a Chicago

Sei anni di studi per diventare rabbino trascorsi nascondendo la sua sessualità e le sue relazioni: è questa la storia di Benay Lappe raccontata da Josefin Dolsten su jta.org. Lappe è la fondatrice di Svara a Chicago, un luogo dove studiare il Talmud per gli LGBTQ ebrei. Una Yeshiva, dove lei e altri membri della comunità possono essere se stessi e studiare i testi ebraici. “Noi ci siamo evoluti per diventare una yeshiva queer per tutti” ha dichiarato recentemente Lappe. “Il nostro progetto riguarda il cambiamento del mondo attraverso la visione delle persone queer ma a beneficio di tutti, esattamente come il progetto femminista, che non è rivolto al solo beneficio delle donne”.

“Noi non siamo una cosa gay” ha aggiunto. “Noi siamo una Talmud revolution thing“.

La Yeshiva ospita una serie di programmi settimanali di apprendimento della lingua ebraica, borse di studio e un Queer Talmud Camp di cinque giorni, che ha attirato richieste da parte di circa 500 persone, per lo più millennials. Lappe incoraggia anche gli ex studenti a organizzare eventi di apprendimento. Attualmente ci sono 11 centri di studio informali in tutto il paese creati dagli ex alunni di Svara.

Il rabbino crede che la comunità ebraica abbia bisogno di rivitalizzare il suo approccio allo studio del testo e di trovare modi innovativi per leggere i Testi Sacri. Lappe sostiene poi che le esperienze vissute dalle persone queer, che si sono sentite diverse e ai margini della società, le rendono particolarmente adatte a frequentare Svara. All’interno di Svara i testi sono letti solo in lingua originale e gli studenti devono cercare nei dizionari qualsiasi parola ebraica o aramaica che non comprendono. Per alcune persone potrebbe trattarsi di ogni singola parola, ma Lappe è lì per aiutare. “Nel nostro contesto tutte le persone esprimono se stesse in libertà non solo gli esponenti della comunità LGBT”, spiega. “Da noi viene gente che in altri ambienti non si sente libera di poter parlare. Beh, qui può farlo.”

Gianni Poglio

Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze radiofoniche e televisive, ha fatto parte della redazione del mensile Tutto Musica e del settimanale Panorama (Mondadori). Conduttore dii talk show per Panorama d’Italia Tour, con interviste “live” ai protagonisti della musica italiana e di dibattiti tra scienza ed intrattenimento nell’ambito di Focus Live, ha pubblicato per Electa Mondadori il libro “Ferdinando Arno Entrainment”


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