Cultura
Donald Trump: il caos come strategia

Il metodo Trump: spiazzare, disorientare, colpire a freddo. Funzionerà anche nel 2020?

Imprevedibie, non convenzionale, sempre un passo al di là del politically correct. Con un solo obiettivo strategico: far credere ai nemici ed avversari di essere sempre pronto a cambiare idea, lasciare tutti con la sgradevole sensazione che il terreno possa franare sotto i loro piedi.

Ha un taglio decisamente interessante l’articolo apparso su Forward con un titolo inequivocabile: The Chaos Presidency.

Julian E. Zelizer evidenzia con pochi ma chiari esempi come per il Presidente americano il concetto di stabilità non rientri in na visione di medio e lungo termine.

Trump ha uno stile libero, ma anche un metodo: quello di sorprendere per destabilizzare l’interlucutore. Lo scorso agosto ha fatto sapere di voler acquistare la Groenlandia dalla Danimarca. Peccato che la Danimarca non abbia l’autorità per effettuare quella vendita. Allora, punto intuito che il suo acquisto non sarebbe andato a buon fine, ha annullato il previsto incontro con il Primo Ministro danese…

Il caos paga nell’attuale sistema mediatico che per 24 ore ha bisogno di headlines news, di sparate “da “sparare in homepage. E Trump sa come non far mancare materiale da prima pagina. Questo approccio disorienta gli avversari ma non la sua fan base che è pronta ad appoggiare qualsiasi messaggio venga dal Presidente. Non importa quanto contraddittorio sia.

Un buon esempio di come Trump si muova senza freni sono le modalità con cui si è espresso nei confronti della comunità ebraica americana: prima, ha sottolineato il suo forte sostegno all’attuale governo israeliano unendo il sostegno alle politiche israeliane con il sostegno agli ebrei americani. Poi, ha anche impedito a due rappresentanti del Congresso americano  Illan Omar e Rashida Tlaib di entrare in Israele e nei Territori Occupati e, quando si è parlato di elezioni negli States, è arrivato a dichiarare, utilizzando uno degli stereotipi della retorica antisemita, che gli ebrei che votano per i Democratici sono ignoranti e “sleali”. Sleali nei confronti degli ebrei e sleali nei confronti di Israele“.

Se nel 2020 la strategia del caos dovesse portarlo ad essere eletto per la seconda volta, allora la teoria del disordine come metodo potrebbe diventare un punto di riferimento per decine di politici conservatori di tutto il mondo. Ammesso che non lo sia già…


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