Cultura
Cosa succede in Germania: il boom dell’AFD nella Turingia di Weimar

L’estrema destra raddoppia i voti guidata da un leader negazionista ostile alla cultura del ricordo

I risultati delle elezioni in Turingia (ex DDR) ha confermato il boom dell’estrema destra tedesca di Alternativa per la Germania (AfD) che raddoppia i voti sfiorando il 24 % e diventando il secondo partito dopo la sinistra radicale della Linke. Male la Cdu di Angela Merkel che perde dieci punti e ancora peggio la Spd che scende sotto la soglia del 10%.

Il volto della destra più radicale in questa regione è quello di  Björn Höcke, ex professore di storia, accusato di avere alimentato l’antisemitismo, e autore di dichiarazioni inquietanti nel segno del negazionismo. Dichiarazioni secondo cui la Germania non avrebbe nulla di cui pentirsi per i crimini del periodo nazista.

Le elezioni in Turingia avvalevano anche un forte valore simbolico come sottolinea su Huffingtonpost.it Ubaldo Villani-Lubelli, storico delle Istituzioni Politiche:

“La Turingia è una regione dalla grande importanza culturale la cui storia è legata a nomi come Goethe, Schiller, Nietzsche e Meister Eckhart. Ma in Turingia c’è anche Weimar, la città che ha dato il nome alla prima democrazia tedesca spazzata via dal Nazionalsocialismo. D’altra parte proprio in Turingia iniziò l’ascesa del Partito Nazista che dal 1929 al 1932 passò dall’11 al 42 per cento. Proprio qui, oggi, la destra di Alternative für Deutschland è guidata da uno dei suoi uomini più estremisti: Björn Höcke. Un esponente di estrema destra che in più occasioni ha tentato di mettere in discussione la cultura del ricordo (Auschwitz) su cui si fonda la Repubblica Federale Tedesca…”.

Esplicito, come riporta Rainews il commento sul voto In Turingia dell’ex presidente del Consiglio centrale ebraico, Charlotte Knobloch, “se un partito come Alternative fuer Deutschland riesce ad ottenere un risultato di questa portata significa che nel nostro sistema politico qualcosa di fondamentale è finito fuori controllo”.

Timori che sono cresciuti dopo la pubblicazione di un sondaggio commissionato dal Congresso mondiale ebraico, secondo cui un tedesco su quattro avrebbe pensieri di natura antisemita.

Non solo: il 41% dei cittadini tedeschi, sempre secondo il sondaggio, ritiene che gli ebrei parlino troppo dell’Olocausto, che abbiano troppo potere e che siano responsabili del maggior parte delle guerre.

Non sorprende dunque che Felix Klein, responsabile del governo di Berlino per la lotta all’antisemitismo dichiari a Repubblica: “In Germania c’è un picco di antisemitismo. Occorre dare più poteri e più personale a chi indaga nella rete; finora gli sforzi sono stati concentrati soprattutto sulla lotta al radicalismo islamico”.


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