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Revisionare la Storia: i fumetti e la Shoah

E se i creatori di Capitan America, I Fantastici 4 e Batman erano ebrei, come hanno affrontato il tema della Shoah? Non solo Maus, ma anche Superman e X-Men sono fumetti che approcciano l’argomento, ognuno a modo suo.

Nel film di Matthew Vaughn del 2011 X-Men: L’inizio, il professore Charles Xavier prova a impedire al suo amico Magneto – in grado di controllare tutti gli oggetti metallici – di uccidere dei marinai statunitensi e sovietici durante il culmine della crisi dei missili di Cuba, dicendogli che i marinai stanno semplicemente “obbedendo agli ordini”. Magneto risponde con quella che è probabilmente la miglior battuta del film: “Sono stato alla mercé di uomini che stavano solo eseguendo degli ordini … mai più”. Il significato di questa risposta è evidente a tutti coloro che conoscono il triste passato di Magneto: era un ebreo tedesco e un sopravvissuto alla Shoah conosciuto come Max Eisenhardt o Erik Lensherr. Questa sua esperienza lo ha reso un paladino dei diritti dei mutanti e lo vediamo scontrarsi con degli umani – che considera inferiori – in molteplici occasioni, sia nei fumetti che negli adattamenti cinematografici. Per un breve periodo è anche un cacciatore di nazisti in stile “Simon Wiesenthal”, come appare in X-Men: L’inizio (l’elemento fantascientifico e la sua ricerca di un ex dottore di un campo di concentramento paragona questa parte della sua vita al libro di Ira Levin I ragazzi venuti dal Brasile).

Tuttavia, il suo credersi superiore in quanto mutante, offusca le sue “nobili” intenzioni (senza neanche menzionare le questioni morali) e i suoi pensieri sono molto simili all’eugenetica e ad altre teorie pseudo-scientifiche di memoria nazista, che ritenevano gli ebrei e altri gruppi inferiori alla razza ariana. Purtroppo Magneto si è perso; in quanto doppiamente paria – ebreo e mutante –  ha perso completamente la fede nell’umanità e ha creato un percorso distruttivo che non lo ha reso migliore degli uomini malvagi che hanno reso la sua vita un inferno.

I fumetti erano un modo per reagire e colpire l’intolleranza nel suo grande e grosso tuches. Se era nata come una pia illusione, ci ha permesso – in piccola parte – di sopportare il fatto di essere stati presi di mira da grandi nazioni e imperi da sempre

Perché è così importante allora? Perché importa così tanto che Magneto sia un ebreo che si oppone all’intolleranza? Perché lui, come tanti altri personaggi dei fumetti, è pensato per essere un rappresentante di tutti gli ebrei o, per parafrasare il Commissario Gordon di Batman, lui non è l’eroe che ci meritiamo, ma quello di cui abbiamo più bisogno. Un evento come la Shoah solleva molte più domande di quanto non siamo in grado di rispondere: “Perché è stato permesso accadesse?” “Perché non si sono opposte più persone alla macchina mortifera nazista?” “Se gli americani sapevano dei campi di sterminio, perché non è stato fatto uno sforzo maggiore per bombardare le rotaie dei treni che trasportavano i deportati a morire?”. Tutte queste domande possono portare alla follia chiunque, specialmente un sopravvissuto; dopo la Seconda Guerra Mondiale infatti, molti hanno perso o hanno rinunciato alla fede. In altri invece, queste domande hanno generato un nuovo atteggiamento nella vita, instillando un sentimento maggiore di apprezzamento della libertà. Ad ogni modo, la Shoah non può mai essere razionalizzata.

Come sottolinea Simcha Weinstein nel suo libro Up, Up and Oy Vey! i fumetti sono un modo per gli ebrei americani figli di immigrati di vivere il loro desiderio di una doppia vita: avere un’identità segreta da ebreo e una pubblica da americano, cui è permesso abbandonare lo stato di cittadino di seconda classe che la società ha attribuito loro.

In altre parole, i fumetti erano un modo per reagire e colpire l’intolleranza nel suo grande e grosso tuches. Se era nata come una pia illusione, ci ha permesso – in piccola parte – di sopportare il fatto di essere stati presi di mira da grandi nazioni ed imperi da sempre. Quasi tutti i supereroi più famosi sono stati creati da ebrei americani: Capitan America (Jack Kirby e Joe Simon), Batman (Bob Kane e Bill Finger), Superman (Jerry Siegel e Joe Shuster), e gli X-Men (Stan Lee and Jack Kirby). Anche Ben Grimm dei Fantastici Quattro è un ebreo che è cresciuto nel Lower East Side di New York. Se si sfoglia il primo numero di Capitan America del 1941, si vedrà Steve Rodgers che colpisce Hitler alla mascella.

Nella terza parte della serie Superman: Time and Time Again (1991), l’uomo d’acciaio è rispedito indietro nel tempo per evitare che i nazisti si dotino della bomba atomica e per liberare un convoglio di ebrei. In questo modo, i creatori di fumetti possono cambiare in meglio la storia con un espediente fumettistico popolare conosciuto come continuità retroattiva (retroactive continuity o “retcon”) che permette di alterare una storia per fissare degli errori cronologici o per raccontare il proprio punto di vista sula storia senza rovinare ciò che è venuto prima. Il suo uso è abbastanza diffuso nell’universo DC e Marvel: nel film X-Men : Giorni di un futuro passato, il regista Brian Singer ha revisionato l’esito della trilogia originale.

Esplorare i temi dell’odio, dell’ingiustizia e del male in uno spazio così innocuo come lo sono i fumetti può essere visto come qualcosa di catartico per gli ebrei. Ci permette di mettere in scena i nostri desideri più intimi – il nostro bisogno di essere resilienti e di opporci al cattivo – in un contesto sicuro e divertente. Lavori come Maus di Art Spiegelman approcciano il mondo in modo più maturo e ci obbligano a confrontarci con i nostri incubi. I fumetti e i loro personaggi ci mantengono sani perché abbiamo bisogno di qualcuno che possa combattere velocemente Hitler, Goebbels e Heydrich senza battere ciglio, qualcuno che possa punirli per averci fatto soffrire. Abbiamo bisogno di qualcuno come Magneto, che, benché un po’ meshuge (“matto” in yiddish), faccia in modo che la Storia non si ripeta.

È importante tenere a mente due parole: “mai più”. Se avete letto La Svastica sul sole di Philip K. Dick o Dominion di C. J. Sansom, saprete quanto sarebbe spaventoso il mondo se i Nazisti avessero avuto la meglio. Le bugie pervasive e i sopravvissuti in sempre minor numero sono per noi un obbligo a tenere viva la memoria della Shoah. Perché Capitan America non ha mai davvero liberato un campo di concentramento e Magneto non ha mai cercato una punizione per ciò che ha subito, dobbiamo guardare questi personaggi e le loro storie come fonte d’ispirazione per diventare gli eroi di cui il mondo ha un disperato bisogno.

Josh Weiss
Collaboratore presso New Voices

Studente alla Drexel University e collaboratore di New Voices, l’unica rivista statunitense scritta e pubblicata da e per gli studenti ebrei dei college.

Student at Drexel University and contributor of New Voices. America’s only national magazine written and published by and for Jewish college students.


1 Commento:

  1. Per non scordare Asterix e il suo piccolo Shtetl che Goscinny sognó invincibile per gli occupanti Romani. Ah se avessimo avuto una pozione magica….


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