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I buoni propositi dichiarati dal Labour di Corbyn? Smentiti da un super leak

La fuga di documenti interni prova che il Partito non stia facendo nulla per contrastare l’antisemitismo

I più disincantati diranno che già non avevano dubbi. E chi si era illuso si dovrà ricredere. A pochissimi giorni dalle elezioni nel Regno Unito, una fuga di notizie interna al Labour Party guidato da Jeremy Corbyn conferma: quelle dichiarazioni, più volte ripetute durante la campagna elettorale, sul contrasto all’antisemitismo interno (si veda ad esempio il lancio del sito No Place For Antisemitism) non sono altro che belle parole. Rivelato per la prima volta dal Sunday Times, il leak è stato ripreso da numerose testate, tra cui The Times of Israel.

Si parla di almeno 130 casi eclatanti, di dichiarazioni e atteggiamenti ferocemente antisemiti nei confronti dei quali non è stato preso alcun provvedimento disciplinare, oppure è stata applicata alla bell’e meglio una qualche toppa peggiore del buco. L’articolo riporta alcuni esempi agghiaccianti: “Stando alle notizie trapelate, il partito ha impiegato più di dieci mesi a espellere un suo membro di Nottingham che l’anno scorso aveva detto che “Gli ebrei rappresentano un’infezione virale che deve essere completamente eliminata”. E ora rifiuta di dire se l’abbia denunciato alla polizia o meno. Sempre nel 2018, un altro membro, questa volta di Birmingham, ha invocato l’annegamento di tutti gli ebrei nel Mar Rosso definendoli “un cancro per noi tutti” e spiegando che “non c’è bisogno di camere a gas, del resto il gas costa e in Inghilterra ci serve”. È stato espulso solo dopo oltre otto mesi”.

In risposta all’inchiesta del Sunday Times, il Labour ha dichiarato che quei casi sarebbero “categoricamente falsi” e che in ogni modo è stata introdotta una misura di espulsione rapida per i membri che manifestano atteggiamenti antisemiti. Nel mentre però, il Simon Wiesenthal Center ha assegnato a Corbyn la prima posizione nella sua classifica annuale di leader ed eventi più antisemiti nel mondo. Non proprio un podio di cui andare fieri. E man mano che le elezioni si avvicinano, si moltiplicano le voci preoccupate dalla prospettiva che possa davvero vincerle.

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