Cultura
Fumetti “monumentali” per conoscere la storia

Quella del Novecento e quella contemporanea: due modi di raccontare la storia in versione graphic novel. Da leggere

Ci sono autori che si esprimono a fumetti per fare storia. Il giornalista Guillermo Abril con il fotografo Carlos Spottorno sono andati in giro per tutti i confini dell’Europa, inviati dal quotidiano spagnolo El Pais. Raccontare il conflitto, il problema dei migranti e quei muri di filo spinato che separano i mondi. Andavano sul posto, cercavano informazioni, fotografavano, scrivevano e rientravano. Vita da inviati, insomma. Solo che poi hanno cominciato a lavorare su quel materiale, tre anni di viaggio, 15 taccuini e 25mila fotografie per farne un libro. Non fotografico, non un saggio. Un fumetto: è un linguaggio molto interessante, contemporaneo e arriva a molti più lettori, ha dichiarato Spottorno. Che ha trasformato le sue foto fino a renderle grafiche, quasi disegnate, giocando con le luci: una sovraesposizione appiattisce lo scatto togliendone la profondità. Poi ha selezionato quelle necessarie a scandire il suo racconto e Abril ha composto i testi a fumetti.

Il risultato è La crepa, bellissimo albo pubblicato da Add che mostra un’Europa slabbrata, terribile, spaventata su confini arrugginiti, ma anche un’Unione in crisi, incapace di gestire la complessità su cui è fondata. Storia contemporanea. Che ci porta a Melilla, la città blindata, enclave spagnola in Marocco, oggi considerata la frontiera più discriminatoria al mondo. Quindi la Tracia, nome antico di una regione dove si intersecano tre confini: Bulgaria, Turchia e Grecia, per entrare nella sala di controllo da cui la Bulgaria gestisce 274 chilometri di confine con la Turchia. Poi il viaggio prosegue, fino alla Finlandia e all’Estonia in un confronto tra popoli, che è scontro e incontro al contempo. Come scrive Fabio Geda nell’introduzione, “La crepa è molte cose. È anzitutto un racconto che toglie il fiato”. E poi conculde: “La crepa è una storia di uomini e donne. Di ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare. La storia di un’Europa che, se è vero che non esiste come stato di nature, deve esistere – dovrà esistere – come frutto della nostra volontà”.

E poi c’è uno storico che si esprime a fumetti. Si chiama Jason Lutes, americano del New Jersey, classe 1967, che ha scoperto il fumetto d’autre durante una vacanza in Francia e ha deciso che quella sarebbe stata la sua strada. Ma al suo secondo lavoro decide da farla un po’ grossa. A partire da una locandina pubblicitaria di un’opera di Bertolt Brecht vista su un giornale, decide di raccontare Berlino. Repubblica di Weimar, fino ad arrivare all’ascesa al potere di Hitler. Si immerge in uno studio incredibile, ricco di dettagli, storie minime, avventure personali e trasferisce tutto in un primo volume: Berlin – La città delle pietre. Meraviglioso. Quindi si arriva al secondo albo, Berlin – La città di fumo: il secondo conflitto mondiale avanza minaccioso, in città sfilano le camicie brune, il nazionalismo si fa sempre più forte insieme a una crescita esponenziale dell’antisemitismo. E poi, Berlin – La città della luce. Siamo nel 1933, Hitler si avvia al potere e i destini dei personaggi della serie si intrecciano con il crepuscolo della Repubblica di Weimar. Si cammina nella città, vera protagonista di questa trilogia, si sentono pezzi di discorsi fatti dai passanti, ci si immerge nei locali dove il jazz scandisce il tempo, si viaggia tra l’arte (aspirazione della protagonista femminile) e il giornalismo (professione del protagonista maschile), fino a vivere lì, con loro. In un’interazione inedita con il passato. Tre libri, tutti editi in Italia da Coconino Press, e 22 anni di ricerche che si srotolano tra le immagini di un romanzo storico della migliore qualità.

Micol De Pas

È nata a Milano nel 1973. Giornalista, autrice, spesso ghostwriter, lavora per il web e diverse testate cartacee.


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