Cultura
Marienbad: la spa dove i rabbini europei trascorrevano le vacanze all’inizio del Novecento

Una preziosa testimonianza di vita e vacanze ebraiche nell’Europa prebellica: la connessione tra la cittadina ceca e le elite ortodosse

Mariánské Lázně (Marienbad) è una cittadina della Repubblica Ceca, una famosa località termale non distante dal confine con la Germania. Come racconta Forward, la città negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale ospitava gli altissimi ranghi dell’aristocrazia europea, incluso un folto gruppo di rabbi chassidici accompagnati dai loro staff. 

Un luogo di benessere ma anche di incontri politico religiosi organizzati in alberghi dotati di ristoranti kosher, tra bagni rituali e sorsi d’acqua amara e salata, la specialità benefica della casa. Il mood di quel tempo è adesso racchiuso nelle pagine del libro scritto da David Leitner, Marienbad & Beyond. Il padre dell’autore, Kurt Leitner, apparteneva infatti ad una famiglia proprietaria di alcuni hotel kosher a Marienbad.

Un luogo di incontro e di scambio tra chassidici e yekke che raggiunse il picco della sua notorietà nel 1937 in occasione della terza Grande Assemblea dell’Agudath Israel quando oltre mille delegati provenienti da Europa, Stati Uniti e Palestina, si riunirono nella cittadina ceca per parlare di molte questioni relative al mondo ebraico ortodosso. Come svela Forward: “Una questione molto discussa allora era se l’Agudah sarebbe stata pronta a lavorare insieme ai sionisti e ad altre organizzazioni ebraiche secolari per costruire una casa ebraica in Palestina. La decisione, alla fine fu di segno contrario: gli ultraortodossi sostenevano che un governo ebraico in Palestina costruito su una base diversa dalla Torah sarebbe stato blasfemo.

Uno degli aspetti più interessanti del libro di Leitner, dal punto di vista storico, è la vasta collezione di immagini storiche che mostrano il parterre di illustri ebrei ortodossi in vacanza a Marienbad. Il padre di Leitner venne perseguitato dai nazisti proprio per il suo ruolo nella organizzazione della Grande Assemblea. Riuscì a fuggire in Polonia grazie all’aiuto e alla complicità di un ferroviere polacco la cui famiglia venne poi sterminata dalla Gestapo.

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