Cultura
L’importanza di chiamarsi Edna

Storia di un’identità ritrovata. Grazie a un cartone animato della Pixar

Può un cartone animato cambiare la vita delle persone? A volte capita, soprattutto se ti chiami Edna ed eri bambina quando arrivò nelle sale uno dei capolavori di casa Pixar, Gli incredibili. Era il 2004, almeno negli Stati Uniti, dove si svolge questa storia riportata dal magazine di cultura ebraica Alma. La protagonista della nostra storia aveva otto anni. Bene, Gli Incredibili sono una famiglia di super eroi che combatte il crimine in una cittadina americana di oggi. Una famiglia apparentemente normale, dotata di una certa straordinarietà (come tutte le famiglie normali), aggravata da un numero di superpoteri incredibile, appunto, equamente distribuiti tra tutti i componenti. Ma c’è un personaggio ancor più incredibile in questa vicenda, quello della stilista. È lei a disegnare le tutine rosse per la famiglia, una specie di divisa d’ordinanza resistente a tutto, da indossare nei momenti eroici, come vuole la tradizione. Una tipa tosta, la stilista, piccoletta di statura, tutta pepe, con uno strampalato accento e una buona dose di sarcasmo, capace di rimettere al proprio posto anche una famiglia di supereroi. Stiamo parlando di Edna Mode. Bene, è lei la protagonista di un racconto che vi riportiamo (in parte) qui di seguito, scritto da quella bambina, oggi laureata all’Università della California del Sud, Leah Shamouni, che si definisce un’orgogliosa ebreo-americana-persiano-sionista.

Da bambina ero piuttosto ansiosa. Il mio dialogo interiore era una lista di domande come: Questo vestito è abbastanza figo da poterlo indossare al bar mitzvah di Jacob? I cocomeri cresceranno davvero nel mio stomaco se ne mangio i semi? Nessuna quantità di ansia, tuttavia, equivaleva a come mi sentivo dopo che mi era stata posta l’unica domanda che scuoteva tutto il mio sistema nervoso: “Qual è il tuo secondo nome?”

Mi è stato dato il secondo nome in onore di mia nonna, una rifugiata iraniana fuggita dall’Iran mentre cresceva l’antisemitismo durante la Rivoluzione iraniana, alla fine degli anni ’70.

Mia nonna, madre di quattro figli, scappò a Los Angeles con la sua famiglia e divenne cittadina americana. In parole povere, è una tipa tosta, e il fatto di portare il suo nome avrebbe dovuto rendermi orgogliosa. Se non fosse stato per gli Incredibili.

Lasciate che vi spieghi.

L’anno era il 2004. Avevo 8 anni, e tutto andava bene. Poi è arrivato The Incredibles, il classico della Pixar sui Parrs, una famiglia di supereroi, noto anche per la loro stilista, Edna Mode. Ispirata alla stilista ebrea Edith Head, Edna è un personaggio piccolo ma intimidatorio che ti affascina con il suo accento anglosassone e gli occhiali grandi, neri e circolari.

La risposta della mia generazione all’accento stravagante di Edna, al suo atteggiamento accondiscendente e al suo divertente taglio di capelli si è tradotta in qualcosa di buffo, quasi ridicolo. Così io mi sono ritrovata a raccontare sempre meno la verità per evitare di sentirmi dire una volta di più Edna Modo con l’imitazione dell’accento della stilista disegnata dai creativi della Pixar.

La mia percezione del nome Edna si basava sul trauma e solo invecchiando ho cambiato quella percezione dalla vergogna all’orgoglio. È successo durante una delle mie tante crisi d’identità, quando mi sono chiesta “Chi sono io?” mentre ascoltavo un podcast sul benessere e mangiavo una ciotola di acai. Ho deciso di intraprendere la mia ricerca personale di auto-esplorazione con l’intenzione di conoscere meglio le profondità del mio secondo nome.

Per prima cosa mi sono rivolta al mio più grande confidente, il posto dove vado quando ho un semplice mal di stomaco e finisco per diagnosticarmi una malattia: Google. Così ho imparato che la traduzione in ebraico per Edna è ringiovanimento, piacere e delizia. Fico, ma ho pensato che fosse anche meglio consultare un’altra fonte di verità, un rabbino, che mi ha spiegato che il nome Edna deriva dalla parola “Eden”.

In quel momento stavo vivendo la versione di mia nonna dell’Eden, una vita in cui porto con orgoglio il mio ebraismo, vicina alla sua ricerca della libertà religiosa.

Edna Mode è una persona che non si scusa e che ispira le persone che la circondano a essere le più incredibili, proprio come mia nonna che ha rischiato la sua vita per dare un futuro alla sua famiglia in un Paese dove la libertà religiosa è un principio fondante. Ora, si può scegliere se dissociarci dalle nostre identità ebraiche e restare in silenzio di fronte alle ingiustizie, oppure abbracciarle e sostenere un mondo migliore. Io scelgo la seconda opzione.


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