Cultura
L’Onu nella bufera: dodici dipendenti sospettati di aver avuto un ruolo nei fatti del 7 ottobre

Le gravissime accuse, le reazioni dell’Onu, dell’Unione Europea e della comunità internazionale

Da diverso tempo Israele sostiene che il personale dell’Unrwa ha avuto un ruolo negli assalti di Hamas del 7 ottobre. Una notizia che se fosse confermata entrerebbe un’ombra ancora più inquietante sul più grave attacco terroristico di sempre ad Israele. Come riporta il Jerusalem Post: “Un dossier, proveniente dall’intelligence israeliana e ritenuto abbastanza credibile dai funzionari americani accusa 12 dipendenti dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite incaricata di fornire aiuti ai palestinesi e di supervisionare la maggior parte degli istituti scolastici e altri servizi sociali a Gaza, di aver partecipato attivamente alla guerra di Hamas contro Israele… Le informazioni sarebbero state raccolte in parte attraverso il monitoraggio dei telefoni cellulari dei dipendenti da parte dei servizi segreti israeliani: secondo il dossier, alcuni dei dipendenti Onu avrebbero discusso del loro coinvolgimento nell’attacco, mentre altri tre avrebbero ricevuto messaggi di testo che li indirizzavano verso un luogo particolare mentre l’attacco era in corso, e ad uno è stato detto di portare granate a propulsione di razzi custodite nella sua casa”.

Secondo quanto riporta la Cnn, “Un funzionario israeliano che ha familiarità con le modalità di raccolta delle informazioni ha dichiarato che queste sono state ricavate da computer e documenti di Hamas confiscati durante le operazioni a Gaza e da interrogatori di detenuti e presunti terroristi. Secondo i funzionari israeliani, alcuni degli aggressori uccisi o arrestati il 7 ottobre avevano addosso i documenti di identità dell’UNRWA. Alla CNN non sono stati mostrati i documenti o altre informazioni”.

Immediata la reazione dell’Onu: “Le autorità israeliane hanno fornito informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti nei terribili attacchi del 7 ottobre. Per proteggere la capacità dell’agenzia di fornire assistenza umanitaria, ho preso la decisione di rescindere immediatamente i contratti di queste persone e di avviare un’indagine per stabilire senza indugio la verità”, ha annunciato il commissario generale di Unrwa Philippe Lazzarini, ribadendo la condanna degli attacchi di Hamas e parlando di “accuse scioccanti”. Lazzarini non ha rivelato il numero dei membri interessati dalle accuse, né la natura di tale presunto coinvolgimento, ma ha assicurato che “qualsiasi dipendente coinvolto in atti di terrorismo sarà ritenuto responsabile, anche attraverso procedimenti penali”. Mentre il segretario generale Antonio Guterres si è detto “inorridito dalla notizia”. In una nota del portavoce “ha chiesto a Lazzarini di indagare rapidamente sulla questione e garantire che qualsiasi dipendente Unrwa che ha partecipato o favorito gli attacchi venga immediatamente licenziato e deferito per un potenziale procedimento penale”.

Anche L’Unione Europea, tramite la Commissione Ue e l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri Josep Borrell, ha espresso “enorme preoccupazione” per le accuse, ribadendo “la sua più ferma condanna degli attacchi dei terroristi di Hamas contro Israele, che non hanno alcuna giustificazione. L’Unrwa ha svolto per molti anni un ruolo fondamentale nel sostenere i rifugiati palestinesi vulnerabili nell’accesso a servizi vitali ed è un partner cruciale della comunità internazionale, compresa l’Ue. Siamo in contatto con l’Unrwa e ci aspettiamo che fornisca piena trasparenza sulle accuse e prenda misure immediate contro il personale coinvolto”.

Come racconta il Sole 24 Ore “La maggior parte degli oltre 30mila dipendenti dell’Unrwa è palestinese, di cui 13mila residenti a Gaza. Solo 300 sono funzionari internazionali, il resto è formato da personale locale, in gran parte profughi palestinesi. L’Agenzia è dunque uno dei più grandi datori di lavoro a Gaza. L’Unrwa ha due quartieri generali, ad Amman e Gaza, e cinque uffici locali (Gaza, Libano, Siria, Giordania e Cisgiordania)”.

La prima reazione ai sospetti che pesano sui dipendenti dell’Unrwa è stata la sospensione degli aiuti economici all’Unrwa da parte degli  Stati Uniti e di molti altri Stati tra cui Canada, Australia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svizzera, Austria e Finlandia.

 


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