Strano ma ebreo! Storie strane e stravaganti (in yiddish antico)
Che scommessa del Diavolo!

Storia di un rabbino, di un prete e di due demoni che giocano d’azzardo

Questa è la storia di Rabbi Yekhiel di Parigi, la cui grande devozione si esprimeva sia nelle azioni che nella sua straordinaria scienza nei campi della kabbalà, dell’astronomia e di ogni corrente filosofica, come presto vedrete. Egli studiava giorno e notte. Nella stessa città di Parigi risiedeva anche un prevosto, che era colto e rigido nella sua fede. Il prete e Rabbi Yekhiel – che non si confondano! – erano spesso insieme.
Una volta, Rabbi Yekhiel stava studiando un libro sacro nella sua stanza, di notte, come era sua abitudine, quando udì delle urla provenire da dietro casa. Se ne spaventò talmente da non sapere più dove si trovasse, e continuò a leggere fino a quando le urla non scomparirono. Con gran timore continuò a studiare e si addormentò sul libro. Le urla tornarono ma lui non le sentì più.
Vi dirò cos’erano queste urla:
erano giunti nel suo giardino due demoni – che il Signore ci protegga! –. Uno chiese all’altro da dove fosse arrivato nel cortile dell’ebreo devoto. Il secondo demone disse di avere sentito dagli angeli come non vi fosse al mondo ebreo più importante, nelle opere come nello studio, di Rabbi Yekhiel, che proprio in quel mentre sedeva e studiava un libro sacro e il mondo intero esisteva grazie ai suoi meriti. Disse il primo demone: “Io sono arrivato dalla Geenna e ho sentito dire di quanto il prete sia fortemente convinto della sua fede, al punto tale che nessuno può distoglierlo da essa. Egli è molto più convinto di quanto possa esserlo il rabbino.” Questo offese il secondo demone, che rispettava molto il rabbino. Alla fine, i due demoni decisero di scommettere, e la posta era la loro stessa vita. Un demone scommise di trasformare il prete in un ebreo, e l’altro di allontanare l’ebreo dalla sua fede. E così scommisero, e chi avesse vinto avrebbe ucciso l’altro.

 

Il primo demone andò dunque dal rabbino, assumendo l’aspetto di un angelo, e gli disse: “Rabbino caro, il Signore Benedetto Egli sia mi ha mandato a te affinché tu smetta di essere un ebreo e diventi un gentile”, aggiungendo molte parole dolci, convinto di riuscire a convincerlo. L’ebreo devoto si spaventò molto e comprese che si trattava di un demone, e fece degli scongiuri perché se ne andasse via. La notte seguente il demone tornò, assumendo l’aspetto del profeta Elia, e di nuovo parlò dolcemente al rabbino, convinto di riuscire ad ottenere qualcosa da lui, ma non servì a nulla. Quando vide che l’ebreo devoto non intendeva rinnegare la sua fede, il demone ritornò per la terza volta, assumendo le sembianze di una donna, ma non riuscì ad ottenere nulla. Vedendo che il demone non intendeva arrendersi, Rabbi Yekhiel temette di avere commesso delle trasgressioni, e digiunò e diede offerte ai poveri, a tal punto che il mondo intero si stupì della sua devozione, e fece atti di pentimento. Quando il demone vide che nonostante tutti i suoi sforzi non era riuscito ad ottenere nulla, si arrese, andò dal secondo demone e gli raccontò tutto.

Il secondo demone fu molto felice di avere la possibilità di restare in vita, e disse: “Ora andrò e tenterò di convincere il prete”. Indossò i suoi abiti più eleganti e se ne andò dal prete. Questi sedeva con molte candele accese e molti servitori, come è abitudine degli uomini di Chiesa. Il demone gli disse: “Ascolta, prete! Iddio mi ha mandato. Sei stato un gentile per troppo tempo. È giunta l’ora che diventi ebreo, e ti faccia circoncidere, altrimenti sarai perduto e andrai all’inferno.” E gli mostrò altri gentili nella Geenna, e anche suo padre e sua madre e i suoi fratelli. Davanti ad una tale visione, il prete gridò al demone di portarlo fuori di lì, e che avrebbe fatto tutto quello che voleva. Il demone lo portò in seguito davanti al Giardino dell’Eden, dove potè vedere i giusti, uno più importante dell’altro, e ne riconobbe molti. Allora disse: “Felice è l’uomo che è degno di sedere nella beatitudine e nella dignità”. E poi vide alcuni posti vuoti, tenuti per i giusti che erano ancora in vita. Il demone gli disse: “Quando diventerai un ebreo e ti farai circoncidere, anche tu verrai nel Giardino dell’Eden”. Il prete gli rispose: “Se mi prometti che questo avverrà di certo, allora voglio diventare un ebreo e mi farò circoncidere, affinché io possa avere la vita eterna insieme agli altri devoti.” Il demone glielo promise, e anche il prete gli promise che si sarebbe convertito all’ebraismo. E allora il demone lo riportò a casa.

I due demoni si ritrovarono insieme nel giardino di Rabbi Yekhiel il devoto, e il primo di loro disse: “No! Non hai vinto: io non credo ancora che il prete si convertirà!”. La notte seguente il prete cominciò a raccogliere quanto poteva portare con sé, gioielli e danari, e portò tutto alla casa di Rabbi Yekhiel e bussò alla sua porta e lo pregò di aprirgli. Il buon rabbino ebbe timore di una falsa accusa, perché il prete era venuto di notte, e gli disse che non gli avrebbe aperto. Quando il prete lo assicurò che non gli avrebbe fatto del male, il rabbino gli aprì e lo fece entrare. Il prete gli raccontò perché voleva convertirsi all’ebraismo e lo pregò di aiutarlo ad andare in un luogo dove avrebbe potuto circoncidersi. Rabbi Yekhiel in persona lo circoncise e studiò con lui Torà.
Quella stessa notte, mentre il rabbino e il convertito sedevano insieme, Rabbi Yekhiel udì pronunciare nel suo cortile la benedizione sulla macellazione rituale. I due uomini uscirono e videro due demoni che volevano uccidersi a vicenda. Rabbi Yekhiel ne chiese loro il motivo. Essi dissero di essere due demoni, e che avevano scommesso su chi di loro fosse riuscito a convincere l’altro a convertirsi. Uno di loro aveva vinto e quindi doveva uccidere l’altro. Quando l’ebreo devoto udì tale storia, pregò e lodò e ringraziò il Santo Benedetto Egli sia per averlo protetto dal Satan. E quando il convertito udì la storia, si rallegrò di essere divenuto ebreo, e lodò il Santo Benedetto Egli sia. Rabbi Yekhiel non voleva che il demone fosse ucciso nel suo giardino, ma in un campo.
Rabbi Yekhiel incaricò due ebrei di andare con grande gioia e molto denaro in Erets Yisroel insieme al convertito, che fu un ebreo devoto, prese moglie, ebbe figli che si sposarono con giovani di famiglie ricche e onorate, e morì lasciando dietro di sé un buon nome. E in tal modo il rabbino divenne ricco.

 

Questo racconto è incluso in una raccolta in yiddish antico, il Mayse-bukh (Basel 1602), più volte ristampata.
Rabbi Yekhiel ben Yosef di Parigi (XIII secolo) fu un noto talmudista.
Su di lui sono noti vari racconti in ebraico, ma quello presentato qui sembra attestato solo in yiddish e testimonia, probabilmente, della sua fama come protagonista della ‘Disputa di Parigi’ contro l’apostata Nicholas Donin, alla corte di Luigi IX. La fine della storia riecheggia forse anche il fatto che Rabbi Yekhiel intorno al 1260 si stabilì in Eretz Israel, a Acco/Acri, allora sotto dominio crociato.
La traduzione vuole essere letterale, ma in alcuni passi si è intervenuti per evitare ripetizioni. Inoltre, il particolare del viaggio in Eretz Israel proviene da una ristampa del XVIII secolo.
Si è creduto di lasciare alcune parti che, per l’economia del racconto, potevano essere facilmente tagliate. Perché, ad esempio, nell’ultima frase viene detto che Rabbi Yekhiel divenne ricco? E per quale motivo la ricchezza è il risultato del suo comportamento? È un premio per avere saputo resistere alle tentazioni? Anche lo stampatore che decise di ripubblicare il Mayse-bukh ad Amsterdam nel 1723 deve essersi posto la stessa domanda, poiché sostituì il termine ricco con ‘khasid’, devoto.
Infine: anche i demonietti sono orgogliosi e testardi, temono la morte, e litigano, urlano, scommettono. I loro diretti discendenti compaiono secoli dopo nei racconti di Isaac Bashevis Singer.

Claudia Rosenzweig
collaboratrice

Insegna Letteratura yiddish antica all’Università di Bar-Ilan.


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