Cultura
Sharon Jones: la storia dell’irresistibile 8 days of Hanukkah

Come è nato il brano della leggendaria cantante soul e della sua band di origine ebraica

Uno dei migliori album natalizi degli ultimi anni è certamente It’s a Holiday Soul Party della compianta Sharon Jones, un’irresistibile rilettura in chiave soul dei classici di Natale, pubblicato alla fine del 2015.

Il soul, nato dal magico incontro tra la spiritualità del gospel e la carnalità del blues,  ha avuto il suo momento magico negli anni Sessanta, con artisti del calibro di Aretha Franklin e Otis Redding, ma è tornato prepotentemente in auge negli ultimi dieci anni grazie anche all’eccellente lavoro di una piccola etichetta indipendente di New York, la Daptone Records, nata in un garage di Brooklyn, che ha prodotto gli album di Sharon Jones and the Dap-Kings, Charles Bradley & Menahan Street Band, The Budos Band, The Sugarman 3 e Antibalas.

Spesso considerata l’alter ego di James Brown per l’incontenibile energia sul palco, Sharon Jones è morta il 19 novembre del 2016 dopo aver combattuto per tre anni contro un cancro al pancreas, che pensava di aver debellato con una delicata operazione chirurgica.

 It’s A Holiday Soul Party è un chiaro omaggio alle atmosfere festose di “A Christmas Gift For You From“ di Phil Spector e di “The Beach Boys’ Christmas Album”, che compare sotto l’albero di Natale in copertina. L’album si apre in modo originale, con una canzone splendida, 8 Days (Of Hanukkah), un esplosivo r&b con una muscolosa sezione fiati che è quasi impossibile ascoltare senza muovere qualche parte del corpo.

In effetti, oltre a Dreidel, Dreidel e alla melodia umoristica di Adam Sandler, non sono molti i brani dedicati a Hanukkah in ambito pop.
La canzone è un omaggio alle origini ebraiche di buona parte dei Dap Kings, la band retro soul di New York che ha contribuito a forgiare il suono del capolavoro Back To Black di Amy Winehouse, oltre a suonare anche per Michael Bublé, Mark Ronson e St. Vincent. Il leader dei Dap Kings band è Gabe Roth, (nome d’arte Bosco Mann), che suona il basso e indossa occhiali da sole in modo permanente dopo che un incidente d’auto gli ha lacerato gli occhi, di origine ebraica, come anche il sassofonista Neal Sugarman e il batterista Homer Steinweiss.

La band ha anche pubblicato il brano in vinile come 45 giri. Nel lato B la cantante chiede: “Cosa significa Hanukkah per te?”, prima di fornire una traccia di sottofondo senza voce, permettendo agli ascoltatori di cantare con i loro personali testi.

I Dap Kings hanno ritenuto importante includere una canzone dedicata a Hanukkah nel disco It’s a Holiday Soul Party a causa della sua sottorappresentazione nel mondo degli album natalizi. Il brano contiene numerosi riferimenti personali all’infanzia di Roth e alla cultura ebraica, dai regali di $ 5 di sua nonna Selma alle fritture laktes, una sorta di pancake di patate fritti in padella, fino alla menorah, la lampada ad olio a sette bracci.

La canzone, accompagnata da un irresistibile e coloratissimo video animato, è diventato un nuovo inno di Hanukkah, in cui la tradizione ebraica si sposa alla perfezione con la musica afroamericana dell’anima.

Gabriele Antonucci
Collaboratore

Giornalista romano, ama la musica sopra ogni altra cosa e, in seconda battuta, scrivere. Autore di un libro su Aretha Franklin e di uno dedicato al Re del Pop, “Michael Jackson. La musica, il messaggio, l’eredità artistica”,  in cui ha coniugato le sue due passioni, collabora con Joimag da Roma


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